sabato, 20 Aprile 2024

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Un video rap per imparare l’italiano a gesti (VIDEO)

Se non si conosce la lingua, in Italia l’unico modo veramente funzionante per capire ma soprattutto farsi capire è quello di conoscere e quindi ricorrere ai celebri gesti che ci caratterizzano nel mondo, da sempre. Dalla mano in fronte per dire “tu sei matto” alle dita unite nel classico “ma che stai dicendo“, comunicare gesticolando è diventato ormai una consuetudine. Gesti radicati nella cultura del Bel Paese, tanto da diventare persino un elemento comico usato in videogiochi e cartoni animati. Se in passato qualcuno ha pensato bene di raccoglierli in un vero e proprio dizionario dei gesti italiani (con tanto di immagini e relativa traduzione), c’è chi si è sbizzarrito, andando oltre.

È così che sedici gesti tipicamente italiani sono finiti in un divertente video realizzato e diffuso sul Web dal Consolato USA a Milano in occasione della Festa dell’Indipendenza, con l’obiettivo di spiegare ai turisti americani in che modo poter districarsi nella città straniera senza avere le basi linguistiche. In Italia si può quindi comunicare semplicemente muovendo le mani nel modo giusto. E come spiegarlo agli americani, se non attraverso il loro genere per antonomasia, il rap? Il video, intitolato Italian Gestures Rap è stato interamente girato, cantato e recitato dai membri del Consolato americano, compreso il Console Generale.

un video rap per limparare l'italiano a gesti

“In un periodo in cui migliaia di cittadini americani si apprestano a visitare l’Italia (chi per vacanza o chi per studio) – ha dichiarato Christopher M. Wurst – abbiamo pensato di creare un video per provare a educare in modo divertente il pubblico americano ai gesti italiani. Avete mai pensato a come in Italia si ordinano acqua, vino o caffè? Vi siete mai soffermati sui gesti che accompagnano spesso le parole degli italiani?”

Il video racconta l’esperienza di un giovane americano che arriva a Milano e non riesce a comunicare perché non conosce la gestualità italiano. Al ritmo di have some water/drink some wine/get a coffee/take your time (con tanto di gesti tipici) il ragazzo riesce a comportarsi da vero italiano, un po’ impacciato. Ecco il divertente filmato diventato virale in poco tempo.

Meglio modelli o uomini veri? (FOTO)

Niente modelli. Sono uomini veri, normalissimi. Niente addominali – al massimo la tartaruga in profondo letargo – o tatuaggi mozzafiato. Niente pose sensuali o pseudo-tali, fisico palestrato e Photoshop pronto all’intervento. Sono uomini semplici, di tutti i giorni, che hanno provato ad imitare i veri modelli e le campagne pubblicitarie più hot di sempre.

Lo sappiamo tutti che David Beckham e Cristiano Ronaldo sono splendidi nelle loro pubblicità di biancheria intima, soprattutto con l’aiuto di un’équipe di truccatori professionali, illuminazione perfetta, un fotografo esperto e, naturalmente, Photoshop! Ma come sarebbe il nostro uomo medio nei panni di questi modelli? Grazie a questo servizio fotografico organizzato dal The Sun abbiamo avuto modo di scoprirlo!

La serie di foto è divertente e provocatoria allo stesso tempo: mostra ciò che il ragazzo medio ha come ideale di bellezza maschile – indossare la stessa biancheria intima e nella stessa posizione dei modelli.

Meglio modelli o uomini veri? Che messaggio hanno voluto dare?

Le foto stanno facendo il giro del web e i commenti di “solidarietà” al grande coraggio mostrato dai soggetti fotografati si sprecano sui social. Risate assicurate ma anche tanta riflessione: cosa vogliono dire? È una ribellione ai canoni della realtà mascherata?

Saldi: come fare acquisti oculati

Col mese di luglio cominciano finalmente gli attesissimi saldi: ma, attenzione, è meglio evitare di farne il pretesto per darsi allo shopping sfrenato nelle catene low cost, dove si rischia di comprare qualsiasi capo d’abbigliamento che rechi l’ipnotica etichetta con la percentuale di sconto.
Prima che la frenesia abbia la meglio, occorre allora un attimo di razionalità in cui ricordarsi quali sono le necessità che vanno effettivamente soddisfatte.

