venerdì, 26 Aprile 2024

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Quello che le donne non dicono (ma pensano)

Che le donne siano complicate è risaputo. Dolcemente complicate, canta Fiorella Mannoia e forse è propria quella dolcezza a renderle speciali nelle loro imperfezioni, quella strada tortuosa che puntualmente scelgono di percorrere, le mille sfumature di cui ogni cosa si colora ai loro occhi. L’universo femminile è per gli uomini un’equazione irrisolvibile, un punto interrogativo perenne che incombe nella loro testa da secoli. E poi, la domanda delle domande, ma cosa vogliono veramente le donne? Un quesito in grado di oscurare persino i grandi dubbi riguardanti il senso della vita, l’esistenza e persino gli extraterrestri. Una cosa è certa: le donne dicono a, pensano b e vogliono c.

La maggior parte del mondo maschile sceglie di assecondare le proprie compagne nella buona e nella cattiva sorte, accompagnando il cenno affermativo della testa a un grande sorriso, come per dire: come vuoi, tanto vinci sempre tu. A volte la soluzione sembra essere lì a portata di mano, la donna perfetta sembra essersi materializzata davanti ai loro occhi avvolta in un raggio di luce. La luce della chiarezza verbale, si intende. E invece la natura fa il suo corso e capita proprio che tra quello che una donna dice e quello che in realtà pensa ci sia uno spazio pari a mezzo universo, con tanto di pianeti e galassie in grado di cambiare il corso degli eventi. Inutile cercare di capirci qualcosa.

Le donne sono fatte per essere amate, non per essere capite.

Eppure basta prestare un po’ di attenzione a quei gesti quotidiani e ad alcune frasi tipiche proprie di ogni donna. Dal modo in cui risponde ai messaggi al tono di voce usato, per un motivo o per un altro, per un po’ di orgoglio (che non è sempre sinonimo di virilità) o semplicemente per gioco, la risposta immediata di una donna non corrisponde quasi mai a quello che pensa veramente. È vostro, cari uomini, il compito di leggere tra le righe.

Aspetta.. Cosa?

La pausa tra le due parole non è casuale, è voluta. Ed è proprio in quell’arco di tempo che lei vi sta dando il tempo di ripensare a quello che avete detto e ricambiare velocemente il concetto espresso poco prima, che evidentemente non le è piaciuto. Si chiama anche seconda possibilità. Ecco, coglietela. Non ne avrete altre.

Ok, darò solo un morso

Se al primo appuntamento dice che non ha molta fame, sta mentendo spudoratamente. Vuole solo reprimere, almeno all’inizio, la fame perenne e quella voglia estrema di abbuffarsi come se non ci fosse un domani, con tanto di calorie.

Divertiti.

Apparentemente innocuo, un messaggio del genere nasconde molto più di quello che si potrebbe pensare. Una parola sola, niente entusiasmo. Il punto poi, è categorico. È un paletto, un muro e fa la differenza. Nel punto la donna racchiude tutto quello che in realtà non dice. È così che un semplice divertiti si trasforma in un: mentre io sto a casa nel pigiamone della nonna sul divano ad accarezzare il gatto, tu te la spassi nei locali con i tuoi amici. Se non mi diverto io, non ti divertirai nemmeno tu. È così.

Mi fa sembrare grassa?

Questa è una trappola, un test della vostra intelligenza emotiva e della vostra capacità di non perdere secondi fondamentali e rispondere velocemente, con l’unica risposta accettabile: no amore, sei bellissima. Nemmeno un sembri più magra vi salverà, in quanto una risposta del genere per una donna significa una cosa sola. Ah, quindi mi stai dicendo che sono grassa?

No, sì, niente?

Una esclude l’altra. La maggior parte delle volte un “no” significa “sì”, così come un “sì” significa ovviamente “no”. Il niente è un dubbio, ma anche una certezza. Non ho niente, quindi ho tutto. Ergo, sono arrabbiata. Ma non te lo dico.

