giovedì, 25 Aprile 2024

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I rapporti occasionali fanno bene alla salute

Aspettavano tutti una scusa, una motivazione scientifica che giustificasse il proprio comportamento ormonale e la risposta è arrivata, in particolare da un gruppo di ricercatori della Cornell University americana.

La domanda esistenziale però non riguardava il buco dell’ozono o l’estinzione dei Panda, bensì le conseguenza psichiche dei rapporti occasionali. Sì, perché per alcuni uomini le divinità di riferimento sono Casanova e Bel Ami, contro i Louboutin e Miuccia Prada delle donne.

La psicologa Zhana Vrangalov, ha avuto la “fortuna” di seguire, con il suo team, per nove mesi le abitudini amorose di 370 studenti, in piena crisi ormonale, analizzando il loro approccio all’altro sesso e alle avventure di una notte.

Il risultato? Viviamo in un mondo che pullula di sociosessuali: il 42% del campione ha, infatti, dichiarato la propria abilità nel passare da una/un partner all’altro con la stessa rapidità di una piega ai capelli o di una serie da quindici di flessioni, prendendo esclusivamente il meglio da questa “immensa opportunità”.

Questo studio sembra suggerire che il sesso occasionale fa bene a chi ci è portato”, afferma la Vrangalov sul magazine Usa Pacific Standard, andando contro i precedenti studi che dichiaravano i rapporti occasionali come fonte inesauribile di ansia e legati perciò all’aumento della depressione.

Ma come sempre la verità sta nel mezzo e, secondo la psicologa, il modo per godere dei benefici di una sessualità effimera, è attuarla da sobri e con le dovute precauzioni.

Sì, perché il giorno dopo una notte brava, iniziata con un cocktail e finita tra le lenzuola, oltre al mattone in testa, siede accanto al Don Giovanni anche lo spettro della paternità. Un divertimento consapevole, al contrario, donerà tranquillità e soddisfazione, senza il pericolo di doversi ritrovare con pannolini e biberon per il resto della vita.

Una vita che a vent’anni è ancora davvero troppo lunga. E che, soprattutto promette ancora tante altre occasioni.

Scatto dopo scatto: la nostra lotta contro il cancro (FOTO)

“Queste foto non ci definiscono, queste foto siamo noi.”

Dichiara Angelo Merendino (ndr).

Tua moglie ha il cancro. E il mondo un po’ ti crolla addosso.
Per voi ha inizio una di quelle lotte che ti attacca su tutti i fronti: il dolore è lancinante, la paura è tanta, le cure sono lente e incerte. Il cancro, poi, lo riconosci: dai capelli che cadono, dalla perdita di peso, dal viso pallido e sofferto. Tutto questo sembra toccarlo con mano attraverso gli scatti di Angelo Merendino, che ha seguito la moglie Jennifer nelle sua lotta contro il cancro al seno.

Queste foto, in ordine cronologico, raccontano la storia di un amore.
Jennifer e Angelo sorridono sorseggiando birra. Il mattino li ritrae assonnati e con gli occhi pieni d’amore. A mano, a mano, nello sguardo di Jennifer emerge la paura, la disapprovazione nei confronti di questo male, i suoi occhi sembrano dire “perché proprio io?”. Poi i capelli iniziano a cadere e la consapevolezza prende il sopravvento. Le cure si intensificano, giorni ti senti a pezzi e smetti di crederci, altri tiri fuori una grinta che nemmeno pensavi di avere e combatti. Circondata dall’amore dei familiari, coccolata dalle fusa del gatto, e trovando conforto in un momento da dedicare a se stessa, un nuovo colore di smalto per non dimenticarsi di essere donna.

Jennifer non ce l’ha fatta.
La fotostoria di Angelo e Jennifer si conclude con uno scatto in cui Angelo la saluta per sempre, e lo fa con un messaggio: “I loved it all”.
Perché in fondo la morte fa un po’ meno paura se l’amore ce l’hai dentro. Puoi portarlo con te per sempre.

