venerdì, 26 Aprile 2024

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Amici a 4 zampe: quanto costa, ogni anno, mantenere un cane

Il mantenimento di un animale domestico è, a tutti gli effetti, una voce di costo da considerare all’interno del proprio bilancio familiare e, come tale, influisce sulla possibilità o meno di condurre un determinato stile di vita.

Al netto di spese extra date dalla premura di ogni padrone nel voler far vivere, al proprio animale domestico, una vita serena e felice, prima di accogliere un cane in casa ciò che va fatto è un’analisi costi (tanti) e benefici (tantissimi).

Vediamo, dunque, quali sono le stime dei medici veterinari rispetto all’impatto economico che deriva dall’ospitare un cane in casa.

Ospitare un cucciolo: le spese del primo anno

Secondo un calcolo approssimativo, ospitare un cucciolo di cane in casa, durante il suo primo anno di vita, costa intorno ai 2.290 euro, numero da suddividere per i 365 giorni.

Il conto è presto fatto. La prima voce di costo da considerare è l’alimentazione. Questa si aggira intorno ai 1000 euro l’anno se si utilizza un cibo di buona qualità, fascia medio-alta, consigliato proprio per l’intestino dei cuccioli, più delicato rispetto a quello di un adulto.

A meno che il cane non sia stato acquistato (altro costo da considerare che può partire dai 250 euro, se fatto in forma privata, fino ai 3.000 per cani da allevamento) e sia, dunque, fornito di pedigree che ne attesti il quadro genetico familiare, si dovrà provvedere a fare uno screening delle malattie ereditarie, oltre che i vaccini obbligatori. Mentre per il primo il costo parte da 250 euro, per l’obbligo vaccinale il prezzo base è di 120 euro.

Ancora: sverminazione, prima visita veterinaria di routine, esami collaterali e microchip, tutti sommati, arrivano a costare circa 190 euro, a cui vanno aggiunti una media di 90 euro per gli antiparassitari (in forma di collare o di fialetta mensile).

Altra voce di costo è quella riguardante cuccia, guinzaglio e giochi. Se per il guinzaglio, per alcune razze di animali (o a seconda della resistenza o meno a determinati modelli) è il veterinario stesso a suggerire la tipologia da acquistare, sulla cuccia e sui giochi si può risparmiare. La prima può essere costruita in casa, per esempio con assi di legno su cui poggiare un vecchio cuscino o una coperta. I giochini, invece, possono anche considerarsi superflui se il tempo trascorso con il cane è un tempo di qualità, in cui l’animale viene stimolato e l’atto ludico avviene in compagnia del padrone.

Tuttavia, i cuccioli avranno bisogno dei cosiddetti giochi masticativi, ossia di quei giochi che lo aiutano a sfogare il bisogno di esplorazione (e limitano i danni in casa). Questi, nel primo anno, possono costare in media dai 160 euro ai 250 euro, a seconda del tipo scelto.

Infine la sterilizzazione grava sul bilancio familiare con un costo di circa 200 euro.

Le spese per un cane adulto

A differenza del cucciolo, dopo il primo anno di vita le spese di mantenimento di un cane diminuiscono arrivando a toccare circa i 1500 euro.

La prima cosa da considerare è, come sempre, il cibo che può scendere di categoria (mantenendo sempre la qualità) e costare circa 780 euro l’anno.

Poi vaccini, sverminazione, visita veterinaria ed esami del sangue – consigliati con cadenza annuale a partire dal quinto anno di vita – che raggiungono un costo di 190 euro, a cui vanno aggiunti un’eventuale sterilizzazione (200 euro) e gli antiparassitari (90 euro se si opta per le fialette e 70 euro per i collari da cambiare ogni 6/8 mesi).

Anche qui, ad influire di meno, sono cuccia, guinzaglio e giochi. Se si tratta di un cane di taglia grande una cuccia può venire a costare circa 30 euro. Sui giochi si può risparmiare optando per passeggiate all’aria aperta durante le quali i cani possono esplorare il terreno, scavare buche o giocare con i legnetti.

