Tradotto letteralmente, significa “ora felice” e non è difficile immaginarne il perché. Chiacchiere tra amici, nuovi incontri, degustazioni e profumi unici: i cinque sensi sono tutti e contemporaneamente invitati a partecipare all’Happy Hour.

Gli italiani in fatto di moda e gusto restano imbattibili e numerose sono state le idee e le loro concretizzazioni, lungo tutta la penisola, volte a dare una rinfrescata a questo momento ricreativo.

A Bologna ad esempio, l’happy hour si fa sul bus. A bordo del City Bus, utilizzato normalmente per le visite guidate, sarà possibile, a partire dal 15 aprile con due appuntamenti mensili, degustare i prodotti tipici emiliani on the road. L’idea è nata dalla creatività di Daniele Gaiani, titolare del Follia Caffè di via Strada Maggiore. Dalla mortadella bolognese al prosciutto di Parma, accompagnati dalla scelta tra le settanta etichette del locale e allietate da un gradito dj-set, le due ore sul bus voleranno in allegria. “L’obiettivo è quello di offrire un nuovo servizio in città, abbinando la bellezza di Bologna alla bontà dei suoi prodotti“, spiega l’ideatore, consapevole di esserci riuscito.

Savona prende invece spunto da un’impostazione riuscita e ancora in auge a Berlino e Barcellona, che vede il mercato come il posto ideale per incontrarsi e chiacchierare tra food e bollicine. Fulcro della vita commerciale della città, formicaio di esigenze differenti e di tempi troppo stretti per rilassarsi, questo ambiente ha acceso la lampadina del ligure Ezio, storico barista del mercato coperto di corso Mazzini, che si è inventato l’aperitivo tra i banconi della frutta. Un appuntamento fisso, a basso costo (non si spende più di cinque euro) e accattivante anche per gli abitanti dei paesi limitrofi, l’happy hour tra zucchine e cavolfiori sta riscuotendo un enorme successo, espandendosi anche agli altri locali, come la macelleria accanto al bar, che cucina spiedini caldi per soli ottanta centesimi. “E speriamo che altri colleghi ancora si uniscano. – racconta Ezio – Non credevo che l’iniziativa avesse questo successo, ma tra il passaparola e i social network le voci corrono“.

Sulla scia savonese, lascia la sua impronta, nella storia dell’aperitivo, la bella Genova, che già si era attrezzata con il mercato del Carmine, un consorzio che unisce i commercianti e un ristorante interno, con un palco centrale costruito allo scopo di accogliere eventi e creare integrazione tra mercato e città. Già da ottobre, data dell’apertura, ha ospitato laboratori per bambini e iniziative curiose per gli adulti, come la festa della birra artigianale, oltre che presentazioni di libri e incontri.

E ultima, ma non per genialità, l’idea tutta napoletana dell’APEritivo. Una Ape Classic tirata a lucido, che, una volta ferma, si trasforma in un locale presso cui sarà possibile apprezzare le gustose bontà partenopee. L’idea di questo rinfresco itinerante, ha la firma di Vincenzo Russo, giovane chef, che dichiara: “Il vero lusso secondo me sta nella semplicità. La cucina migliore è quella senza fronzoli, da cui è possibile riconoscere i sapori di quando eravamo bambini. Un po’ come nel finale del film Ratatouille“.

Vince, dunque, chi trova la formula giusta. E cosa vince? La comunicazione tra la gente, quella che negli ultimi tempi sembra essere a rischio estinzione, ma che si può apprezzare in questi originali momenti conviviali, tra cibi e bevande.