www.grazia.it

Brutta cosa la megalomania, me lo ripeto ogni volta che mi trovo, mio malgrado, a contatto con persone fuori di testa e completamente scollegate dal pianeta Terra. Ma in fondo di che cosa si tratta? Il dizionario la definisce così: ‘Delirio di grandezza, consistente in una eccessiva considerazione di sé, che spinge a compiere o ad attribuirsi azioni al di sopra delle proprie possibilità o proprietà; sinonimo: manie di grandezza‘.

Avete capito? Il megalomane è un pazzo che non conosce il centimetro; un soggetto che vive in un mondo in cui non potrà mai trovare approvazione che non sia la propria e nel quale verrà evitato, o addirittura deriso, da tutti quelli che lo incontreranno. Se però la mettiamo sul piano ludico, anche il megalomane può avere una sua funzione sociale: quella di far ridere il prossimo.
Quando vi capita a tiro un soggetto simile, fateci caso: nella maggior parte dei casi assumerà uno di questi comportamenti (se vi butta male addirittura tutti quanti).

È Narciso

Certo, il megalomane è convinto di essere bello pur avendo le sembianze di un cefalo; spesso si guarda allo specchio compiaciuto e si pavoneggia manco fosse Brad Pitt in Troy dopo avere quagliato con Briseide (che se non lo sapete era una sacerdotessa vergine, quindi potete comprendere l’importanza dell’opera).
Alcune volte è anche molto vanitoso, gli piace guardarsi lo specchio e ritiene di essere un tipo. Se è particolarmente brutto sostiene comunque di avere del fascino, che agli occhi dei sani di mente può essere paragonato a quello posseduto da i bagni chimici che trovi all’Olimpico.

Inventa

Naturalmente il megalomane inventa qualsiasi balla pur di rendersi figo agli occhi del prossimo. Di solito si tratta di una persona con poca personalità e che, per questo, nutre una profonda sete di approvazione. Al megalomane non interessa un buon risultato, ma solo il successo che ne deriva. Sarebbe capace di bere l’urina di Pietro Savastano in Gomorra se questo potesse renderlo una star. Non gli interessa fare del bene, ma solo essere acclamato dal prossimo. In un certo senso mi ricorda la personalità dell’imperatore Nerone, che detto tra noi era un co****ne della specie peggiore.
Una delle cose divertenti è ovviamente la sua capacità di raccontare frottole anche quando non è necessario oppure quando il rischio di essere scoperti è altissimo. Il megalomane inventa esperienze di vita come cene e viaggi pur di sembrare inserito; passa le nottate intere su Google Eart a imparare nomi di strade e locali pur di dire di essere stato a Miami; conosce Trip Advisor meglio delle sue tasche perché, per sentirsi apprezzato, deve affermare di avere cenato nei ristoranti migliori.

Parla di se in terza persona

La sindrome Hubris è un disordine inquadrato di recente da Lord David Owen sulla rivista ‘Brain’. Il medico e politico inglese descrive minuziosamente il disordine associandolo a comportamenti arroganti e ispirati a presunzione, che si accompagnano ad una preoccupazione maniacale per la propria immagine. Il termine Hubris deriva infatti dal greco e il suo significato indica presunzione e arroganza. Per poter parlare di questa patologia devono essere presenti almeno tre di 14 sintomi ben identificati, tra cui: la predisposizione a compiere azioni che mettano se stessi in buona luce; un’esagerata preoccupazione per la propria immagine; un’esaltazione delle proprie azioni; la tendenza a parlare di sé in terza persona e una fiducia eccessiva nei propri giudizi. Chiaro il concetto?

Si sente superiore

Il megalomane ovviamente crede di viaggiare su una corsia preferenziale rispetto al resto dei Sapiens. È convinto di possedere conoscenze e qualità fuori dal comune, di essere arrivato nella vita e di avere scalato vette superiori a quelle degli altri.
Il problema è che il più delle volte si tratta di un pallone gonfiato senza qualità particolari, ma che ha la fortuna di potersi adagiare su situazioni di comodo o su un successo momentaneo, che a causa dei suoi disturbi di personalità stenterà a portare avanti.

È solo

Chi di voi vorrebbe essere amico di un soggetto simile? La vostra risposta interiore spiega esaustivamente perché i pazzi megalomani non abbiano amici se non quelli in grado unicamente di compatire la sua mediocrità.