giovedì, 25 Aprile 2024

L'amore precario

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Quante volte fate sesso?

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Con che frequenza fate sesso? Questa è certamente la domanda ricorrente quanto ci si trova a chiacchierare tra amiche della nostra vita privata. Se da un lato la scuola Samantha Jones impone di rotolarsi nel letto almeno una volta al giorno, è altrettanto vero che ogni coppia raggiunge un equilibrio diverso rispetto a quello di tutte le altre.
Una volta al giorno? Siete donne sicuramente fortunate, anche se, onestamente, una frequenza simile incide negativamente nel lungo periodo, provocando una inevitabile perdita di interesse. Una volta a settimana? Un po’ pochino, in particolare se non avete ancora i capelli bianchi. Sapevate che esistono coppie che lo fanno una sola volta all’anno? E voi, che coppia siete?

Una volta al giorno

Siete persone certamente molto sessuali e abituate al contatto ravvicinato con il partner. Nei primi anni di una relazione è quasi automatico dedicare tutto questo tempo all’amore ma nel lungo periodo si corre il rischio di annoiarsi. Pensateci: anche se siete ghiotti di aragoste, vi andrebbe bene abbuffarvi ogni giorno? Questa cosa la diceva pure Ovidio: ‘Non bene, si tollas proelia, durat amor‘ che tradotto significa: ‘L’amore non dura se togli ogni lotta‘. Cosa significa? Non datevi troppo e troppo spesso. Non dimenticate mai l’elemento della conquista: diversamente l’uomo cercherà (e troverà) altrove nuove prede capaci di diventare oggetto di desiderio.

Una volta a settimana

Beh, a stento il minimo sindacale. Ho sentito storie di coppie che fanno sesso solo nel fine settimana e qui bisogna fare una distinzione: farlo una volta a settimana quando ci si vede una volta a settimana è ben diverso dal farlo una volta a settimana quando ci si vede ogni giorno. Se vi addormentate nello stesso letto ponetevi qualche domanda: perché vi cercate una tantum? Forse l’attrazione è diminuita? Forse non c’è più desiderio di conquistare l’altro? Ricordate care amiche che se vi addormentate con il pigiama di ciniglia e i calzini di spugna è normale che la libido scivoli in basso ai minimi storici. Quale uomo può dire di sentirsi attratto da una donna che si mette a letto vestita da esquimese? Forza, tirate fuori la lingerie e, se non ne avete, correte in negozio a comprarla.

Una volta all’anno

Esistono coppie che si incontrano con la frequenza degli zampognari, e cioè una sola volta in un anno solare.
Per me è difficile mentalizzare una condotta sessuale di questo tipo, eppure ci sono persone che instaurano un altra tipologia di contatto fisico: quello basato sulla dolcezza e le carezze, accantonando così l’atto sessuale. Per me è inconcepibile stare con qualcuno senza avvertirne il desiderio: che senso ha? Ciò è frequente durante l’età avanzata: se vi capita di fare sesso così poco quando siete ancora belli e aitanti mi sa che dovete farvi qualche domanda.

Donne: esseri umani da rispettare, non oggetti da manipolare

Credit: welt.de

Secondo gli studiosi sono sempre di più le donne che decidono di sottostare ai maltrattamenti dei loro “uomini”, anche se non andrebbero definiti come tali.

Ma la violenza domestica è probabilmente la forma peggiore di violenza a cui una donna possa decidere di sottostare. Mariti e fidanzati gelosi che, proprio per gelosia, compiono gesti folli sono in aumento giorno dopo giorno. Si parte da un litigio, poi uno schiaffo, poi un calcio e via dicendo, fino ad arrivare al giorno in cui succede quello che si dice sempre che si sarebbe potuto evitare.
Probabilmente quel rapporto era magari stato sano sin dal principio tutto un: “Non mettere quel vestito perché troppo corto” “Dove credi di andare truccata così?“. Sono questi solo alcuni dei segnali più banali che se ripetuti troppo spesso senza raggiungere una sorta di accordo dovrebbero far preoccupare una donna. Anche perché dalla violenza fisica si passa a quella psicologica: disturbi nel sonno, ansia, mancanza di autostima, difficoltà di concentrazione fino ad arrivare nei casi estremi all’autolesionismo o al suicidio.

L’unica indagine in merito realizzata dall’Istat a livello nazionale risale al 2006. Secondo i dati ottenuti attraverso 25.000 interviste telefoniche a donne tra i 16 e i 79 anni, la violenza colpisce in Italia una donna su tre (31,9%, circa 7 milioni di donne). Tra gli autori della violenza al primo posto si collocano gli ex mariti/ex conviventi, seguiti dagli ex fidanzati, dai mariti o conviventi attuali e infine dai fidanzati attuali. Le violenze si consumano prevalentemente in casa della vittima e in quasi un quarto dei casi hanno come conseguenza ferite gravi, tali da richiedere cure mediche specifiche. Da non sottovalutare è il rapporto tra violenza e gravidanza, l’11,5% delle donne incinte ha subito abusi dal partner durante il periodo di gestazione, mentre sono 690 mila le donne vittime di violenza domestica con figli al momento degli episodi riportati.

Eppure sono poche le donne vittime di violenza che la considerano come un vero e proprio reato. Per molte “è stato solo un incidente” o peggio ancora “lo ha fatto perché mi ama”.
Ma come puoi sostenere che possa amarti un uomo che ti picchia?

Un ruolo fondamentale nel supportare le donne vittime di violenza domestica viene svolto dai centri antiviolenza, distribuiti, seppure in maniera non omogenea, su tutto territorio nazionale. Importante è anche il 1522 conosciuto come telefono rosa o numero di pubblica utilità, attivo dal 2006, 24 ore su 24 e in diverse lingue. Cosa fondamentale: garantisce l’anonimato.

