giovedì, 25 Aprile 2024

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Riciclare il cartone: idee semplici per ridurre i rifiuti

Riciclare il cartone

Riciclare il cartone è semplice o difficile? E’ semplicissimo buttarlo, diventa un rifiuto come tanti.

Ma se invece vogliamo dargli un’altra vita, cosa può diventare?

Ecco le nostre idee.

Riciclare il cartone: 6 idee semplici

Il cartone è robusto e resistente, ci si possono fare diverse cose, basta poco materiale e tanta fantasia!

  • Cuccia del cane

Prendete uno scatolone delle giuste dimensioni. Chiudetelo per bene con nastro gommato. Rivestitelo con carta di giornale e colla in modo che diventi carta pesta. Tagliate un’apertura su un lato. Verniciate tutta la scatola e lasciate asciugare.

  • Giocattoli

Alcune scatole grandi, verniciate e decorate diventano cucine per bambini o anche piccole auto o casette.

  • Mobili

Con il cartone a nido d’ape si possono costruire dei veri e propri mobili resistenti.

  • Armadietto

Prendete una scatola di cartone, anzi due, quelle delle scarpe ed incollatele una sull’altra. Rivestite di carta colorata et voilà.

  • Scatole di scarpe

Decorate e rivestite di carta colorata diventano porta fili, porta penne, raccoglitori per documenti e confezioni regalo.

  • Mattoncini

Comperando una pressa per carta online potete fare dei mattoncini da bruciare sul fuoco. La procedura è semplice: si mette a mollo la carta ed il cartone in una bacinella grande piena di acqua (abbiate cura di tagliare tutto in pezzi piccoli). Dopo qualche ora si preleva la carta e si mette nella pressa. L’acqua esce ed il cartone si compatta. Lasciar asciugare al sole, ecco pronti dei mattoncini accendi fuoco.

Riciclare il cartone: dove trovare le idee

Dove non arriva la fantasia arriva internet.

Usate pinterest, cercate le parole chiave su google, informatevi sul riciclo creativo. Riciclare significa meno rifiuti, significa dare nuova vita a qualcosa che può avere più funzioni di quelle che noi pensiamo.

La prossima volta che avrete a che fare con una scatola di cartone cercate di vedere ciò che potrebbe diventare.

Arredare casa riciclando (FOTO)

Arredare casa che incubo! Pensare a quanti mobili, vetrinette, poltrone e divani, tappeti, sedie, luci e scaffali dovete comprare, montare, aggiustare. E, soprattutto, a quanti soldi dovete dovete spendere per finire tutte le stanze. Magari di una casa appena comprata, e quindi dopo tutti i sacrifici fatti per trovarla e pagare il mutuo, oppure per un appartamento in ristrutturazione da rinnovare da capo.

Se avete un piccolo budget e non volete spendere tanto tempo né denaro, basta risvegliare la vostra originalità e creatività per trovare l’idea giusta. Arredare casa con pochi materiali, strumenti e colori non è per nulla complicato, soprattutto dopo aver sfogliato qualche rivista o aver visitato qualche sito di riciclo creativo.

I pallet, ad esempio, sono elementi preassemblati poco costosi che possono essere utilizzati per costruire tantissimi oggetti d’uso per la casa. Uno di questi potrebbe essere un romantico letto pensile per il giardino molto simile ad un’amaca e un’altalena proposto da The Merrythought. Anche i pouf e altri mobili per la casa possono essere creati utilizzando pneumatici. Che ne dite poi di divani e poltrone costruite con delle casse di legno? O, ancora, luci e lampadine con delle bottiglie di vetro e plastica?

Tante idee per tanta creatività.

Credits foto: Pour Femme

Come si riduce concretamente la plastica

Come si

Come si riduce la plastica? Ve lo siete mai chiesti?

Se non lo avete mai fatto questo è il momento.

Ieri ho visto il filmato delle Iene in cui si quantifica il danno che la plastica fa a noi ed all’ambiente.

Sembra un problema che non ci tocca direttamente: abbiamo le bollette da pagare, la spesa da fare, le questioni di salute, mica possiamo interessarci pure della plastica.

Ma se un giorno non ci fosse più da mangiare?

Danni causati dalla plastica: come si riducono?

La plastica è duttile, utile e resistente. Proprio per questo ci impiega troppo per smaltirsi.

