Chi non vorrebbe poter aprire la finestra di casa e trovarsi davanti uno spettacolo mozzafiato? Una vista da rallegrare ogni singolo risveglio?
Alcuni senzatetto americani hanno deciso di utilizzare niente meno che il Manhattan Bridge di New York City come nuova residenza privata. Materiali utilizzati: legno compensato e tanto, tanto ingenio.

Gli affitti per gli appartamenti – anche quelli grandi come scatole di scarpe – crescono inesorabilmente: l’affitto mensile medio nel quartiere di Brooklyn è di 2.900 dollari, una cifra da record, che è solo marginalmente più economica rispetto a quella di Manhattan.
Sono effetti collaterali di una crisi economica che ha peggiorato le già precarie situazioni di alcuni, togliendo loro ogni possibilità di vivere una vita dignitosa, togliendo loro anche le rispettive case.

Così i senzatetto, i vagabondi, con il passare del tempo, hanno imparato a vivere la città, a viverla gratis, decidendo di costruire il loro “rifugio contro le intemperie” in uno dei posti più spettacolari della città.
Certo, le abitazioni sono spazi stretti dove ci sta solo una persona sdraiata, ma questo è proprio quel che si intende con “spirito d’adattamento”.
E proprio di spirito d’adattamento ne sa qualcosa un cinese di mezz’età, abitante del ponte, che tutte le mattine blocca la sua “porta” con un lucchetto per la bicicletta, che apre poi tutte le sere, quando torna a casa a dormire.

Per accedere ai vari rifugi-case bisogna oltrepassare quasi tutto il Manhattan Bridge e scavalcare una recinzione.
Proprio domenica scorsa, un ciclista, ha visto un uomo intento a scalare una parte del ponte e ha subito chiamo il 911 pensando che l’uomo avvistato fosse sul punto di suicidarsi.
La storia è finita bene perché l’uomo ha subito detto di non aver nessuna intenzione suicida, voleva solo tornare nella sua nuova casa.

Le case-rifugio si trovano nella parte del ponte sotto il traffico automobilistico e sopra la metropolitana; sono lunghe poco più di 10 metri – dove ci stanno un materassino e pochi oggetti personali – e non ci sono né bagno né cucina, tuttavia, per chi lì ci abitata, sono una vera e propria casa.