Sia nel caso del cane adulto che in quello del cucciolo si tratta, comunque, di spese essenziali “base”. A gravare, tuttavia, sul conto finale, possono essere gli imprevisti. In caso di operazione chirurgica, tra anestesia, ricovero, intervento e medicinali potrebbero volerci anche alcune migliaia di euro per far fronte a tutte le spese. Ecco perché il consiglio è sempre quello di prevedere una buona copertura assicurativa, andando ad informarsi, preventivamente su cosa copre, quanto costa e come funziona l’assicurazione per cani domestici.

Come gestire le spese senza fatica

Come detto, prima di accogliere un cane in casa è necessario avere una visione completa di quanto le spese che l’animale si porta dietro vadano effettivamente a gravare sul bilancio familiare. Per questo, il consiglio è di fare un’analisi del budget partendo da un metodo classico chiamato 50/30/20, ideato da Elizabeth Warren, che consiste nel suddividere le proprie spese in “essenziali”, “superflue” e “risparmio” per tenere sotto controllo tutte le uscite e salvaguardarsi da qualsiasi imprevisto.

Cani o gatti? La tua preferenza rivela anche la tua personalità

Cani o gatti? La preferenza accordata agli uni o agli altri ha a che fare anche con i tratti della nostra personalità. Chi possiede un gatto tende a essere più creativo, avventuroso e ansioso; mentre chi possiede un cane sembra essere più estroverso, sicuro di sé e restio ai rischi.

Sono queste, in effetti, le differenze emerse da un nuovo interessante studio condotto presso l’Università della California, l’Università di Berkeley e la California State di East Bay. Ma i ricercatori non hanno scoperto solo questo: oltre ad aver individuato le diversità al livello di personalità, gli scienziati hanno rilevato anche qualcosa di davvero sorprendente a proposito dell’affetto nutrito dai padroni nei confronti dei loro amici a quattro zampe.

Nel corso dello studio, più di 1.000 padroni di animali domestici sono stati intervistati a proposito dei loro pelosi. Ai soggetti in esame è stato poi chiesto di fare delle valutazioni anche circa i tratti salienti della propria personalità, ivi incluse anche quelle che gli psicologi chiamano le “Grandi Cinque”: apertura mentale, estroversione, consapevolezza, piacevolezza e nevrosi.

I risultati? Ebbene, coloro che hanno dichiarato di provare maggiore affetto nei confronti del proprio cane o del proprio gatto si sono dimostrati essere anche i più nevrotici: “Il fatto che alti livelli di nevrosi siano stati associati all’affetto e all’attaccamento morboso per i propri animali domestici suggerisce che i padroni degli stessi hanno una sorta di dipendenza nei loro confronti – il che può anche essere positivo per gli animali in sé” asserisce il Dottor Mikel Delgado, a capo della ricerca condotta a Berkeley.

Perché questo dovrebbe essere un bene per i nostri amici a quattro zampe? Perché la nevrosi trasforma i padroni in genitori “ex machina”, capaci di notare immediatamente se il proprio animale è ammalato, ha fame o se semplicemente vuole essere coccolato. Ma per scoprire se tra questa nevrosi e una cura più minuziosa rispetto alle esigenze dei propri animali ci sia un nesso rilevante occorreranno ancora altre ricerche.

Cani: animali da amare, non da maltrattare

Da qualche giorno gira sul web, e sulle pagine Facebook di molti animalisti, questa l
foto scattata da John Hwang in un canile della California, che ha trasformato lo splendido Chihuahua protagonista della foto in una mascotte per gli animalisti di tutto il mondo.

cane

Il cucciolo, come si nota dalla foto è su due zampe e ha le altre due unite quasi in segno di preghiera, come se davvero non attendesse altro che essere adottato ed avere finalmente una vita migliore.
Ma se per lui tutto ciò si è realizzato – poiché la sua adozione è avvenuta lo scorso 9 Gennaio – purtroppo non si può dire la stessa cosa per tutti gli altri animali rinchiusi in luoghi come questi che spesso vengono maltrattati, uccisi, o che muoiono a causa di malnutrizione e malattie varie.

