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Le intolleranze alimentari sono sempre più oggetto di studio da parte di medici e ricercatori, vista la crescente incidenza di neo diagnosticati all’anno, anche in Italia.

Una tra queste è la celiachia, malattia autoimmune dell’intestino tenue, la cui unica cura, almeno per ora, è una dieta rigorosa priva di glutine, un complesso proteico presente in alcuni cereali come frumento, segale, orzo, avena, farro e kamut.

Un gruppo di ricerca del dipartimento di Scienze agrarie, degli alimenti e dell’ambiente dell’Ateneo di Foggia ha brevettato un metodo scientifico assolutamente rivoluzionario a cui lavora da alcuni anni, con cui vengono modificate le proteine del glutine, che subiscono cambiamenti tali da non scatenare nel soggetto celiaco la cosiddetta «cascata infiammatoria», una serie di combinazioni chimiche meglio note come intolleranza.

Nello specifico di questo brevetto, secondo i ricercatori la granella di frumento rappresenterebbe il cuore della soluzione al problema della celiachia in quanto, nel seme di frumento, il glutine non è ancora formato e le sue proteine sono depositate in piccole “cellette” che consentirebbero, in presenza di acqua ed elevate temperature, i cambiamenti necessari per produrre il Gluten Friendly.

Questo metodo farà sì quindi che tutti i cibi proibiti per i celiaci siano invece commestibili grazie proprio al Gluten Friendly, il glutine amico adatto a tutti i tipi di farine utilizzate per la preparazione e il confezionamento di prodotti per i soggetti intolleranti, senza influenzarne sapori e proprietà.

Una scoperta che forse cambierà la vita dei celiaci. Staremo a vedere, certo un plauso va alla ricerca e a chi la sostiene.