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Nel giorno della finale della Coppa del Mondo 2014 che vedrà la nazionale tedesca sfidare l’Argentina per il titolo, il Ministero del Turismo brasiliano e gli organizzatori dell’evento possono ritenersi soddisfatti dei risultati raggiunti, con un bilancio più che positivo.

All’annuncio che il Brasile avrebbe ospitato la Coppa del Mondo 2014, la reazione è stata immediata in tutto il paese. La grande difficoltà è stata affrontare un evento così importante come il Mondiale. Per mesi ci sono stati scioperi dei trasporti, scontri contro la polizia e conseguenti proteste per strada e ritardi nell’organizzazione, e anche la vicenda del traffico di biglietti non è stata vista di buon occhio dalla FIFA, ma fortunatamente tutto è andato a buon fine dal punto di vista economico e lavorativo.

Da un sondaggio del Ministero del Turismo, grazie ai Mondiali è aumentata la richiesta di posti di lavoro, generando un incremento di oltre 15% dei 4,8 milioni di contratti di assunzione. Inoltre, la vendita di gadget, come souvenir o magliette sportive, è da considerarsi un altro fattore chiave per l’economia brasiliana.

Dal punto di vista turistico, il Mondiale ha attirato centinaia di migliaia di persone, incrementando di colpo la voglia di visitare il Brasile. La disfatta clamorosa della nazionale verdeoro è stata al centro di polemiche, ma ha generato anche profitti, che hanno permesso ad alcuni calciatori di approfittare per rilanciare il turismo in Brasile.

Al contrario, la sorpresa Costa Rica può ampliare il suo turismo grazie alla visibilità avuta durante il Mondiale, e il Ministero degli Affari Esteri è già al lavoro per costruire un nuovo piano per il turismo. Infatti, l’Instituto Costarricense de Turismo ha raddoppiato i propri investimenti al fine di promuovere il ‘marchio’ Costa Rica, già ampiamente messo in risalto dalle prestazioni della formazione di Jorge Luis Pinto.

Il piano dell’ICT è focalizzato sulla promozione del paese come meta ideale per le vacanze, ma anche per attività culturali e commerciali. De resto, già lo scorso anno i risultati registrati dall’Ente per il Turismo sono stati favorevoli, con una stima di 14 milioni di turisti e un contributo pari al 4,6% del Prodotto Interno Lordo complessivo del Paese.

Tuttavia, non è tutto oro quel che luccica.
Per tutta la bellezza offerta dal Brasile durante la competizione, c’è stato un prezzo da pagare. Nel giorno della finalissima a Maracanã, il paese è diviso dall’impatto che il Mondiale ha avuto sul bilancio, arrivando a chiedersi se si sia trattato di un affare o di uno spreco di soldi.

Mentre i commercianti gioiscono per le vendite, gli ottantamila abitanti delle favelas pagano il prezzo più grande. Il Brasile ha speso undici miliardi di dollari per organizzare il Mondiale, scatenando l’ira di migliaia di persone che hanno visto un’impennata dei servizi pubblici, quali scuola, sanità e trasporti, con conseguente aumento del PIL dello 0,3-0,5%.
A questo si aggiunge il crollo di un viadotto, progettato per il Mondiale, per il quale hanno perso la vita due addetti ai lavori, e i costosi impianti, completati all’ultimo minuto, che fortunatamente hanno retto.

L’ultima parola spetta al presidente Dilma Rousseff, che tra sprechi pubblici e soldi investiti nella competizione, ora rischia di non essere rieletta dal popolo brasiliano.