Anna Frank: il diario della ragazza segregata per ben due anni per sfuggire ai nazisti.

In un momento difficile come questo, dato dal Coronavirus, in cui dobbiamo restare a casa per forza vi invito a riscoprire questa lettura.

Leggo in rete molto spesso persone che si lamentano per queste settimane chiusi in casa e il mio pensiero torna sempre ad Anna.

La piccola Frank ha vissuto chiusa in un piccolo appartamento per due anni. Niente aria aperta, niente musica, niente tv, niente telefono, solo ginnastica, studio, libri e chiacchiere.

Purtroppo lei non si rifugiava da un virus ma da un male peggiore: i nazisti.

Vi invito a leggere, o rileggere, questo libro, di questi tempi, per riflettere.

Il diario di Anna Frank: un esempio per tutti noi

Anna è una ragazza di tredici anni di origine ebraica, è nata in una benestante famiglia poiché il padre è banchiere di professione.

La seconda guerra mondiale sconvolge la serenità della loro vita: sono costretti a trasferirsi ad Amsterdam per sfuggire alle persecuzioni (1942), dopo l’occupazione tedesca dell’Olanda, Anna e la sua famiglia si sistemarono in un alloggio segreto che si trovava sopra una vecchia fabbrica di spezie.

A loro si unirono la famiglia Van Daan e il Dottor Dussel. La loro non fu una convivenza felice, poiché erano costretti a vivere nascosti e segregati in locali piccolissimi, scomodi e molto freddi.

Fu un’esperienza molto dura soprattutto per i tre ragazzi: Anna, Margot sua sorella e Peter figlio dei signori Van Daan.

Erano troppo spesso tristi e desiderosi di libertà. Anna, nei due anni di segregazione, decide di scrivere un diario, in cui racconta le sue gioie, i suoi dolori, le sue speranze.

Racconta fatti spesso banali: le discussioni sul cibo, sull’uso del bagno, le piccole insofferenze tra persone costrette a vivere troppo vicine.

Scrive ogni pagina del diario come una lettera ad un’amica immaginaria: Kitty.

Emerge un prepotente spirito libero, senza età: sembra di poter vedere un’anima matura in un corpo di bambina, fiduciosa nell’avvenire, nella bontà dell’uomo. Spesso parla di Peter, il ragazzo di cui pian piano si accorge di essersi innamorata e con cui trascorre le serate in soffitta.

Non riesce quasi più a trovare un minimo di equilibrio in quell’ambiente: il padre sembra allontanarsi da lei, la madre solo un’amica che non dimostra nulla riguardo all’affetto materno, la sorella disperata quanto lei, il sig. Van Daan noioso, la sig. Van Daan sempre pronta a criticare ad ogni pretesto è inoltre costretta a dividere la stanza col dottor Dussel, pignolo e pesante.

Anna studiava molto, le sue passioni si basavano sulla storia, sul francese e sulle materie letterarie, ma odiava la matematica.

A seguito di una segnalazione spionistica, il 4 agosto 1944 un tedesco e quattro olandesi, fecero irruzione all’alloggio segreto: tutti i rifugiati clandestini furono arrestati e l’alloggio fu saccheggiato e perquisito dalla GESTAPO.

Qualche giorno dopo, il gruppo di rifugiati fu avviato a Westerbork, il più grande campo di concentramento in Olanda. Il 2 settembre 1944 i Frank furono condotti ad Auschwitz, dove il padre venne separato dalle figlie e dalla moglie, che da lì a poco, morì di consunzione. Nel febbraio 1945 Anna e Margot si ammalarono di tifo, e in marzo Anna morì, pochi giorni dopo sua sorella. Furono entrambe sepolte in una fossa comune. Tre settimane dopo le truppe inglesi liberarono Bergen Belesn.


Il diario di Anna Frank per riflettere

Che dire di questo libro?E’ commovente, drammatico, ancor più se pensiamo a chi apparteneva ed in che contesto è stato scritto.

I desideri, le paure, i dolori e le speranze che Anna affida a queste pagine ci travolgono e ci lasciano scossi. Imperdibile decisamente.

Leggete e non lamentatevi se per poche settimane dovrete stare a casa per il bene di tutti, lei non si è salvata, noi potremmo.

Chi è Anna Frank?

Una ragazza tedesca di origine ebrea, nata a Francoforte nel 1929, che, prima di morire a soli 16 anni nel campo di concentramento di Bergen Belsen, ci insegna il valore della bontà nonostante il mondo disumano in cui si trova a vivere. Perseguitati dai tedeschi, per la loro origine ebraica, lei, la sua famiglia e in seguito la famiglia Van Daan e il Dottor Dussel, furono costretti a stare nascosti in un alloggio segreto, fino a quando furono scoperti dalle SS. Arrestati e portati nei campi di concentramento.

Il diario di Anna Frank, fu trovato nell’alloggio segreto e consegnato dopo la guerra al padre di Anna, unico superstite della famiglia. Fu pubblicato ad Amsterdam nel 1947, col titolo originale Het acherhuiscil (il retrocasa).