REUTERS/Hasan Shaaban (LEBANON - Tags: POLITICS CIVIL UNREST MILITARY TPX IMAGES OF THE DAY)

Gli attentati (non) sono tutti uguali. Ce l’ha insegnato Facebook, il social network che tutti osannano quando serve per comunicare, condividere, discutere, ricordare e rendere omaggio. Ma che tutti dovrebbero imparare a conoscere davvero. Perché Facebook non ha dato la possibilità di impostare come foto profilo una bandiera libanese dopo l’attentato a Beirut, così come ha fatto con Parigi?

Tantissimi di noi (se non noi stessi) hanno amici che, in ricordo delle vittime del 13 novembre, hanno cambiato la propria foto con quella della bandiera francese e quelli chi, sfruttando una funzionalità del social, hanno messo quel tricolore come sfondo del proprio scatto. Iniziativa meravigliosa, nulla da dire. Ma perché non è stata fatta la stessa cosa per tutti gli attentati in giro per il mondo, ad esempio in sostegno delle 43 persone uccise dal doppio attacco suicida compiuto a Beirut, in Libano, il 12 novembre?

Purtroppo continuiamo a dividere l’umanità in ranghi, in categorie, in aree e zone geografiche più o meno meritevoli di attenzione. Si tratta di una vera e propria “discriminazione” che usa due pesi e due misure. E lo stesso discorso si potrebbe fare con la funzione “Safety Check”.

La risposta, a dire il vero, continuiamo ancora a cercarla.