Credits: repubblica.it

Lo scorso 22 marzo sarà per sempre ricordato come il giorno degli attentati di Bruxelles, durante i quali sono stati colpiti sia l’aeroporto della città che diverse stazioni metro, causando numerosi morti e feriti. Una giornata che ha riaperto le ferite degli attacchi terroristici avvenuti l’anno scorso a Parigi, a gennaio e novembre, ma anche quelli di Ankara, di Madrid, delle Torri Gemelle e di tutti quei Paesi che ogni giorno devono lottare per sopravvivere.

Martedì scorso siamo stati tutti Bruxelles, come siamo stati tutti Parigi. Ma perché Ankara non ha avuto la stessa considerazione? Perché ieri, durante la giornata di Pasqua, il mondo non si è spento a causa della strage avvenuta in Pakistan? A Lahore sono morte 72 persone, la maggior parte delle quali erano donne e bambini. Ancora una volta indifesi ed innocenti hanno perso la vita in nome di chissà quale strana ragione.

Questa volta, infatti, a differenza di Bruxelles, la Tour Eiffel – che si era illuminata con il tricolore del Belgio per commemorare le vittime e per far sentire a chi aveva perso tutto la vicinanza – non si è accesa.

Gli utenti di Twitter, però, non ci stanno e si fanno sentire con tweet che esprimono tutto il loro dolore: non è giusto stare vicino a Bruxelles e non al Pakistan. “Il dolore di una madre è lo stesso in Belgio, a Parigi, o in Pakistan” è uno dei messaggi più forti, tutti indirizzati al sindaco di Parigi, Anne Hidalgo. Quale sarà veramente il motivo per cui la Tour Eiffel non si è accesa?

Ci sono attacchi in tutto il mondo e rendiamo omaggio in modo diverso. Gli attentati di Bruxelles hanno un significato particolare perché con il Belgio abbiamo un rapporto speciale” ha spiegato il sindaco alla radio Europe 1.

Cos’altro si può dire dopo una risposta del genere? Solo che se, in giro per il web vedete una foto della torre illuminata non credete che sia per il Pakistan: quell’immagine, pubblicata su Twitter dalla giornalista Mehereen Zahra-Malik, di Reuters, risale al 2007, quando il monumento si era colorato in occasione del campionato mondiale di rugby.

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