venerdì, 26 Aprile 2024

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Cani e gatti sono biologicamente capaci di amare

Scodinzolii, occhioni tenerissimi, zampate affettuose e buffi rotolamenti ai vostri piedi? Il vostro cane vi ama. E non si tratta di ruolo, dipendenza o quant’altro: cani e gatti, come affermano i ricercatori della Claremont Graduate University in California, sono in grado di amare.

Per chi avesse ancora dei dubbi, lo studio parla chiaro. Il livello di ossitocina, l’ormone dell’amore, sale vertiginosamente negli animali, nel momento in cui interagiscono con l’uomo o con i loro simili, esprimendo le tipiche espressioni festose e accoglienti.

Un primo esperimento è stato eseguito su cavie molto differenti: una capra e un cane. Da tempo abituati a vivere insieme in un allevamento in Arkansas, i due esemplari sono stati lasciati ad interagire per circa quindici minuti, avendone analizzato il livello di ossitocina prima e dopo tale interazione.

Paul Zak, a capo del gruppo di scienziati, spiega i risultati:”Abbiamo scoperto che il cane ha avuto un aumento del quarantotto per cento nell’ossitocina. Questo dimostra che il cane è abbastanza legato alla capra. La variazione dei valori dell’ormone suggeriscono che il cane vede la capra come “un amico”“.

Ben diverso, invece, il coinvolgimento della capra:”I suoi valori sono cresciuti del duecentodieci per cento. In sostanza un livello che testimonia un innamoramento della capra verso il cane. L’unica volta che ho visto una tale ondata di ossitocina negli esseri umani capita quando qualcuno vede la propria amata, quando è romanticamente attratto da qualcuno o quando si riceve un gesto di estrema gentilezza“.

Il secondo esperimento ha invece coinvolto gli esseri umani. Cento volontari hanno lasciato che si analizzasse il loro livello di ossitocina, prima e dopo l’incontro con alcuni animali domestici.

L’incremento dell’ormone è risultato del trenta per cento, negli individui che già avevano condiviso esperienze con dei cani, mentre inferiore è risultato il livello di chi aveva posseduto gatti o di chi non possedeva alcun animale domestico.

Nessuno nutriva dubbi a tal proposito, ma, si sa, una conferma come questa non può far altro che rafforzare l’immensa forza già esistente: quella dell’amore incondizionato tra un animale domestico e il suo padrone.

Andare a cavallo fa bene ai bambini

Andare a cavallo fa bene ai bambini: è quanto emerge da una recente ricerca, secondo cui i bambini che trascorrono il proprio tempo con i cavalli, cavalcandoli o meno, presentano minori livelli di cortisolo, l’ormone dello stress. I ricercatori hanno monitorato per tre mesi un gruppo di 130 ragazzini durante i loro corsi di equitazione dopo scuola: lezioni da 90 minuti ciascuna, in cui è stato insegnato loro come si cura, come va trattato, come si monta il proprio destriero. Ogni ragazzino ha fornito sei campioni di saliva due giorni prima e due giorni dopo il trimestre in cui si è svolto il test: i risultati delle analisi, pubblicati sull’American Psychological Association’s Human-Animal Interaction Bulletin, hanno poi rivelato che questi bambini, avendo trascorso il proprio tempo andando a cavallo, presentavano livelli di stress notevolmente ridotti rispetto a quelli registrati prima dell’inizio dei corsi.

La Dottoressa Patricia Pendry della Washington State University ha inoltre riscontrato che l’ormone dello stress, il cortisolo, tendeva ad ridursi soprattutto durante il pomeriggio: un risultato incoraggiante, se si considera che alti livelli di cortisolo, soprattutto nel pomeriggio, sono considerati un grosso fattore di rischio nello sviluppo di patologie psicologiche.

I ricercatori si augurano che lo studio condotto rappresenti un primo passo verso la scoperta di nuovi metodi per prevenire lo sviluppo di patologie mentali. Studi precedenti avevano già evidenziato quanto l’interazione con cani, cavalli e gatti giovi, in effetti, all’autostima dei bambini, ma mai ci si era focalizzati prima d’ora sul fatto che i cavalli potessero aiutare a ridurre lo stress negli adolescenti. Una prospettiva di prevenzione che non esclude, però, la possibilità di fare dell’equitazione una forma terapeutica che possa aiutare anche le persone già affette da disturbi psicologici.

