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Ci sono attimi che cambiano la vita di una persona per sempre. Quando poi il destino ci mette lo zampino, non c’è nessuna via di scampo. Aeroporto Zaventem, Bruxelles, 22 marzo. Adelma Marina Tapie Ruiz, 36enne peruviana,è in fila con la sua famiglia al check-in dell’American Airlines, mentre aspetta di imbarcarsi verso New York. L’attesa è snervante e suo marito belga, Christophe Delcambe, va a inseguire le figliolette di 4 anni, Maureen e Alondra, che, giocando, si sono allontanate dal banco. È più o meno in quell’istante che scoppia la bomba. Il primo kamikaze decide di farsi esplodere. E il corpo di Adelma è il primo che verrà ritrovato tra le macerie.

Christophe è salvo “grazie” alle bambine, e i tre rimangono lievemente feriti dall’esplosione. Almeno al di fuori, poiché le ferite interne sono quelle che difficilmente verranno rimarginate. Mamma Adelma non c’è più e il dolore più grande spetta a Christophe: come spiegare alle proprie figlie che non vedranno più la donna che le ha messe al mondo? Adelma era originaria di Iquitos, Peru, e aveva raggiunto suo marito a Bruxelles solo qualche anno fa. Appassionata di cucina, il suo sogno era aprire un ristorante proprio nella città belga. Uno dei fratelli della donna ha cercato di esprimere su Facebook la sofferenza provata, non riuscendo a trovare le parole giuste: “È impossibile descrivere il dolore che stiamo provando in questo momento ma so che devo farlo”.

La storia di Adelma è una delle tante, troppe, vittime dell’attentato che ha colpito Bruxelles il 22 marzo. Ognuno aveva una propria storia e così tanto da raccontare al mondo, ma è bastato un solo momento per mandare tutte le loro speranze in frantumi. Quando il destino e il caso si mettono in mezzo, non c’è modo di fermarli. Basta veramente un attimo e la tua vita cambia per sempre.

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