Ultimamente si parla molto della Buona Scuola di Renzi e dell’impatto che la sua entrata in vigore avrà sulla vita di studenti e insegnanti: questi ultimi, nella fattispecie, non sanno ancora a quali precisi cambiamenti rispetto agli anni passati dovranno far fronte. Non è ancora chiaro, infatti, se le graduatorie nazionali cesseranno di esistere o meno, se quindi i punteggi sussisteranno ancora oppure non avranno più alcun valore, se il percorso per conseguire l’abilitazione sarà di nuovo il TFA, per non parlare dell’assegnazione della cattedra di ruolo che per i più è da decenni un miraggio.

Se di tutto questo bailamme burocratico proprio non ne potete più e volete dare una svolta alla vostra carriera di insegnante, non dovete andare neanche troppo lontano: la Francia ha un sistema scolastico organizzato praticamente alla perfezione. Ogni anno, il Ministero dell’Istruzione francese indice sulla base dei reali posti vacanti in tutto il Paese un concorso assolutamente pubblico, il CAPES: si tratta di un concorso in genere strutturato in prova scritta e prova orale, entrambe piuttosto difficili, a dire il vero, ma che – una volta superate – permettono all’aspirante docente di svolgere un tirocinio retribuito (a più di 1.000 euro) della durata di un anno in una scuola media o superiore (lì si chiamano ‘collèges’ e ‘lycées’), dove poi verrà assunto di ruolo e arriverà a percepire dai 1.800 euro in su.

Niente, dunque, che assomigli vagamente al supplizio a cui sono sottoposti gli aspiranti professori italiani che, una volta finito di sborsare 3.000 euro per il cosiddetto Tirocinio Formativo Attivo, non sanno neanche con certezza se e dove potranno essere presi a lavorare.

Per i più ambiziosi, poi, c’è l’Agrégation, concorso di livello più alto, che una volta superato consente ai futuri docenti di lavorare solo 15 ore alla settimana con uno stipendio di 2.000 euro: perché l’insegnamento è una strada che ci si guadagna duramente, ma che prima o poi deve anche far guadagnare.