giovedì, 28 Marzo 2024

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Proposte dal mondo del cibo: ristorazione, dieta, ricette e cucina

Ricette giapponesi con la zucca: due piatti semplici


Ricette giapponesi con la zucca
? Eccole qui, ve ne proponiamo due.

Ma perché è importante mangiare la zucca? Perchè è ricca di vitamina A che è importante per la salute degli occhi, della pelle e del sistema immunitario; la vitamina C che è un potente antiossidante che aiuta a proteggere le cellule dai danni; le vitamine del gruppo B che sono importanti per il metabolismo e il sistema nervoso ed infine è ricca di minerali come potassio, fosforo, magnesio e ferro.

Ricette giapponesi con la zucca: Kabocha no nimono


La prima delle ricette giapponesi con la zucca è la zucca stufata, un ottimo piatto invernale che aiuta a contrastare l’influenza.

Ingredienti:
• 1/2 zucca
• 1 cucchiaino di zucchero
• 2 cucchiai di salsa di soia
• 2 cucchiai di vino bianco
• 1 tazza di brodo dashi o brodo vegetale

Preparazione:


Sbucciate la zucca, eliminate i semi e i filamenti e tagliatela a cubetti.
In una pentola, unite la zucca, lo zucchero, la salsa di soia, il vino bianco e il brodo dashi.
Portate il tutto a ebollizione, quindi abbassate la fiamma e fate cuocere la zucca per circa 20 minuti, o fino a quando sarà morbida.

Ricette giapponesi con la zucca: Kabocha no tempura


La tempura è un classico della cucina giapponese, perché non provare anche con la zucca?

Ingredienti:
• 500 g di zucca
• 1 uovo
• 100 g di farina di riso
• 100 ml di acqua frizzante fredda
• Sale
• Olio per frittura

Protezione:

Sbucciate la zucca, eliminate i semi e i filamenti e tagliatela a cubetti.
In una ciotola, sbattete l’uovo con la farina di riso e l’acqua frizzante fredda. Lavorare la pastella rapidamente, vanno bene i grumi, è importante ricordarsi che non deve essere troppo liquida né troppo collosa.
Immergete i cubetti di zucca nella pastella e friggeteli in olio di semi di girasole ben caldo fino a quando saranno dorati.

Ricette in quarantena: cosa cucinare

Ricette in quarantena? No problem.

Un modo utile e proficuo per trascorrere la quarantena è proprio quello di cucinare.

Si possono sperimentare nuove ricette e provare varianti ed alternative.

Vi proponiamo alcune idee.

Ricette in quarantena: pasta e pane

Ecco due buone idee per passare il tempo: fare la pasta ed il pane in casa.

In entrambi i casi trovate tutorial su youtube.

La pasta necessita di molta lavorazione, niente lievitazione e poco riposo.

Al contrario il pane necessita di poca lavorazione ma molto tempo.

Il tempo nel fare il pane è fondamentale, ma direi che quello non ci manca. La lievitazione deve essere fatta per bene, senza fretta. E’ importante ricordare che le lievitazioni sono due: una avviene prima di formare il pane e la seconda dopo che gli si è data la forma. Deve crescere anche in forno perciò va inciso sopra.

Si possono preparare anche pizze, pizzette e focacce. Anche in questo caso basta avere acqua, lievito, sale e farina. Seguire un tutorial.

Ricette in quarantena: dolci e biscotti

E’ anche il momento per esempio per sperimentare i dolci vegani senza latte animale, burro e uova, senza dubbio molto più leggeri.

Anche i biscotti sono un’ottima idea: la lievitazione avviene in frigo, ci vuole poco tempo, il resto è solo lavorazione e cottura. E’ un’ottima idea ad esempio per avere qualcosa per colazione e merenda senza dover per forza andare a fare la spesa.

Cosa si mangia stasera? Ricette in quarantena

Se non fa troppo caldo via libera a zuppe e minestre, se invece le temperature salgono potreste cimentarvi in una frittata, anche in versione vegan con la farina di ceci.

E’ anche un momento per sperimentare nuovi piatti di pasta, io ad esempio ho provato una lemon spaghetti.

E’ un momento in cui è importante non sprecare nulla, perché è bene evitare di uscire troppo spesso per andare nei market.

Si possono dunque imparare molte ricette di recupero.

