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Sembra incredibile: è successo proprio come nei film. La Sony Picture Entertainment, divisione cinematografica del colosso giapponese con sede a Culver City, California, è stata vittima di un attacco hacker, che le ha causato notevoli danni. Si sospetta che dietro a questo cyberattacco si celi la Corea del Nord, furiosa per la pellicola prodotta dalla Sony The Interview, la cui uscita è prevista a Natale. Il film racconta la storia di due giornalisti che, su istruzione della Cia, tentano di assassinare il leader nordcoreano Kim Jong-Un grazie a un’intervista concordata.

Grazie all’attacco gli hacker sono riusciti a rubare vari dati sensibili. Tra questi gli pseudonimi usati dalle star, quando vogliono restare in incognito. Jessica Alba si farebbe infatti chiamare Cash Money, per mantenere il legame col marito Cash Warren; Jude Law userebbe lo pseudonimo di Mr. Perry, mentre Tobey Maguire si farebbe chiamare Neil Deep. Tom Hanks ha scelto ben due pseudonimi, da usare a piacimento, Harry Lauder e Johnny Madrid. Clive Owen omaggia il cognome da nubile della moglie facendosi chiamare Robert Fenton, mentre Daniel Craig usa il nome in codice di Olwen Williams, in ricordo del nonno. E Sarah Michelle Gellar si farebbe chiamare Neely O’Hara, come il personaggio che ha interpretato nel film La valle delle bambole.

L’attacco non si è fermato qui. Pare che alcuni film inediti siano stati rubati e pubblicati. Tra questi Fury, Annie, Mr. Turner, Still Alice e To Write Love on Her Arms, tutti resi disponibili sui siti di file sharing online. Questo è un danno notevole per la Sony Picture Entertainment, la quale sta indagando per venire a capo della vicenda.

Gli hacker che si firmano #GOP, Guardians of Peace (Guardiani della Pace), per un breve lasso di tempo sono riusciti a impossessarsi dell’account Twitter di Sony pubblicando messaggi e immagini concernenti l’attacco.

L’FBI sta indagando per individuare i responsabili. Se da un lato la Sony è seriamente preoccupata per il danno economico ricevuto, chissà cosa diranno le star, ora che i loro pseudonimi sono stati svelati. E se presto si fa a cambiarli, resta comunque un’importante questione aperta sul rispetto della privacy.