Quanti di voi hanno commentato uno status su Facebook che proprio non riuscivano a sopportare? Quanti si sono fatti una grossa risata nel leggere certe strane citazioni prese da chissà quale sito di Yahoo! Answer? Quanti hanno preferito chiudere Facebook pur di non scorrere più la home?
Ecco i 10 status di Facebook più irritanti di sempre – e come evitarli.

Io posso e tu no

Un bel viaggetto alle Maldive? Vincere una super schedina di calcio al 90esimo minuto? Un piatto di pasta perfetto e succulento nel miglior ristorante della Capitale o una crociera lusso in giro per il mondo? Basta anche un minimo per essere “super invidiati” da miliardi di utenti su Facebook che “soffrono” per non poter essere al loro posto. La sindrome del “Guarda, io sto facendo questa cosa e tu non puoi. Invidiami!” più che gelosia non fa altro che portare rabbia, antipatia e istinti omicida.

Frecciatine a doppio senso da parte degli ex

Si chiamano “ex” proprio per questo. E-X! Non è difficile da capirlo. Basta, quindi, a frasi, pensieri, citazioni, stralci di libri e poesie, pezzi di canzoni e ricordi romantici che possano in qualche modo far risbocciare l’amore. No, no e ancora no. Il partner lo si riconquista andando a prenderlo sotto casa, non con battutine irritanti che non capisce nessuno tranne il tuo ex.

Citazioni, citazioni sbagliate ovunque

Va bene scrivere un passo importante di Ungaretti o di Manzoni per dare un tono di pseudo-cultura alla Home di Facebook, va bene una canzone dal testo molto significativo da usare come “aiuto” per mille parole non dette e mai confidate, ma scrivere “cit. Jim Morrison” al “Domani un altro giorno arriverà” di Vasco proprio no!

-time

Non tutti capiranno. Non tutti hanno avuto la sfortuna di leggerli. Beati voi! Sono i “-time” status che rendono tutto ancora più irritante: doccia-time, film-time, bagno-time, ma perché non anche un mistoammazzando-time?!

GPS e servizi di localizzazione

Va bene tutto, una spiaggia dalla sabbia bianchissima e il mare cristallino, una mostra importante, un concerto o un evento con qualche personaggio famoso, una ricorrenza particolare, un giorno speciale, le piazze delle città più belle e un viaggio quasi in partenza, ma “presso divano” oppure “presso scuola” proprio no. Taggatevi anche in bagno già che ci siete.

Organizzatore di eventi e sbocciatore compulsivo

Un evento, un party lussuoso, il privé in discoteca o l’entrata gratuita entro mezzanotte. Che sia un contest musicale, un flashmob organizzato in centro o l’aperitivo del venerdì sera, lo sbocciatore compulsivo è sempre presente con le sue liste, tavoli, omaggi donne e “invita più gente che puoi, ci sarà da divertirsi”.

Genitori su Facebook, stalker e nostalgici del passato

Oltre a dover dare l’amicizia ai nostri genitori nel loro – disperato e fallito – tentativo di controllarci anche quando andiamo a bere un po’ d’acqua, dobbiamo subire i loro “Guarda che carino che eri in questa foto”, “A due anni hai detto la tua prima parola”, “A cinque già costruivi razzi spaziali e risolvevi il cubo di Rubik”. Tutto questo accompagnato da foto imbarazzanti, errori di battitura e commenti dei 50enni-genitori-come-loro del tipo “Com’eravate carini”.

Sto male ma non voglio che si capisca. E allora lo scrivo su Facebook

Facebook non è un diario personale dove scrivere la qualunque. Sto male, sto bene, sono felice, mi sono fidanzato, ho sonno, voglio la mamma, voglio tornare a casa, sono stanco di questa vita. Non serve raccontare al mondo intero ogni minimo dettaglio della nostra vita privata, ma dire “Che giornata bruttissima oggi, non doveva succedere! Ora sto malissimo” per riceve i soliti commenti “Cosa è successo? Che hai? Ne parliamo in pvt? Ke problemi hai?” proprio no.

Idiozia e capitan-ovvio

Che stia piovendo fuori lo vediamo tutti dalle finestre: tuoni, lampi e rumore della pioggia basta poco per riconoscerli, non serve tappezzare la schermata di Facebook di migliaia di “Sta piovendo, che nervi”. Grazie, genio!
Come non parlare anche dei “Arriva il weekend e fa sempre brutto tempo, lo fanno apposta!”, oppure, immancabili, “Il mattone in testa”, dopo una serata all’insegna dell’alcool, e i “Che serata top ieri in disco”. Figlio mio, riprenditi.

Status addicted

10.40, 11.00, 11.45, 12.10, 13.05 e così per tutta la giornata. Dalla mattina alla sera un continuo postare, commentare, condividere, scrivere, aggiornare, taggare. E basta, ma non hai una vita?

E tu? Quali status di Facebook non sopporti?