Hai ricevuto il mio messaggio?

Un’altra trappola. Siamo nel 2014, viviamo immersi in una rete tecnologica e poi WhatsApp non perdona e nemmeno il visualizzato alle.. In realtà dietro a questa domanda si cela qualcosa tipo: Se non rispondi al mio messaggio, puoi anche smettere di cercarmi e cominciare a organizzare il tuo funerale.

Sto bene.

Se avete capito il ragionamento, la risposta è che non sta bene. Questo non significa però necessariamente che sia a causa vostra e che dobbiate risolvere il problema. Vuole semplicemente che voi capiate come si sente senza dovervi informare sul perché. Spesso, nemmeno noi sappiamo perché ci sentiamo in un certo modo. Succede.

Fai quello che vuoi

La traduzione di questo punto è immediata: non devi fare quello che vuoi, se lei considera che sia sbagliato, perché poi la pagherete cara.

È una decisione tua

La decisione giusta dovrebbe essere ovvia

Devi imparare a comunicare

Devi imparare a essere d’accordo con me

Poster Disney per combattere la violenza sessuale su minori

Arrivano i poster Disney per combattere la violenza sessuale su minori. Un solo grido, un solo appello: denunciate! L’idea è dell’artista Saint Hoax e il messaggio appare forte e chiaro.

Si tratta di una campagna di sensibilizzazione che ha per oggetto i minori vittime di abusi sessuali da parte di un membro della famiglia. Lo scopo della serie di manifesti è quello di incoraggiare i minori a denunciare i loro casi affinché le autorità possano intervenire.

Saint Hoax ha recentemente scoperto che uno dei suoi più cari amici è stato violentato dal padre all’età di 7 anni: ha deciso così di creare questi disegni tanto inquietanti quanto efficaci. Opportunamente intitolato i “Pr incest Diaries”, lo scopo della serie è quello di incoraggiare le vittime a denunciare i loro aggressori.

“Il quarantasei per cento dei minori che vengono violentati è vittima di familiari”, citano i manifesti. “Non è mai troppo tardi per segnalare l’attacco”.

Poster Disney per combattere la violenza sessuale su minori

“Questa storia mi ha sconvolto”, ha scritto l’autrice dei poster in una e-mail. “Come artista/attivista ho deciso di far luce su questo argomento ancora una volta in una nuova forma. Ho usato le principesse Disney perché rappresentano un linguaggio visivo che il mio pubblico mirato avrebbe colto”.

Nota: Una delle storie originali che hanno ispirato l’opera Disney “La Bella Addormentata” comprende in realtà lo stupro incestuoso (mentre lei è addormentata); quest’ultimo è praticamente solo la terrificante versione alternativa.

Stare al passo con la moda senza far piangere il portafoglio: è tempo di saldi

www.grandhoteldelparco.it

Manca davvero poco all’inizio dei saldi, l’appuntamento più atteso dalle appassionate di shopping. Con la fine della scuola e l’inizio dell’estate, non manca la voglia di avere qualcosa di nuovo nel proprio armadio, da indossare in vacanza o da sfoggiare alle feste in città.
E quale occasione migliore, se non questa dei saldi, per rimanere al passo con le nuove tendenze e non far piangere il portafoglio?

I saldi inizieranno il prossimo fine settimana, il primo weekend di luglio, ma non lo stesso giorno in tutta Italia: come tutti gli anni la data di partenza dei saldi cambia da regione a regione.
Le prime ad iniziare saranno Lazio, Piemonte, Toscana e Veneto sabato prossimo, 5 luglio, seguite da Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Sardegna domenica 6 luglio. Dal 7 in poi sarà la volta di tutte le altre.