Le spiagge e gli oceani sono pieni di plastica che si decompone, si trasforma ovvero in piccoli frammenti.

I pesci e gli uccelli la scambiano per cibo, la ingoiano, si sentono sazi, smettono di mangiare. Muoiono.

Afferrata la questione?

Gli animali rimangono intrappolati nelle plastiche. Muoiono.

Le persone mangiano il pesce che ha ingerito plastica ed assorbono le sostanze in essa contenute.

Ci siamo capiti? Stiamo parlando di estinzione, non solo degli animali ma anche nostra.

Come si riduce concretamente la plastica?

E noi cosa possiamo fare?

Possiamo mica imbarcarci per l’India o per l’Africa per andare a pulire le spiagge? No non possiamo. Facciamo la differenziata questo basta. No, non basta.

3 cose da fare subito:

  1. dire no alle cannucce
  2. non comprare plastica usa e getta
  3. portare le shopper in tessuto al market e rifiutare i sacchetti

Fra le cose concrete da fare ce n’è una davvero semplice: stiamo camminando in spiaggia, al parco, dove vi pare c’è della plastica per terra. La raccolgo e la butto. Ma non lo buttata io in terra, fa niente, sei responsabile lo stesso nel momento in cui non la raccogli.

3 scelte fondamentali:

  1. usare il vetro ed il legno al posto della plastica
  2. evitare il più possibile gli imballaggi quindi acquistare prodotti sfusi
  3. condividere e diffondere questo articolo

Sacchetti bio a pagamento: verità, bugie e humor

Sacchetti bio a pagamento

Sacchetti bio a pagamento: il nuovo tormentone del 2018.

Mio marito me l’aveva detto: pagheremo i sacchetti di frutta e verdura. Mica ci ho creduto. E poi? Ecco la tassa su sacchetti, bio ma non troppo.

Buon anno!

Sacchetti bio a pagamento vs bollette in aumento

C’è una guerra in corso, anzi più di una, su vari fronti di opinione:

  • è giusto pagare il sacchetto, perché biodegradabili, perché ce lo impone la UE, perché tanto ve li fregavate quando erano gratis
  • è ingiusto pagarlo, si pagava prima e ora si paga a doppio
  • ma vi rendete conto che hanno aumentato tutto, che paghiamo le accise sulla benzina di una guerra di vent’anni fa e vi preoccupate per i centesimi?

Insomma, ce n’è per tutti i gusti.

Morale della favola? Sì è vero che è importante la questione biodegradabile ma è vero anche che la notizia scioccante è che c’è stato l’ennesimo rincaro, che paghiamo per servizi che non abbiamo o sono scadenti e il caos per cosa si scatena? Per i sacchetti.

Sacchetti bio a pagamento: verità e bugie

Vero o falso?

I sacchetti si pagano perché in Europa si fa così: falso. La legge esiste ma non tutti i Paesi europei la applicano. Se saranno costretti o meno a farlo in futuro non lo sappiamo.

Pagare il sacchetto bio agevola l’amica di Renzi: vero. Catia Bastioli guarda caso è a capo di una ditta che produce queste buste. Ops. Però va anche detto che esistono anche altre aziende che li producono.

Questi sacchetti sono biodegradabili al 100%: falso. Contengono plastica al 50% quindi una parte si decompone e l’altra no.

Posso portarmeli da casa e riutilizzarli: falso. I sacchetti si possono portare da casa ma devono essere integri, monouso e adatti agli alimenti. Chi lo stabilisce? Il supermercato, se non vanno bene non saranno accettati.

Se applico l’etichetta direttamente sul cibo non pago il sacchetto: falso. Il sacchetto è conteggiato ogni qual volta si passa un codice a barre sul lettore. Quindi è inutile prendere la mela, pesarla metterci l’etichetta sopra.

Sacchetti bio a pagamento con humor

Passeggiando per twitter ho visto di tutto, soprattutto foto di verdura o frutta con sopra etichette. Commenti spassosi, deliri vari ma soprattutto questo: #cinesacchetti.

Sfogatevi e scrivete anche voi il titolo di un film infilandoci dentro i sacchetti.

Facciamoci due risate in attesa della rivoluzione.

Ma voi cosa ne pensate?

Trend Wellness 2018: le nuove tendenze del salutismo