venerdì, 19 Aprile 2024

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Amore, i social potrebbero aiutarvi nel trovarlo

Vi è mai capitato di mettere mi piace alla foto di un perfetto sconosciuto? Di avere, insomma, pigiato due volte sullo schermo per regalare un cuoricino a qualcuno mai visto prima?
Le commedie rosa ci hanno abituato a ogni tipo di incontro amoroso: intrecci impensabili sono spesso la base dei matrimoni più felici. Almeno nei film.
Nella vita la verità è che ci si imbatte in storie che non esistono, o meglio, che non esistono fuori dal web. Nel senso che una volta uscite da li muoiono d’asfissia, proprio come un pesciolino strappato a tradimento dal mare.

Ogni giorno centinaia di migliaia di persone si conoscono grazie ai social network: Facebook, Twitter ed Instagram creano infatti una rete fittissima di contatti, nella quale, se si è fortunati, può capitare di trovarsi.
E se per molti i flirt rimangono intrappolati nella tastiera, senza mai prendere forma nella realtà, così non è stato per Andrew Darling e Nicole Dummond, convolati a nozze dopo essersi conosciuti per caso su Instagram.
Eppure la distanza tra loro era di appena 4 miglia, ma i due, stando al loro racconto, non si erano mai incontrati prima.
Entrambi nel settore delle risorse umane, devono a Instagram la loro unione felice.
Quando si sono conosciuti Nicole era impegnata con un’altra persona, della quale subito confessò di non essere ‘really in love’. E come nelle sceneggiature più zuccherose, i due sono partiti per un viaggio lunghissimo che li ha portati da Londra fino a New York.

Ma questi due ragazzi non sono gli unici ad essersi conosciuti in questo modo: anche Jess Macdonald e David Angell si sono incontrati grazie alle proprie fotografie condivise: Trafalgar Square è stata cornice del loro primo vero incontro d’amore.
Se si è in cerca dell’anima gemella è bene dunque spulciare tra i like che riceviamo sui social: chissà che non si nasconda un perfetto Mr. Big dietro una notifica qualunque.

Humans of New York contro l’omofobia

È bastata una fotografia scattata per il noto progetto Humans of New York a un ragazzino gay visibilmente preso dalle sue emozioni a dare il via all’incredibile flusso di messaggi positivi arrivati da tutto il mondo, anche da parte di Hillary Clinton ed Ellen DeGeneres.

L’immagine, pubblicata sulla pagina Facebook di Humans of New York, mostra un adolescente in lacrime e reca come didascalia “Sono omosessuale e ho paura di come sarà il mio futuro e che alle persone non piacerò“. Post, quest’ultimo, apparso esattamente una settimana dopo la legalizzazione dei matrimoni gay approvati in tutti e 50 gli stati federati degli USA.

La fotografia è stata ricondivisa circa 60.000 volte e si è accaparrata qualcosa come 600.000 “mi piace”. Inoltre, ha raccolto più di 55.000 commenti, la maggior parte dei quali offrono sincere parole di incoraggiamento al giovane newyorkese. Tra le centinaia di commentatori intervenuti a supportarlo c’è stata anche Hillary Clinton, che ha scritto: “Una predizione da una già cresciuta: il tuo futuro sarà fantastico. Ti meraviglierai di tutte le capacità che riuscirai a maturare e della quantità di cose incredibili che riuscirai a fare. Trova qualcuno che ti ami e che creda in te. Sono certa che ce ne sono un sacco“.

Il giorno seguente al post della Clinton, anche Ellen DeGeneres ha detto la sua: “Non soltanto tu piacerai alle persone, ma loro di ameranno. Ho appena sentito parlare di te e già ti adoro anch’io“. Tuttavia, tra le risposte più riflessive e toccanti ci sono state probabilmente quelle dei membri effettivi della comunità LGBT, che si saranno potuti riconoscere più di chiunque altri nel ragazzino.

Un utente Facebook di nome Billy Riley ha scritto: “Sono gay e il mio futuro è radioso, pieno di persone che mi amano e mi adorano. E tutto quel che ho dovuto fare è stato essere me stesso“. Ancora, un altro, Ben Gamache, ha aggiunto: “Anche io sono omosessuale, ragazzo. Il mio futuro risplende e sono amato. Ma, più di ogni altra cosa, sono io ad amare me stesso e non c’è una sola cosa che cambierei di me“.