Alcune associazioni italiane come Lav, Avcpp, Enpa e Animalisti Italiani denunciano soprattutto a Roma la presenza di “una situazione fuori controllo” definendo la città capitale nemica degli animali.

Eppure da sempre si dice che il cane è il miglior amico dell’uomo”: ma allora come si facciamo noi essere umani a maltrattare degli animali così indifesi che hanno solo bisogno di amare ed essere amati e che spesso sono davvero migliori di noi?
Già perchè basta guardarli negli occhi per capire cosa provano e vederli scodinzolare per avvertire la loro felicità o gratitudine nei nostri confronti. Sono animali da amare, non da maltrattare.

E poi diciamocelo: quando apriamo la porta di casa, non c’è niente di più bello che vedere il proprio fido saltare da una parte all’altra, come se fosse accaduto chissà che cosa. Così come è impossibile non commuoversi vedendo il film di “Hachiko il tuo miglior amico”, dove addirittura il cane piange accanto alla tomba del padrone. Sappiate che questo per fortuna non è solo un film, ma può costituire la realtà.

Se avete voglia dunque di un nuovo amico a 4 zampe, sarebbe meglio adottarne uno che vive in queste strutture, che è bisognoso, piuttosto che andarlo a comprare come fosse un bene di consumo qualsiasi.

Pet in famiglia: in aumento e sempre più tutelati

credits photo: impresamia.com

Quando si decide di adottare un animale si assumono diverse responsabilità. Il nostro amico a quattro zampe diventa un vero e proprio componente della famiglia e, ve lo assicuriamo, vi ripagherà diventando un fornitore di gioia a volontà. L’amore che un animale può dare è unico e le famiglie italiane l’hanno capito. Secondo il ‘Rapporto sul mondo degli animali da compagnia‘, realizzato con il contributo di IRI Information Resources e dell’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (ANMVI), sono infatti sempre di più, il 43%, le famiglie che decidono di vivere con almeno un pet. Poco importa se si tratta di un cane, un gatto o un silenzioso pesce rosso.

Sono quindi, ad oggi, circa 60 milioni gli animali domestici presenti nelle famiglie italiane: 7,5 milioni sono gatti, 7 milioni cani e per il resto si tratta di piccoli animali (pesci, roditori e animali esotici). Prendersi cura di loro, però, non è sempre facile e di certo non è economico. L’attenzione alla loro salute cresce però costantemente. Sono, infatti, 30 mila i veterinari attivi nel nostro paese. Di questi, molti sono specializzati nella cura di specifiche tipologie di animali e tutti pongono particolare attenzione all’alimentazione e allo stile di vita dei nostri pet. Questa crescente attenzione si ripercuote sull’aspettativa della vita media di Fido e Miao, che negli ultimi anni si è allungata.

L’importanza di un’alimentazione di qualità è sottolineata anche dalle recenti normative: l’Europa disciplina in modo severo la qualità e la sicurezza delle materie prime e degli ingredienti destinati al pet food e l’Italia ha approvato da diversi anni il Piano Nazionale di Controllo Ufficiale sull’Alimentazione degli Animali.

Che i nostri amici animali facciano parte della famiglia è ormai un’idea diffusa, tant’è che è stata depositata una proposta di legge che vuole collegare l’anagrafe canina con lo stato di famiglia dei proprietari. Sempre di più sono, poi, le campagne a livello mondiale che sensibilizzano verso una ‘proprietà responsabile‘: i cani devono avere il microchip e tutti i padroni, di qualsiasi specie, devono preoccuparsi di vaccinare e curare la salute mentale e psichica dei propri amici animali.