Prima di metter piede in un negozio, dunque, proviamo a considerare quel che davvero manca nel nostro guardaroba.

Prediligere la semplicità

Attenzione per quel capo passe-partout di cui abbiamo sempre risentito l’assenza e che potrebbe, una volta acquistato, salvarci in molte occasioni a venire. Ritrovarsi un bel blazer o un jeans basico nei momenti topici ci farà sentire fiere di non aver ceduto alla tentazione esercitata su di noi dal vestitino floreale che nel frattempo sarà diventato la divisa estiva di tutte le nostre coetanee.

Dare un occhio ai rivenditori più costosi non è vietato

Spesso durante i saldi si finisce col frequentare solo le grandi catene d’abbigliamento, che offrono, com’è noto, una tipologia di prodotti dozzinale che finirà (più prima che poi) per scolorirsi, sdrucirsi o comunque rovinarsi. Entrare in uno di questi negozi dovrebbe essere l’ultimo step da praticare nel periodo degli sconti: proviamo a preferire alla quantità la qualità e il nostro armadio ce ne sarà grato nel tempo.

Controllare sempre i prezzi sul cartellino

Qui non dovrebbero mai mancare il prezzo di partenza, quello scontato e la percentuale di sconto. Qualora non fossero presenti questi dati, non fidiamoci. Attenzione, ancora, ai fondi di magazzino che i negozianti riesumano cogliendo al balzo la palla dei saldi: per questi prodotti il prezzo dev’essere ancora più basso rispetto agli altri capi in saldi. In più, non dimentichiamo mai che i rivenditori sono responsabili degli articoli difettati anche quando sono scontati: contrariamente a quanto ci fanno credere, cambiare la merce in saldo è un nostro incontestabile diritto.

Ritratto di famiglia: tre generazioni di donne a confronto (FOTO)

huffingtonpost.com

Spesso con la fotografia si racconta non solo uno spaccato della società in cui si vive ma anche qualcosa di più personale, la propria storia di vita. Questo lo sa bene la fotografa tedesca Nina Röder che – attraverso una serie di scatti fotografici – ha voluto dare uno sguardo al passato della sua famiglia attraverso tre diverse prospettive generazionali.

La Röder è talmente legata ai suoi affetti da aver voluto riproporre momenti di un passato familiare comune basandosi su visioni differenti: quella della protagonista dei ricordi, quella di sua madre che li viveva con lei e quella di sua figlia, a cui sono stati raccontati.

La giovane artista ha deciso di rivivere le memorie della madre mettendosi letteralmente nei suoi panni: nonna, mamma e figlia hanno infatti indossato gli abiti appartenenti alla madre della fotografa. Il tutto in tre luoghi differenti della casa: bagno, salotto e camera da letto.

Il primo set fotografico – ambientato in salotto – vuole ricordare il primo ballo studentesco della mamma della Röder. Ballo che fu un vero e proprio disastro: l’accompagnatore non solo era un pessimo ballerino ma regalò addirittura alla sua ragazza un mazzo di garofani che in Germania sono fiori da cimitero!

La serie della stanza da letto vede i tre soggetti femminili davanti a una cassettiera con uno specchio. Il richiamo al passato è qui riferito alla morte della migliore amica della signora Röder: era con lei che la donna aveva iniziato a truccarsi per la prima volta.

L’ultimo set fotografico è quello del bagno. L’atmosfera calda e accogliente – con colori pastello come il rosa e l’azzurro – fa tornare alla mente il lavoro della madre di Nina, la parrucchiera. Un lavoro svolto per 20’anni con passione ed amore, nonostante l’iniziale diffidenza dei genitori, che avrebbero preferito che la figlia continuasse gli studi.

E così Nina Röder è riuscita in tre serie di scatti fotografici a racchiudere la storia di una vita, quella della madre, e a rafforzare ancora di più il legame con la sua famiglia e le sue origini.