giovedì, 25 Aprile 2024

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La maledizione del Titanic è vera: sparito sommergibile con turisti

Ma allora la maledizione del Titanic esiste davvero? L’ultimo terribile episodio che si è verificato ce lo fa pensare.

Dei turisti ricchissimi pagano per poter andare a fare un’escursione nelle profondità del mare.

Meta: il Titanic.

All’improvviso il sommergibile sparisce nel nulla.

La maledizione del Titanic ha colpito: corsa contro il tempo per salvare i turisti

La maledizione del Titanic ha colpito: 5 persone hanno pagato 250 mila dollari a testa per vedere il relitto, ma sono sparite improvvisamente.

Il sommergibile che le trasportava è attualmente disperso nell’Atlantico settentrionale, si era immerso domenica e due ore dopo è sparito dai monitor, ad una profondità di quasi 4000 metri.

L’imbarcazione ha un’autonomia di 96 ore per un equipaggio di cinque persone e Mauger ha dichiarato lunedì pomeriggio di ritenere che l’imbarcazione avesse ancora 70 o più ore di ossigeno residuo.

Pare che all’interno ci sia l’aviatore e turista spaziale Hamish Harding, 58 anni, miliardario e amministratore delegato della società di vendita di jet privati Action Aviation con sede a Dubai. A bordo anche Stockton Rush, CEO e fondatore di OceanGate Expeditions. Ma le società si rifiutano di dare conferma.

La maledizione del Titanic: si cerca il sommergibile sparito nel nulla

La maledizione del Titanic esiste davvero? Dopo il fatto che vi abbiamo raccontato è difficile non crederlo.

Il sommergibile si sta cercando in tutti i modi, in profondità, in superficie, con ricerche aeree ma non ci sono tracce.

Il Titanic affondò nel 1912 dopo essersi scontrato con un iceberg e vi persero la vita 1.500 persone.

Visto che il mistero affascina molto, la OceanGate Expeditions ha deciso di organizzare viaggi di sette giorni per poter vedere il relitto, per la modica cifra di 250mila dollari. Ma nessuno di loro aveva ipotizzato che una maledizione potesse essere legata a quella nave.

Kataleya portata via con la forza, la dichiarazione del testimone

Ancora nessuna traccia di Kataleya, la bambina scomparsa nel nulla a Firenze.

Si trovava nell’ex hotel Astor, dove viveva con la madre, quando è sparita. La madre era a lavoro, l’aveva affidata allo zio. La bambina era andata a giocare con le amichette, aveva litigato con una di loro, nelle ultime immagini che si hanno di lei si affaccia all’ingresso dello stabile poi il buio.

Ora un testimone dice di averla vista.

Il testimone parla di Kataleya: “L’hanno portata via con la forza”

Nell’orario compatibile con la sparizione, un uomo dice di aver visto Kataleya “trascinata via con la forza”, oltre il cortile in direzione del palazzo di fianco.

Durante la perquisizione è stata fermata una coppia, i cani molecolari sembrano aver trovato delle tracce ma la bambina non si trova.

Perchè la bambina è stata portata via? Sembra che il movente sia una vendetta. Si parla di uno stupro, avvenuto nell’hotel ai danni di un’adolescente di origine peruviana.

Qualcuno ha rivelato: “E’ venuto fuori che una ragazzina di 15 anni era stata violentata da qualcuno nell’hotel. C’è stata anche una riunione tra tutti per discutere del fatto, sono certa che durante la riunione c’era anche il papà di Kataleya”.

Ma cosa c’entra la famiglia Alvarez in questa storia?

Fermati lo zio ed il fratello di Kataleya, emergono nuovi misteri

La madre ed il padre di Kataleya sono sorvegliati a vista, perché entrambi hanno tentato il suicidio.

Lo zio della bambina è stato nuovamente sentito dai questori ed ha ammesso di aver perso di vista la bambina, perché impegnato con sua figlia.

Anche il fratello di Kata è stato fermato ed ha raccontato un dettaglio inquietante: sabato, prima che la bambina sparisse, si erano avvicinati degli uomini con dei palloncini mentre i due giocavano. Questi uomini però non figurano su nessuna registrazione delle telecamere.

Gli inquirenti indagano per un rapimento con ipotesi di estorsione, ma nessun messaggio, nessuna richiesta di riscatto è pervenuta ad oggi.

Bambina scomparsa a Firenze: troviamo Kataleya Alvarez


Sono ancora ore di ansia e attesa, nessuna notizia della bambina scomparsa a Firenze. Si chiama Kataleya Alvarez ed è scomparsa sabato 10 giugno dall’ex hotel occupato in via Maragliano a Firenze.
Le ultime immagini di una telecamera la mostrano nell’ingresso dell’hotel ma poi sparisce nel nulla.
La madre Katherine era al lavoro, la bambina era affidata allo zio ma pare fosse in giro per lo stabile ed abbia litigato con un’amichetta, l’ultima pare ad averla vista.

Identikit di Kataleya Alvarez la bambina scomparsa a Firenze

Guardate bene la foto di Kataleya Alvarez, la bambina scomparsa a Firenze.

