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Era il lontano 1974 quando il famoso scrittore Stephen King, insieme alla moglie Tabhita, passò una notte allo Stanley Hotel: un albergo costruito agli inizi del Novecento a Estes Park, in Colorado, davanti alle Rocky Mountains. Proprio il soggiorno in questo hotel diede a King lo spunto per la scrittura di Shining: durante la notte, infatti, lo scrittore ebbe un incubo in cui suo figlio veniva rincorso da una palla di fuoco nei corridoi dello Stanley Hotel.

A contribuire alla fortuna del romanzo, ma soprattutto del film realizzato da Stanley Kubrick, è stato proprio lo Stanley Hotel che, però, non aveva un luogo importantissimo nella pellicola: il labirinto, simbolo di ricerca e allo stesso tempo di perdita di sé stessi. Poter provare le stesse emozioni del libro e del film era una delle richieste principali dei clienti dell’Hotel: per questo, il proprietario John W. Cullen, ha deciso di farne costruire uno.

Per fare ciò il signor Cullen ha indetto un concorso che ha ricevuto ben 329 lavori da tutto il mondo, facendo poi ricadere la scelta sul progetto di Mairim Dallaryan Standing, un ‘architetta di New York. Il problema è che il labirinto, una volta realizzato, non è piaciuto a tutti. E i motivi sono più che validi.

Il labirinto costruito nel film era molto più grande e, quindi, la probabilità di perdersi era anche più frequente. Inoltre, la costruzione di Kubrick aveva siepi molto alte, a differenza di quello allo Stanley Hotel che ha solo alberi di ginepro di circa un metro di altezza. Il labirinto reale e quello del film sembrano non avere niente a che fare, ma la scelta del proprietario dello Stanley ha anche ragioni di sicurezza: la sua paura era quella di perdere qualche bambino all’interno del labirinto, se questo fosse stato grande come quello in cui tutto abbiamo visto Jack Nicholson.