Kataleya portata via con la forza, la dichiarazione del testimone

Ancora nessuna traccia di Kataleya, la bambina scomparsa nel nulla a Firenze.

Si trovava nell’ex hotel Astor, dove viveva con la madre, quando è sparita. La madre era a lavoro, l’aveva affidata allo zio. La bambina era andata a giocare con le amichette, aveva litigato con una di loro, nelle ultime immagini che si hanno di lei si affaccia all’ingresso dello stabile poi il buio.

Ora un testimone dice di averla vista.

Il testimone parla di Kataleya: “L’hanno portata via con la forza”

Nell’orario compatibile con la sparizione, un uomo dice di aver visto Kataleya “trascinata via con la forza”, oltre il cortile in direzione del palazzo di fianco.

Durante la perquisizione è stata fermata una coppia, i cani molecolari sembrano aver trovato delle tracce ma la bambina non si trova.

Perchè la bambina è stata portata via? Sembra che il movente sia una vendetta. Si parla di uno stupro, avvenuto nell’hotel ai danni di un’adolescente di origine peruviana.

Qualcuno ha rivelato: “E’ venuto fuori che una ragazzina di 15 anni era stata violentata da qualcuno nell’hotel. C’è stata anche una riunione tra tutti per discutere del fatto, sono certa che durante la riunione c’era anche il papà di Kataleya”.

Ma cosa c’entra la famiglia Alvarez in questa storia?

Fermati lo zio ed il fratello di Kataleya, emergono nuovi misteri

La madre ed il padre di Kataleya sono sorvegliati a vista, perché entrambi hanno tentato il suicidio.

Lo zio della bambina è stato nuovamente sentito dai questori ed ha ammesso di aver perso di vista la bambina, perché impegnato con sua figlia.

Anche il fratello di Kata è stato fermato ed ha raccontato un dettaglio inquietante: sabato, prima che la bambina sparisse, si erano avvicinati degli uomini con dei palloncini mentre i due giocavano. Questi uomini però non figurano su nessuna registrazione delle telecamere.

Gli inquirenti indagano per un rapimento con ipotesi di estorsione, ma nessun messaggio, nessuna richiesta di riscatto è pervenuta ad oggi.

Letture come Downtown Abbey: Longbourn House di J. Baker

Letture come Downtown Abbey: Longbourn House di J. Baker è un libro perfetto.

Se amate Jane Austen, se avete amato il film Becoming Jane e se sentite nostalgia di Downtown Abbey allora dovete leggerlo!

Letture come Downtown Abbey: Longbourn House

Casa Bennet, la dimora natale di Jane Austen.

Ma questa non è la solita storia che vede protagonista la scrittrice, questa è la storia di una delle domestiche.

Sarah, è ormai una cameriera diciottenne, è stata cresciuta in casa Bennet dopo esser stata portata via all’orfanotrofio.

I suoi compiti sono precisi: pulire e servire per tutto il giorno, tutti i giorni, dall’alba al tramonto.

Non ci sono aspettative per lei, non andrà da nessuna parte, non vedrà il mondo, non avrà alcuna gioia.

Ma Sarah non è la vecchia governante Mrs Hill, sposata con Mr Hill, e non è neppure più bambina come Polly. Sarah vorrebbe vivere davvero e non sopravvivere alle faccende di casa, alle richieste assurde delle signorine e via dicendo.

Poi arrivano due elementi imprevisti: un valletto mulatto di un’altra casa e James Smith, domestico dal passato misterioso.

Il primo le parla di sogni, di Londra, di una vita in proprio senza esser comandati a bacchetta. James invece è schivo, ha strane cicatrici, non parla del suo passato, ha viaggiato molto e vuole proteggere Sarah.

Presto la ragazza si trova davanti ad un bivio….

Letture come Downtown Abbey: Longbourn House di J. Baker

Decisamente mi sono approcciata a questo libro intrigata dall’idea dei retroscena in casa Bennet.

Lettura piacevole, a tratti forse un po’ ripetitiva, non c’è grande varietà di scenario e Sarah è una che rimugina parecchio.

Ovviamente anche io, come tutti, ho subito pensato: Wow, una storia conosciuta, rivisitata dal punti di vista dei “piani bassi”. Diciamo che è stata un’alternativa interessante un po’ alla Downton Abbey.

Senza dubbio originale ed interessante, consigliato!