C’era un mondo fatto di magia in cui questa non poteva vivere per sempre ed è così che da EuroDisney a Europarlamento il passo è stato breve. Incastonato tra fate, storie incantate e tunnel, quell’angolo di felicità che riunisce bambini di ogni etnia, si spezza nelle camere del Disneyland Paris. Qui, come segnalato da Marc Tarabella, deputato europeo alla Commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori, si offrono tariffe agevolate a belga e francesi, che pagano meno rispetto a persone di diversa provenienza, italiani compresi.

Cosi cita in un comunicato il portavoce dell’eurodeputato, Emmanuel Folon: numerose imprese praticano delle azioni discriminatorie sulle origini dei loro clienti. In testa alla hit parade, Disneyland Paris che discrimina in gran parte italiani, spagnoli o tedeschi per il profitto di francesi e belgi.
Sono le parole di Marc Tarabella, che avvia un’inchiesta non solo nei confronti di Eurodisney, ma di tutti quei siti on line, che non si adeguano alle norme del mercato unico e impostano prezzi diversi a seconda del paese, Zalando ed Asus compresi.

Riuscire a superare l’ostacolo del luogo di residenza, entrando sul sito originale, infatti, non sarebbe possibile: si viene rintracciati grazie all’indirizzo IP e, immediatamente, vengono inserite le tariffe associate alla zona da cui si digita. Ci accorgiamo così che per due notti in una camera d’hotel per due adulti e due bambini tra i 3 e i 17 anni con l’opzione della mezza pensione plus a Disney’s Hotel Santa Fe, il meno caro del circuito, una famiglia francese/Belga spende la modica cifra di 865€, a seguire una famiglia tedesca, 1272€, quella rumena/danese 1204€, quella spagnola 1114€ e, dulcis in fundo, la famiglia italiana 1339€.

Una differenza che fa venire vertigini e grida di panico, prima ancora di arrivare al parco d’attrazione più conosciuto d’Europa.
Da quanto scoperto, non saremmo semplicemente discriminati, ma c’è anche la beffa di trovarsi proprio sul fondo di quella lista, che non fa di certo pensare ad un mercato unico europeo.

Ovviamente la replica dell’Eurodisney non si è fatta attendere e da Parigi, i responsabili hanno affermato che per accedere alla tariffa privilegiata, è sufficiente prenotare tramite call center, piuttosto che online. Rimane solo un nodo da sciogliere: chi sta all’altro capo del filo saprà rispondere in ognuna delle lingue sopra citate, rendersi disponibile per aiutare i suoi consumatori e garantire la stessa efficienza di una prenotazione on line?

Questa mattina noi di Blog di Lifestyle ci siamo rivolti in qualità di clienti al call center Eurodisney per consumatori italiani, nessun problema di lingua dunque, e l’operatore in linea ci ha confermato anche la possibilità di accedere alle tariffe visualizzate sul sito francese con la prenotazione telefonica.
Ma se Tarabella non ci avesse informati, non avremmo certamente richiesto un servizio simile, considerato che dall’Italia non si ottiene la stessa schermata che si ha in Belgio e in Francia.

Verificato dunque che il divario è solo digitale, si cerca di comprendere se l’Eurodisney debba realmente pagare per il mancato rispetto della normativa Ue e se deciderà di intervenire per conformare i prezzi agli standard di francesi e belga. Intanto l’occhio è puntato anche su aziende, che tutti noi conosciamo bene: Zalando, la redoute Asos e qualche nome in più che Tarabella non ha ancora rivelato.
Già messe in riga, invece, Europcar, Hertz e Avis, che facevano spendere agli inglesi il 53% in più agli inglesi rispetto ai polacchi e ai belga.

In conclusione, sembra che su internet ci sia ancora tanto da lavorare: l’ecommerce non è sempre così conveniente e vantaggioso, come si pensa e se il cliente vuole le tariffe migliori dovrà essere sempre più acuto e attento ai servizi e a tutte le opzioni che offre il mercato, anche all’estero.