La maternità è la cosa più bella al mondo per una donna, nonché un diritto divino, e il desiderio di voler avere un figlio- dopo il dramma subito- ha spinto l’australiana Aminah Hart a provare l’inseminazione artificiale. Infatti, dopo aver perso due figli a soli pochi mesi di vita, a causa di una rara malattia di cui aveva scoperto di essere portatrice, Aminah, 42 anni, decise di rivolgersi alla banca del seme per tentare l’inseminazione. Tra i donatori anonimi presenti sulla carta, Aminah scelse Scott Anderson che- tra le caratteristiche fisiche, sanitarie e gli hobby- si definiva sano e felice, due cose che Aminah, come ha rilasciato in un’intervista per l’Abc Australia, non aveva mai provato.

Un anno dopo la scelta del donatore venne al mondo Leila, una bellissima bambina dai capelli biondi e la carnagione chiara, molto diversa dalla madre dalla carnagione mulatta e dai tratti indiani come suo padre. La curiosità data dai tratti fisici della bimba, così diversi dai suoi, e il fatto che la stessa Aminah ha conosciuto suo padre in età adulta, inducono la donna ad andare alla ricerca del padre biologico di sua figlia Leila. E fu così che, grazie anche alla legge australiana che non permette l’anonimato sui donatori e che consente ai figli nati tramite inseminazione di chiedere informazioni sul padre biologico dopo aver compiuto 18 anni, riuscì a trovare Scott.

Scott, già padre di quattro figli avuti dalla compagna con cui stava all’epoca, rimase molto impressionato dalla storia di Aminah. Tra i due fu un vero e proprio colpo di fulmine ed entrambi si piacquero all’istante. Così iniziarono a frequentarsi e Scott, poco tempo dopo, lasciò la sua compagna per iniziare la sua storia d’amore con Aminah e a dedicarsi alla piccola Leila. Oggi i due stanno insieme da un anno e, anche se vivono in case separate (Aminah a Melbourne e Scotto vicino Philip Island), riescono a vedersi tutte le sere.