Sul web però i ribassi estivi sono già iniziati, o forse non sono mai finiti.
Sui siti di alcuni negozi di abbigliamento – tra i più conosciuti Luisaviaroma.com, Mytheresa.com e Net-A-Porter.com – è già possibile acquistare capi a prezzi molto bassi, e soprattutto capi firmati
. Su questi siti gli abiti sono sempre resi disponibili ai clienti a prezzi molto contenuti e, nel periodo prima dei saldi, si possono trovare le migliori occasioni.
Quindi, capi di qualità a prezzi ragionevoli. Adatto per tutte, in particolare per coloro che non sanno aspettare una settimana in più o che odiano il casino dei negozi e le infinite code alla cassa.

Se invece dovete volare all’estero, decidete per quei paesi in cui i saldi sono già iniziati: la vacanza, a quel punto, avrà una ragione in più per essere organizzata. Per non aspettare nemmeno un giorno in più le mete ideali sono la Francia e l’Inghilterra, dove i saldi sono iniziati da qualche giorno. L’alternativa può essere la Spagna, dove gli sconti iniziano prima che nella nostra penisola: infatti i “rebajas” cominceranno il primo luglio.
La Germania, invece, è vivamente sconsigliata: bisogna attendere fino al 28 luglio.

Ma se volete osare, il viaggio migliore è quello negli Stati Uniti. In America esistono i “clearance“, sconti validi per tutto l’anno in quanto legati a delle logiche di vendita: non c’è nemmeno il problema di dover aspettare una data precisa. Meglio di così non si può.

Vivere nel disordine aiuta ad affrontare meglio le avversità della vita

Vivere nel disordine aiuta ad affrontare meglio le avversità della vita, a dirlo è uno studio pubblicato sul ‘Journal of Consumer Research’: “Può capitare che la nostra casa sia in disordine, esattamente come la nostra giornata: vivere questa situazione senza provare ansia rivela che sappiamo reagire positivamente alle situazioni complicate”, confermano gli esperti.

Niente paura per scarpe fuori posto, vestiti ammassati in ogni angolo della stanza – divani, letti, sedie, scrivanie a mo’ di appendiabiti -, bagno in disordine e libri e quaderni alla rinfusa: la caccia al tesoro inizia adesso. In realtà tutto questo rappresenta una perfetta capacità dell’individuo di saper gestire al meglio i problemi della vita e le situazioni più difficili.

I ricercatori hanno svolto un esperimento su delle “cavie”: hanno osservato le reazioni di un gruppo di persone di fronte al caos. Dovevano fotografare le stanze più pulite e ordinate e metterle a confronto con quelle più disordinate e caotiche: i commenti sono stati diversi; alcuni erano totalmente
“indifferenti”, altri, resisi conto del troppo caos, sono corsi a mettere a posto. “I più ordinati usano un sistema di classificazione particolare che li aiuta a mettere a posto più velocemente. Ad esempio, c’è chi usa il cosiddetto sistema ‘a un livello’ – continuano gli esperti – in cui, ad esempio, tutti i giocattoli vanno in una cesta, e chi invece usa quelli a due o tre livelli – i giocattoli con determinate caratteristiche vanno raccolti in un tipo di scatola, altri in un’altra”. Ma cosa succede se non si segue più questo criterio? “Alcune persone reagiscono modificando le loro regole e tollerando la situazione”, concludono gli studiosi.

Anche i disordinati cronici, ad un certo punto, provano il desiderio di mettere a posto.
Perché? Perché non continuare a vivere nel caos più totale e irrazionale della propria stanza? “Mettere in ordine la casa significa muovere gli oggetti da un posto ad un altro. Quando pensiamo a dove metterli, a come posizionarli, gli diamo automaticamente un senso; tramite questo processo, le persone costruiscono confini simbolici. Tracciano le linee guida del loro ambiente domestico, dove vivono e hanno interazioni”.

Disordinati o meno, l’importante è non dover fare la gincana.

[Fonte: huffingtonpost.it]