Ha 5 anni è alta 1 metro e 15, ha occhi e capelli castani. Quando è sparita indossava una maglietta bianca a maniche corte, pantaloni di colore viola e scarpe nere.
È molto importante che chiunque la veda chiami subito il 112 o il 113, è molto importante anche condividere per questo vi chiediamo di far girare questo articolo.

Kataleya Alvarez la bambina scomparsa a Firenze: ostracismo e possibili nomi

La madre di Kataleya Alvarez, la bambina scomparsa a Firenze, ha già fatto dei nomi ai carabinieri di chi potrebbe averle portato via la figlia, ma non ci sono stati riscontri.
Si è invece riscontrato un forte ostracismo da parte degli abitanti dell’hotel, molti hanno rifiutato la perquisizione. Si parla di un litigio avvenuto con la famiglia Alvarez, poco tempo fa e di presunte minacce, qualcuno forse voleva occupare con la forza le loro stanze.
«Abbiamo litigato con delle persone. Volevano occupare le nostre stanze, ai carabinieri ho fatto i loro nomi» ha detto Katherine «Qualcuno l’ha presa e l’ha portata via. So che Kata è in pericolo. Non se la devono prendere con lei. Questi sono problemi dei grandi».

Kataleya Alvarez la bambina scomparsa a Firenze: ultimi avvistamenti e una telefonata

Kataleya Alvarez la bambina scomparsa a Firenze è stata inquadrata dalle telecamere mentre si affacciava nell’ingresso del hotel, poi il buio totale su di lei. Ma la madre rivela che l’hotel ha un altro ingresso, solo che la bambina aveva paura ad andarci da sola, perciò se è uscita da lì era accompagnata da qualcuno.

Isabel, l’amica della madre, nel mentre ha ricevuto una strana telefonata: «Era la voce di un uomo adulto di etnia latina che credeva che fossi la madre e mi ha detto che la bambina era con lui». Su questa telefonata si sta ancora indagando.

Kataleya Alvarez la bambina scomparsa a Firenze: ipotesi sul rapimento

Kataleya Alvarez la bambina scomparsa a Firenze potrebbe essere stata rapita come ritorsione contro la madre, dopo la lite, questa è l’ipotesi più accreditata.
La prima ipotesi era quella per cui la bambina, dopo aver litigato con l’amichetta si fosse nascosta, ma poi è stata scartata perché non si è trovata traccia di lei.
Meno accreditata quella del rapimento da parte della famiglia del padre, che attualmente è in carcere.

Condividete e se vedete una bambina che vi sembra lei telefonate immediatamente alle forze dell’ordine.

Cos’e honjok: il concetto della solitudine in Oriente ed in Occidente

La solitudine è molto temuta, difficile negarlo. Cresciamo convinti di essere “animali sociali” e di non poter stare da soli. La nostra società in particolare ci spinge a non essere soli, ad aggregarci e a demonizzare lo stare da soli.

Vi siete mai chiesti perché? Ma questo concetto è valido in tutte le culture? No ed infatti oggi parliamo di “honjok”.

Cos’è honjok: la solitudine dal punto di vista dei coreani

Honjok è un termine coreano che si traduce letteralmente come “tribù di una sola persona” e rappresenta il modo di vivere la solitudine.

Si tratta di un movimento culturale nato in Corea del Sud in cui le persone scelgono di trascorrere del tempo da sole e di dedicarsi alle proprie attività personali senza la compagnia degli altri. Queste persone che scelgono di dedicare del tempo a se stessi si occupano del proprio benessere e interessi personali.

Questo può includere attività come viaggiare da soli, andare a mangiare da soli, fare escursioni, leggere, creare arte o impegnarsi in qualsiasi altra attività che porti gioia e soddisfazione individuale.

L’Honjok è nato perché alcune persone hanno sentito la necessità di rigenerarsi, ritirandosi dalla vita sociale, per ritrovare il proprio equilibrio.

La solitudine dal punto di vista degli orientali e degli occidentali

In Oriente la solitudine non è vista in modo negativo come da noi. Lo stare da soli non viene demonizzato, perché non ne viene proposta un’idea negativa di tristezza o di depressione, ma è più un tempo di qualità da vivere con se stessi, un’opportunità per la riflessione, la crescita personale e il recupero energetico.

Al contrario in Occidente la solitudine è un tabù.

Avete mai fatto caso che quando andate in una caffetteria e siete soli vi chiedono se aspettate qualcuno? Perchè qui è difficile immaginare che qualcuno voglia starsene semplicemente in pace da solo, al cinema, in un bar o in ristorante. In Oriente questo non succede.

Da poco ho visto degli spot in tv che accentuano l’idea che stare da soli non va bene, che dobbiamo per forza stare con qualcun altro, passa così il messaggio erroneo che la stare da soli è per forza un male. In particolare agli anziani viene inculcata l’idea che se stanno da soli saranno inevitabilmente tristi e depressi, un concetto abbastanza erroneo perché si può stare bene anche da soli.

Naturalmente ci vuole equilibrio: non va bene isolarsi completamente, così come non va bene cercare di essere sempre in compagnia. È utile e salutare trovare una via di mezzo.