Credit: comune.cagliari.it

“Semmai dovessi avere una figlia, quando sarà cresciuta, la prima cosa che le insegnerò è quella di farsi rispettare dagli uomini. Perché ancor prima dell’amore, dev’esserci il rispetto”.

Positive singles: Il libro nero dei primi appuntamenti

Positive singles: vi presento Il libro nero dei primi appuntamenti di Cameron Amy

Forza, sentiamo, quanti di voi non hanno almeno un appuntamento non andato proprio bene con un/a uomo/donna?

Beh personalmente a me è successo: lui era un tipo abbastanza particolare, con un naso storto per via di un incidente, una dentatura strana e una voglia irreprensibile di sbandierare il suo conto corrente. Ho passato il pomeriggio ad ascoltarlo parlare della sua ragazza o ex ragazza (non lo sapeva nemmeno lui) una cosa estremamente noiosa.

Però c’è a chi è capitato di peggio come vedremo nel libro di cui andiamo a parlare stasera: ad esempio, non avete mai avuto l’appuntamento che aspettavate da una vita con lui/lei probabile futuro consorte?Per poi fare una figuraccia dopo l’altra o scoprire che lui/lei con voi non ci azzecca proprio nulla?

Non l’avete mai raccontato a nessuno?

Amy Cameron che ha fatto, ha pensato di mettere un annuncio e di raccogliere tutte le storie di primi appuntamenti che le arrivavano, inserendo nomi di fantasia, in questo libro molto leggero e decisamente divertente.

Positive singles: Il libro nero dei primi appuntamenti di Cameron Amy

Perché spenderci dei soldi? Il motivo ve lo fornisce il libro stesso:

“I cattivi appuntamenti esistono. Ogni notte, una donna torna a casa con un matrimonio mancato. Quando sono le due di notte e non potete chiamare nessuno, il libro nero dei primi appuntamenti, vi farà ridere, piangere e ringraziare la dea degli incontri perché almeno le storie che vi racconta non sono successe a voi”.

E poi perché spendere dei soldi per comprare manuale su come accalappiare gli uomini e non spenderne per un libro che vi strapperà un sorriso e vi eviterà magari qualche figuraccia durante il prossimo appuntamento…

Positive singles: Il libro nero dei primi appuntamenti

Volete un assaggio?

Immaginate di uscire con l’uomo che avete sempre desiderato, bello come un adone, che non vi ha mai filato che improvvisamente si accorge che esistete e poi viene a prendervi a casa vostra…e vostra nonna completamente ubriaca esce sul prato e vi fa ciao ciao gridando qualcosa su metodi contraccettivi dell’anteguerra. Ecco.

Oppure riuscite a farvi dare il numero di telefono di quel tipo da urlo che stava alla festa della vostra amica e riuscite a sentirlo e a strappargli un appuntamento e poi nel momento fatidico lui si scusa perché credeva che voi foste la biondona da paura con cui ha flirtato tutta la serata.

O ancora incontrate l’uomo della vostra vita che vi porta al cinema a vedere uno sdolcinato film naturalista e piange dall’inizio alla fine.

O peggio anziché portarvi in un localino trendy dopo che per qualche ora vi siete tirate a lucido e avete acquistato un vestitino supercaro vi porta ad una corsa di tir in un posto che non è nemmeno segnato nelle mappe.

O magari no, vi porta in un ristorante veramente carino, caro come il fuoco, e il vostro cavaliere ha un litigio con il personale perché pretende di pagare con buoni pasto scaduti.

Non vi racconto altro…se avete avuto almeno una volta un appuntamento imbarazzante o se comunque vi piacciono i libri dall’humor graffiante tipicamente femminile (o anche i pettegolezzi perché no) questo libro fa per voi.

I selfie di Instagram possono rovinare le relazioni

Credits: improntalaquila

Alcuni ricercatori americani hanno svelato come i selfie di Instagram possono davvero rovinare i rapporti tra persone: fare una faccia stupida, un’espressione sensuale, uno sguardo ammiccante o una foto al paesaggio possono essere apparentemente delle foto senza altri “doppi scopi”, ma di puro divertimento. Invece, secondo quanto scoperto dai ricercatori della Florida State University, i selfie possono avere delle gravi “conseguenze” sulla vita di coppia e non solo.

Per arrivare a questi risultati, hanno chiesto a 420 utenti Instagram di età compresa tra 18 e 62 anni di compilare un questionario online su quanti selfie avessero caricato sul social network e quale fosse la loro relazione. I dati ottenuti hanno dimostrato che quanto più soddisfatto di sé e del proprio corpo fosse stato un partecipante tante più foto ci sarebbero state nel suo profilo. Questo a sua volta è stato collegato a risultati negativi nei rapporti, perché i selfie sono collegati alla psicopatia.

Un team della Ohio State University, infatti, ha svelato nei primi mesi del 2015 che gli uomini che pubblicano foto di se stessi on-line hanno anche punteggi più alti nei test che misurano il narcisismo e la psicopatia. Anche se, secondo quanto rilevato da Jesse Fox, autore principale dello studio e assistente professore di comunicazione presso la Ohio State University, il legame tra foto e egocentrismo molto spesso – fortunatamente – ha delle eccezioni che confermano la regola. La tendenza predominante, comunque, è quella che prevede un forte autocontrollo e ammirazione di sé e per sé che spinge uomini e donne a pubblicare le proprie foto, venendo meno all’attenzione e al tempo da dedicare al proprio partner.