[Credit Photo: incredibilia.it]

I giovani d’oggi: carriera al primo posto

I giovani d’oggi sono i più interessati a fare carriera degli ultimi cent’anni: è quanto emerge da una recente ricerca inglese, nel corso della quale 4 esaminati su 10 si sono detti motivati a trovare un buon lavoro e il 14% di loro ha affermato che è il lavoro ciò che più conta nelle loro vite.
Lo studio, incentrato su più generazioni a confronto, ha mostrato le attitudini dei giovani di ogni epoca circa le aspettative lavorative: i risultati hanno evidenziato come i giovani d’oggi, sebbene apparentemente più interessati alla notorietà o a mode quali la selfie-mania, siano i più inclini a mettere la carriera al primo posto nell’arco degli ultimi cent’anni.

Il sondaggio, condotto su sette generazioni differenti per comprendere in quale chiave ciascuna veda o abbia visto le proprie prospettive lavorative una volta finita la scuola, ha rivelato che piuttosto che mancare d’ambizione, i giovani d’oggi sono ben più motivati ad avere successo di molti loro predecessori.

Tra quelli di età compresa fra i 13 e i 19 anni, il 79% ha affermato che rimboccarsi le maniche al lavoro è una delle cose che sta a loro più a cuore. La generazione dei settantaduenni-ottantanovenni, quanti cioè sono cresciuti negli Anni Trenta ai tempi della Grande Depressione, si è attestata come l’unica ad avere le stesse aspirazioni lavorative dei giovani d’oggi.
Per quanto riguarda la generazione dei tempi della Prima guerra mondiale, attualmente ultra-novantacinquenni, le questioni di prioritaria importanza sono risultate essere la patria e la famiglia.
Tra i giovani del periodo post-bellico vissuti durante il boom economico, all’oggi di età compresa tra i 54 e i 71 anni, solo il 62% ha asserito che avere un lavoro di successo è importante.

La storica della Liverpool Hope University, Heather Ellis, che ha lavorato alla ricerca, ha affermato che questi risultati dipenderebbero dal fatto che i giovani d’oggi sono consapevoli di non poter contare su un lavoro fisso per il resto della loro vita: “Invece di rispondere negativamente a questo dato, diventando apatici o arrabbiati, questi giovani cominciano a lavorare già mentre vanno a scuola. Al contrario, quanti sono cresciuti durante il grande boom economico non hanno dovuto preoccuparsi dell’eventualità di non aver denaro a sufficienza per mangiare, sottoporsi a visite mediche o formarsi al livello accademico.

Trent’anni Vs. Vent’anni: cambia tutto. O forse no

Dopo i trent’anni la vita cambia, dice Serena.
A vent’anni pensi di poter cambiare la tua vita, risponde Francesca.

Luoghi comuni sul tempo che passa, sui punti di vista che si evolvono.

Diventi donna – dicono tanti- e le responsabilità? Da quelle proprio non puoi sfuggire quando i trenta si avvicinano. A vent’anni hai tutto il tempo davanti, e pensi di averne sempre tanto a disposizione, poi da lì è un attimo che le cose cambiano. O forse no?

Trent’anni VS Vent’anni.

Vita da single

Serena– Essere single dopo i trenta è una scelta. Se il principe azzurro non è ancora arrivato due sono i motivi: o non l’abbiamo ancora incontrato oppure non esiste. Però piuttosto che mettere i piedi per terra siamo pronte a raccontarci ancora delle favole, si può aspettare ancora qualche anno prima di accontentarci no? Tanto per riempire le lunghe giornate ci sono gli amici, il lavoro, gli aperitivi. E un po’ di sana depressione perché single è bello, ma fino a un certo punto.

Francesca– Essere single a vent’anni è una scelta. Perché il principe azzurro esiste di sicuro, e di certo mi troverà. Nel frattempo noi vogliamo divertirci, mentre a questa età bisogna anche prendersi l’incombenza di educare l’altro al rapporto di coppia. Quando avrà trent’anni di certo non sarà così(sì, a vent’anni ci credi).

