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L’arrivo al cinema di 50 Sfumature di Grigio ha fatto parlare quotidianamente di sesso come nessun’altra cose prima d’ora. Poco prima della pubblicazione in anteprima a Berlino, la regista Sam Taylor-Johnson, aveva descritto quello presente nel film come “molto coreografico”.
Ma un momento, il sesso non deve mai essere coreografico, deve essere labbra, carne, sguardi e gemiti. Deve essere piacere. Forse è proprio per questo che in molti dicono che il così tanto acclamato 50 Sfumature di Grigio sia la morte del sesso vero.

Già è difficile pensare che un miliardario 27enne, dominatore sessuale (alias Christian Grey), svergini così quasi su due piedi, la goffa e disperatamente romantica Ana Steele. Ma va be, sorvolando su questioni etico-morali, la prima scena di sesso è tutto mordersi le labbra, un respiro affannoso e basta. Nel film, infatti, molta attenzione viene data ai dettagli: alle curve di Dakota Jonson, alla schiena di Jamie Dornan, ai piedi, alle cosce e agli sguardi. Di sostanza, nel primo rapporto tra Anastasia e Christian, ce n’era poca.

A differenza del libro, infatti, nel film il sesso è stato “castrato”: tutto era privo di sex appeal, di entusiasmo, e sguardi passionali.
E le cose non migliorano neanche nella camera dei giochi, dove Mr. Grey aveva dalla sua corde, cravatte, fruste e altri giocattoli.

Si, insomma, il film che aveva promesso di essere il più eccitante di Hollywood dai tempi dei tempi, non è stato poi così bravo a letto.
E nessuna marea di recensioni poco brillanti, o di gemiti collettivi, spingerà la gente a non andare a vederlo. Ormai è boom di Fifty Shades, e a dimostrarlo sono state le centinaia di biglietti venduti in anticipo e prenotati in tutte le sale cinematografiche italiane.
Ma non ne vale la pena.