Stampare il cibo in 3D: la novità del futuro (FOTO)

Mancano solo pochi giorni all’apertura dell’Expo e, come ormai tutti sapranno, il tema principale sarà il cibo e le innovazioni fatte in questo campo. Se però da una parte, a Milano, c’è chi afferma di voler promuovere il diritto ad un’alimentazione sana, dall’altra, oltreoceano, alcuni esperti vedono il cibo stampato in 3D come l’avanguardia del futuro.

Si è sempre parlato di cucina come di un’arte in cui istinto e creatività sono doti essenziali, ma fin’ora solo pochi eletti come gli scienziati della Nasa avevano osato proporre un connubio tra stampa e cibo.

Pare però che questa pratica inusuale sia destinata a trovare sempre più spazio, specialmente negli Stati Uniti. Allo show dei consumatori elettronici a Las Vegas, l’Istituto Culinario d’America (CIA) ha svelato di aver avviato una partnership con System 3D, creatore di Chef Jet. Grazie a questa il Cia avrà l’opportunità di iniziare i suoi test di prova con il chef jet, mentre System 3D guiderà alcuni studenti all’interno della sua sede a Los Angeles con dei tirocini appositi.

Una pratica che potrebbe davvero far nascere nei giovani la passione per il cibo, al di là della sua forma tradizionale, e innescare un processo di start up, come accade spesso da incontri tra due mondi diametralmente opposti. Ma scopriamo nel dettaglio che cos’è e come viene prodotto il cibo stampato in 3d.

Hod Lipson, direttore del Cornell University’s Creative Machines Lab, alla conferenza Inside 3D Printing a New York, ha parlato di tre modi in cui si possono stampare i cibi: effusori, materiali in polvere e laser.

In particolare il 3D Systems ChefJet cristallizza strati sottili di zucchero in configurazioni geometriche virtuali, mentre il Natural Foods’ Choc Edge dispone il cioccolato dalle siringhe, ricreando dei modelli particolarmente belli.

Altro metodo, simile a quello scelto dalla Nasa, è quello di Foodini, che usa ingredienti freschi inseriti in delle capsule per creare dei piatti sorprendenti. A differenza del primo questo però stampa semplicemente delle paste crude da cucinare normalmente.

Proprio per ciò, uno degli ingegneri della Nasa, Anajan Contract, sta sviluppando una stampante che produce pizza e a tal proposito afferma che questo tipo di stampante non solo contribuirà a ridurre l’impatto ambientale, ma anche ad offrire una forma rinnovabile di sostegno per la crescita della popolazione mondiale.

3d-printed-pizza

Il cofondatore delle Macchine naturali, Kucsma, aggiunge che Fodini potrebbe aiutare anche a ridurre gli additivi chimici nei cibi e i consumi extra.

Ma supponendo che tali nobili scopi siano raggiungibili, cibo e tecnologia possono davvero stare nella stessa frase?
Le perplessità maggiori stanno dalla parte di cuochi d’élite e cittadini che amano vedere e gustare il cibo nella sua forma tradizionale, ma come tutte le innovazioni anche questa potrebbe entrare nelle nostre vite, lasciando semplicemente il tempo di abituarsi piuttosto che decidere se usufruirne o no.

[Credits photo: digitaltrends.com]

KFC ha ufficialmente aperto i battenti a Roma Est

KFC ha finalmente aperto le sue porte all’interno degli spazi del centro commerciale Roma Est. L’attesa è quindi finita per tutti gli amanti del pollo fritto più noto del pianeta, che dopo tanti rumours e notizie che stavano girando già da mesi, possono recarsi nel primo punto vendita italiano per gustarsi la specialità della nota catena americana fondata nel 1955. Il marchio era atteso in Italia da anni e l’entusiasmo collettivo diffusosi sui social network lo dimostra. In primis su Facebook, sulla pagina ufficiale KFC, dove sono comparsi in poche ore migliaia di commenti di approvazione.

“Sono commosso, è un momento che aspettavo da anni!”, “Ricordatevi per sempre questo giorno, perché anche se non è storia, oggi per l’Italia è un giorno memorabile!” oppure “Vi ho aspettato più io di Penelope con Ulisse” sono solo alcuni esempi dell’entusiasmo che ha colpito gli amanti del fast food.

La ricetta del pollo fritto della Kentucky Fried Chicken è tenuta segreta fin dalla sua creazione. Dovrebbe essere costituita da 11 erbe e aromi. La sola cosa che viene indicata dal creatore della catena e della ricetta è l’aver utilizzato una pala per scavare un tunnel nella farina ed avere precedentemente mescolato le erbe e gli aromi.