Le divise delle hostess affascinano da sempre passeggeri e appassionati del mestiere. Il taglio impeccabile, il portamento delle dipendenti, ma anche l’unicità delle uniformi caratteristiche di ogni compagnia aerea, sono gli elementi che fanno di queste particolari divise esempi di stile ed eleganza. I tacchi bassi sono una priorità, poiché la comodità è necessaria a bordo, mentre l’abbigliamento varia per ogni compagnia, che ne determina modello e taglio, facendo riferimento a una diversa casa di moda.

Non mancano però nemmeno le polemiche per quanto riguarda il taglio delle divise. In Giappone infatti si è aperto il dibattito intorno alla decisione della compagnia aerea Skymark Airlines di vestire le assistenti di volo in maniera più attillata, accorciando le gonne in maniera a dir poco vertiginosa. L’accusa è quella di trattare le donne come degli oggetti, dal momento che questa uniforme rappresenta una pubblicità per attrarre i clienti.

hostess, le divise in volo tra eleganza e polemiche

Ma oltre a essere poco decorose, le divise costituiscono un problema anche per quanto riguarda la sicurezza a bordo. Infatti, in caso di emergenza, le divise attillate e corte potrebbero impedire la rapida attivazione delle hostess. C’è chi parla addirittura di un rischio di ‘molestie sessuali’ che diventerebbe molto più realistico e del disagio provocato quindi a chi dovrebbe svolgere il proprio lavoro nella massima tranquillità.

Ma è già successo che le divise in volo aprissero dibattiti e che le assistenti di volo si ribellassero, rifiutandosi di indossare le divise. Nel 2012 le assistenti di volo della compagnia aerea Meridiana Fly si erano ribellate alla taglia 42 disegnata e decisa da Cristina Coelin, ex modella e moglie dell’amministratore delegato della società. Una taglia considerata troppo stretta e altamente lesiva della dignità femminile, marcatamente sessista e discriminatoria. Così venne definita all’epoca dalle dipendenti della compagnia.

D’altra parte però, le divise fanno discutere soprattutto per la loro eleganza, al di là dei pochi casi in cui si scatenano polemiche a riguardo. Vi è un vero e proprio giro d’affari alla base, in cui vengono coinvolti grandi stilisti, incaricati di disegnare divise in grado di caratterizzare al meglio compagnie e paesi di provenienza.
Vivienne Westwood ha disegnato le uniformi della Virgin Atlantic, mentre la celebre Air France ha affidato il compito a Christian Lacroix che ha creato una divisa sofisticata, con dettagli recuperati dal passato e portati nell’era moderna, costruendo così un’uniforme unica sia per lui che per lei. Gianfranco Ferré ha disegnato nel 2005 quelle per la compagnia aerea vietnamita, caratterizzate da gonna a tubino e tailleur, decorose ed eleganti nella loro semplicità come le dipendenti che le indossano.

Banana Republic ha disegnato invece la collezione di divise per la Virgin America, dal taglio casual, con gonna nera a tubino e camicia nelle tonalità rosso e grigio. Una delle più particolari è quella disegnata da Pierre Balmain per la Singapore Airlines: le hostess indossano l’abito lungo e colorato tipico del Paese, evocandone così le tradizioni. Alcune compagnie aeree come quella indiana o araba si distinguono infatti proprio per aver creato divise che ricordano il paese d’origine, attraverso colori, forme e modelli particolari.