La nuova canzone di Noemi, una delle cantanti in gara il questo Festival di Sanremo 2016, ci dipinge bene. “La borsa di una donna pesa come se ci fosse la sua vita dentro” e forse, anche di più. Noemi, a noi piaci perché sei molto donna e la tua ultima canzone racconta una storia, la nostra. Le borse sì, hanno volato mille cieli e camminato per chilometri di autostrada insieme a noi, hanno conosciuto i libri su cui piangiamo e hanno assistito ai nostri esami universitari, ai nostri colloqui di lavoro, ai nostri pranzi in meno di dieci minuti, alle nostre feste.

la borsa di una donna

E sì, scrivere delle borse è come scrivere della storia di miliardi di donne del pianeta. È come scrivere di tutti i segreti racchiusi in pelle, cavallino, pitone, plastica. È esprimere solidarietà a tutti gli oggetti che sono stati risucchiati dai buchi neri di quelle tasche senza fondo, e che stiamo ancora cercando.

La priorità è del telefono: dalla tasca del pantalone alla tasca della borsa alla mano, ecco perché non possiamo proprio dimenticarlo. Poi il portafoglio, che passa da una borsa ad un’altra con la stessa velocità con cui ci alziamo dal letto al suono della settima sveglia rimandata. E poi le chiavi di casa, della macchina, del motorino, che pure quante ne hanno passate, dimenticate in chissà quali tasche chiuse da chissà quali cerniere, e introvabili soprattutto sotto la pioggia. E ancora l’agenda e gli occhiali da sole. Ecco, la borsa di una donna incomincia più o meno da qui.


la borsa di una donna

Un tempo erano i nostri sguardi, le nostre parole, i nostri ritardi, i nostri sorrisi, i nostri amori finiti a fare capire agli altri chi eravamo, come e perché. Un tempo, poi è cambiato tutto. Ora i nostri sguardi sono rivolti all’interno delle nostre borse per trovare l’introvabile. E questo condiziona tutti i ritardi che facciamo, perché sono – il 99% delle volte, ammettiamolo – a causa di oggetti introvabili, come le chiavi della macchina disperse in quell’infinito universo che è la nostra pochette del momento. E voi ancora credete che la borsa di Mary Poppins sia finzione?


la borsa di una donna

Le borse hanno visto decine di rossetti e mascara e matite per le labbra e per gli occhi e boccette di profumo, essere trasportati in tutti i luoghi. Hanno visto fondotinta rompersi brutalmente e rovinarci la giornata – perché è chiaro, a sporcarsi, distruggersi, è sempre la borsa preferita.

Ci hanno visto ridere per strada con gli amici, piangere in macchina sole. Hanno assistito a chiamate strazianti, a pettegolezzi da peggiori bar di Caracas. Hanno sopportato con noi i giorni più stancanti, sono state strattonate e buttate sul divano a fine giornata. Hanno visto le prime rughe comparirci sul viso e noi abbiamo visto i primi graffi del tempo che avanzano su di loro.

Questo, tutto questo, perché siamo donne. Se ci dovessero chiedere di portare una sola cosa con noi in un isola deserta, be, sceglieremmo la borsa e tutta la vita che contiene. Ad occhi chiusi.

Insomma, la borsa è la nostra giungla, e io devo ancora trovare una donna che abbia il coraggio di dire “sì, la mia è una giungla ordinata”.