Chi è vittima di violenza ha paura. Ha paura che denunciare, parlare, raccontare e cercare aiuto possa solo peggiorare la propria condizione. Ha paura di non essere creduta. Ha paura dell’indifferenza. Ha paura delle conseguenze. Ha paura di lui. Delle sue botte. Delle sue violenze. Dei sue molestie. E allora, nulla, l’unica soluzione è stare zitte, subire, sperare di sopravvivere a tutto quello o forse no.

La nuova campagna “Black Dot” è partita negli Stati Uniti, dove almeno una donna su 4 rimane vittima di abusi e violenze, una campagna che permette alle sopravvissute di raccontare la propria esperienza senza la necessità di dire una sola parola. Basta solo disegnarsi un piccolo puntino nero sul palmo della propria mano.

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Con questo piccolo neo le vittime di violenza domestica possono chiedere aiuto ad amici, associazioni, parenti e medici.
“L’ethos originale per questa campagna è stato quello di consentire a una vittima di mettere un punto sulla mano di qualcuno di cui si fidavano per consentire l’inizio di una conversazione che portasse all’avvio di un percorso verso un intervento professionale”, scrive Black Dot Campaign sulla propria pagina Facebook.

Sono moltissime le vittime che hanno aderito alla campagna che ha raggiunto quasi 5 milioni di persone, aiutando già 49 persone a fuggire dai propri aguzzini: “Può essere molto difficile e pericoloso per le vittime di abusi domestici parlare di ciò che sta accadendo loro, a causa della paura di ciò che potrebbe fare il colpevole e la paura di non essere credute” ha detto Polly Neate, chief executive. “Il punto nero potrebbe aiutare alcune vittime a comunicare il loro abuso ed è utile avere una gamma di opzioni perché le circostanze variano notevolmente” ha concluso.

Una delle donne, vittima di abusi domestici che ha avuto il coraggio di denunciare ha ammesso: “Non ho dovuto dire una parola”, ha detto la donna che ha condiviso su Facebook la foto della sua mano. “Questa campagna mi ha dato la forza e l’idea di come chiedere aiuto. Ora grazie alla campagna e all’aiuto di un consulente, sono finalmente al sicuro”.