Da alcuni anni, Internet è diventato padrone delle nostre vite, e ormai è dato di fatto passare le vacanze in spiaggia con un cellulare o un tablet in mano. Il web è diventato uno strumento insostituibile per il 40% degli italiani, quindi quasi 11 milioni: erano solo il 17% nel 2010. E non solo: l’uso smisurato di Internet ruba posizioni a giornali e libri che appaiono in flessione: la lettura dei quotidiani scende dal 43% al 35%, coinvolgendo ‘solo’ 9,5 milioni di persone.

Dalle previsioni Confersercenti-SWG si apprende che le abitudini degli italiani stanno cambiando: il 62% (poco meno di 17 milioni) dei vacanzieri ha deciso di trascorrere le ferie in posti nuovi, lontano dal mare. Possibilmente per rilassarsi e per uscire dal lungo tunnel della crisi in modo soft, con la voglia di fare passeggiate (indicata dal 16%), divertirsi (12%), prendere la tintarella (10%), nuotare (6%) e sottoporsi a trattamenti estetici (3%). Si attenua invece la ricerca di un meritato riposo, magari sdraiati lungo la riva del mare, in calo del 3%, anche se con un 21% (5,7 milioni) resta maggioritaria. E scende nei favori degli italiani anche la vacanza con scopi culturali (dal 13 all’11%).

Cala la voglia di mare, ma cresce il desiderio di cercare nuove mete turistiche, preferibilmente al ‘verde’. Saranno 2,17 milioni di italiani, l’8%, che passerà le vacanze in location di montagna (14%), o alle terme (5%9. Anche al mare risparmiare non guasta, e il 58% (7,5 milioni di persone) si accontenta della spiaggia libera contro un 42% (poco meno di 5 milioni e mezzo) che sceglie lo stabilimento attrezzato.

Gli italiani che rinunciano a muoversi per l’estate sono motivati anche dal peso del fisco, che anche attraverso la tassa di soggiorno aumentata in diverse località turistiche, incalza i vacanzieri. Secondo una valutazione dell’Ufficio economico di Confesercenti dovrebbe registrarsi un gettito della tassa di soggiorno nel periodo giugno-settembre di oltre 400 milioni.

Non aiuta l’abusivismo nelle spiagge italiane. Secondo il sondaggio una maggioranza del 52% (6,8 milioni) dichiara di esser infastidita dall’andirivieni dei venditori irregolari sulle spiagge, mentre il 48% – quasi 6,3 milioni – non lo è. Fra coloro che condannano apertamente il fenomeno ben il 65% (circa 4,4 milioni) punta il dito sulla mancanza di legalità e di controllo con la conseguenza di una concorrenza sleale. Per il 22% (1,5 milioni) rappresenta invece tout court il degrado del Paese, mentre per il 13% è una forma di evasione fiscale.

Nonostante tutto, agosto resta il mese preferito dagli italiani per le loro vacanze, e saranno infatti 14,7 milioni le persone che si metteranno in viaggio. 1 italiano su 2 spenderà le proprie vacanze al mare, quindi un 48%, un dato in calo rispetto al 2006 che era del 73%.