L’idea di perdere peso mentre si dorme sembra davvero troppo bella per essere vera: eppure, una nuova ricerca scientifica ha dimostrato che è possibile. Alcuni ricercatori americani hanno scoperto che dormire freschi aiuta a far perdere peso, in quanto il metabolismo si velocizza per innalzare la temperatura corporea.

Stando a questo studio, chi dorme nudo, coprendosi con lenzuola molto sottili o abbassando il condizionatore in camera, potrebbe guadagnare molto in fatto di linea. Gli esperti degli US National Institutes of Health hanno chiesto a dei volontari di sesso maschile di dormire in delle stanze climatizzate ad hoc durante il corso del loro esperimento, proprio per capire quanto la temperatura potesse influire sul modo di smaltire il peso. Ai soggetti esaminati sono stati somministrati gli stessi identici pasti, proprio perché introducessero nel loro organismo lo stesso quantitativo di calorie nel corso dei quatto mesi in cui si è svolta la ricerca. Inoltre, sono state fornite loro lenzuola e pigiami identici per assicurarsi che varianti del genere non avessero alcuna rilevanza nel corso della ricerca.

I soggetti esaminati hanno trascorso diversi mesi dormendo a diverse temperature: per un mese hanno dormito a 18° C, per due mesi a 23° C e per l’ultimo mese a 27° C. Gli scienziati hanno così potuto constatare che proprio nel corso del mese in cui hanno dormito alle temperature più basse i volontari hanno cominciato a perdere peso. Gli specialisti affermano, infatti, che il quantitativo di tessuto adiposo bruno – quello che cioè produce calore bruciando calorie – raddoppia in caso di temperature basse, il che accelera in effetti il metabolismo, andando a ridurre anche il rischio di diabete. Per di più, quando i soggetti hanno preso a dormire a temperature più alte si è avuto l’effetto contrario. Il tessuto adiposo bruno, infatti, produce calore 300 volte di più rispetto a qualsiasi altro organo e brucia calorie molto velocemente: eppure, si tratta di un fenomeno che si verifica con maggior frequenza soltanto nei bambini, mentre negli adulti si riduce drasticamente.