Vita da coppia

Serena– Lunedì cineforum, martedì cena con i colleghi, mercoledì casa, giovedì libero, venerdì aperitivo, sabato pizza e domenica una volta dai tuoi, l’altra dai miei. Un’organizzazione precisa, con tanto di orari e agendina. Per le prime due settimane filerà tutto liscio, dopodiché l’anarchia prenderà il sopravvento. Perché chi l’ha detto che dopo i trenta non si può trasgredire?

Francesca– “Amore cosa facciamo stasera?” – “Non lo so, nel frattempo passo a prenderti, l’importante è stare insieme“. Sì, a vent’anni le certezze quasi ti fanno mancare l’aria. Si vive d’amore, fantasia, e leggerezza. Io per te, tu per me. Fino a quando ci andiamo bene. Perché nulla fa paura, restare sola ti pare impossibile, e vivi nella sensazione di avere il mondo in pugno, quindi se le cose non vanno come dico io, allora semplicemente non vanno.

Matrimonio e figli

Serena– “Ancora non sei sposata? E un figlio, poi, a che età lo fai?“. Zie, cugine, amiche di famiglia: questa domanda rimbalza facilmente dai trenta in su. Arriva puntuale ad ogni compleanno, prima con ironia, poi con una leggera preoccupazione. Se da trentenne e qualcosa, ancora non ti sei decisa a parlare di abito bianco ci penseranno gli altri a ricordarti che tutte le amiche sono sposate, tranne te.

Francesca– “Io? Non mi sposerò mai“.

Famiglia

Serena– Porto sicuro, punto di riferimento imprescindibile, i genitori, prima e dopo i trenta. Nasce un senso di protezione, ora che sei “grande”. I fratelli ti rendi conto che ti mancano quando non dividi più con loro lo stesso tetto, la stessa camera. Quelli che una volta erano litigi per la tv accesa di notte, o la radio a tutto volume mentre l’altro studiava ora sono ricordi che fanno sorridere. E allora si cresce, ma il legame cambia, si rafforza e ti rendi conto che loro ci saranno sempre.

Francesca– Li ami incondizionatamente, questo è sicuro, ma a vent’anni i tuoi genitori – credi – proprio non li sopporti. Insomma, è possibile che vogliano sapere proprio tutto quello che fai? Tanto la maggior parte delle volte la tua risposta è quella sbagliata. Li avete avuti pure voi vent’anni no? Ci litighi. La verità è che ancora una volta senti di avere tutto il tempo d’avanti, puoi sempre abbracciarli domani.

Amiche

Serena– Una lavatrice rotta, un frigorifero da sostituire, il lavoro che va e non va e convivenze e matrimoni all’orizzonte. Cambiano gli argomenti di cui parlare con le amiche storiche, davanti ad un caffè o in una lunga chiacchierata telefonica perché la giornata vola e il tempo è sempre troppo poco. Ma loro, custodi di segreti unici, testimoni di errori e risate sono lì a condividere con te tutto. Anche l’ansia dei trenta, perché loro sì che ti possono capire.

Francesca– A vent’anni gli amici sono tutto. Con loro dividi le gioie, i dolori, e gli errori più grandi, e se hai una certezze nella tua vita è che nessuno mai può capirti più della tua migliore amica. Si passa il tempo a raccontarsi il presente e a fantasticare sul futuro. Perché tanto per noi, a vent’anni, del doman non v’è certezza.

Quelli che hanno trent’anni te lo spiegano che non bisognerebbe perdere tempo. I vent’anni sono in realtà gli anni in cui getti le basi per la tua vita e tutto il resto che puoi fare anche domani. Ma tu hai vent’anni, e vai di fretta. Non hai tempo per pensarci oggi.

[a cura di Serena Bonamassa e Francesca Viviana Pagano]