Ollie, il cane che si crede un essere umano

mirror.co.uk

Il suo nome è Ollie e la sua fisionomia è quella di un cane da caccia di razza tedesca di due anni dal pelo color nocciola. La sua fisionomia appunto. Perchè Ollie non è un cane “normale”: si comporta in tutto e per tutto come se fosse un essere umano.

A testimoniare e confermare questa particolarità sono i suoi stessi proprietari, Mel Stokes e Eliot Alexander che vivono insieme al loro bambino a quattro zampe in una modesta casa a Forest Hall nel Newcastle. Secondo i loro racconti il cucciolo Ollie assume spesso degli atteggiamenti da vero e proprio essere umano, a partire dalla prima colazione che non gli viene servita in una normale ciotola per cani bensì in una tazza a lui appositamente riservata.

Non solo: Ollie ama moltissimo il mare e farsi lunghe nuotate, con tanto di grandi rotolate nella sabbia. E una volta rientrato a casa la prima cosa che fa non è cominciare a gironzolare tutto sporco a destra e a manca per le stanze, ma correre più veloce della luce in bagno per farsi una riposante e rinfrescante doccia.

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Amato e sicuramente un po’ viziato dai suoi padroni, Ollie è il vero e proprio “cocco di mamma”, tanto che se si intrufola nel letto di Mel e Eliot nel cuore della notte – cosa che spesso accade – non riceve sgridate ma tante coccole e una calorosa ospitalità.

Ollie è trattato come se fosse un vero e proprio bambino, a cui bisogna dedicare molta cura e attenzioni. Ed essendo questa la sua condizione questo bel cane da caccia ha sviluppato una passione che tutti i ragazzini ‘umani’ hanno: quella per il gelato. Tanto che ogni volta che sente la musica del gelataio si precipita fuori da casa, non tiene conto della coda di bambini che come lui aspettano il tanto desiderato cono e ottiene prima di tutti la sua leccornia preferita.

E chissà forse in futuro, andando avanti di questo passo, potremmo veder diventare Ollie il primo cane che ottiene un lavoro da uomo. Un’ipotesi per ora magari assurda ma che con questi presupposti potrebbe anche diventare realtà.

Abe Chan, l’uccello in grado di parlare in giapponese (VIDEO)

Ha letteralmente fatto impazzire il web, il video del Common Hill Myna – uccello di razza asiatica – di nome Abe Chan che è in grado di parlare perfettamente giapponese.

http://www.youtube.com/watch?v=6GjLv6VePSw

Nel video si nota Abe Chan che, al suono dello squillo del telefono, risponde presentando la sua famiglia “Salve questa è la famiglia Ono”, ma la sua padrona lo rimprovera dicendogli che deve rispondere solo dopo aver alzato la cornetta.

Il video è stato caricato Sathoko Ono, padrona del Common Hill Myna . Sul proprio sito, la Ono ha ammesso che il suo Abe Chan le ha procurato non pochi problemi dal momento che l’uccello pare avere la tendenza a volare via dalla finestra lasciando la sua padrona a cercarlo per ore e ore.

Questo esemplare è noto per il suo aspetto: testa grossa, piume nere, becco arancione, due caruncole gialle protese all’indietro ai lati del capo e la coda corta. La lunghezza è variabile va dai 12 ai 30 centimetri mentre il peso è di solito 250 grammi.

Ma tuttavia la particolarità del Common Hill Myna, chiamato anche Gracula religiosa o meglio conosciuto come Merlo Indiano, sta nella capacità di imitare i suoni e i rumori che lo circondano, riuscendo ad imitare perfino, in modo sorprendente, la voce umana (come si può ben notare nel video).
Tutto ciò dipende soprattutto dall’età. Difatti quelli più giovani apprendono meglio rispetto a quelli più anziani, mentre quelli cresciuti nella cosiddetta “cattività” sono considerati i migliori imitatori.

Con molta probabilità gli uccelli di questa razza non hanno idea di ciò che dicono, ma vedere un uccello possedere un’ottima padronanza della lingua rimane comunque un grande spettacolo, se non impressionante.