sabato, 27 Aprile 2024

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Grazie di tutto, mamma

“Il cuore di una madre è un abisso in fondo al quale si trova sempre un perdono”. Forse, semplicemente questo.

Cosa significa essere mamma? Un cuore grande, che batte all’unisono con quello di tanti piccoli pezzi di puzzle sparsi in una vita che in 24h non riesce ad essere vissuta neanche per metà; con quello di chi hai concepito, cresciuto, amato, sentito nella pelle quando ancora non sapevi neanche distinguere le gambe dalla faccia, neanche il sesso; con quello di uomini, donne, bambini, anziani, adulti, che contano su di te, sull’emozione che regali con un semplice sorriso, con un abbraccio la mattina e le attenzioni prima di andare a dormire, quando rimbocchi le coperte, lasci la luce accesa e stampi un bacio sulla fronte, con le labbra morbidi, calde. Essere mamma vuol dire – anche – questo.

Essere mamma vuol dire alzarsi la mattina prima di tutti, vincere la maratona della sveglia e festeggiare il primo posto con la caffettiera in mano e il latte sul fornello, per la ciurma che verrà dopo, ad iniziare, con te e grazie a te, la nuova giornata. Essere mamma vuol dire la lacrima che scende, sempre presente, e che riga il volto nei saggi, nelle manifestazioni, nelle recite, nelle partenze dolorose. Essere mamma vuol dire lottare fino alla fine con il salumiere e l’edicolante, al mercato della frutta e nel traffico cittadino dove “donna al voltante, pericolo costante”, in posta, a danza e pallavolo, quando accompagni i piccoli e saldi il mensile. Essere mamma vuol dire “No, figlia mia, oggi resti a casa”, calibrare il tiro dei “sì” e saper concedere al punto giusto quello che resta; vuol dire sguardo attivo e aiuto con quella matematica che non ce la fa proprio ad essere capita, anche se ci si prova da anni; vuol dire asciugare i capelli profumati di lino quando ancora non arrivi dietro la schiena con le braccine troppo corte, vuol dire tornare dal lavoro e non potersi permettere il relax di un tè caldo, un giro con le “colleghe”, un caffè in centro, perché la vita continua, imperterrita, a ricordarti di essere una mamma. E le mamme non si fermano mai, neanche con le corde e gli spaghi, neanche con le minacce, con l’età, con la stanchezza.

Esiste un video, “World’s Toughest Job”, che è nato dall’idea originale di Cardstore.com, sito leader di cartoline di auguri online. Si tratta di un colloquio di lavoro con il responsabile delle risorse umane di un’azienda prestigiosa, dalle condizioni estreme e inaccettabili.

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=HB3xM93rXbY&w=640&h=360]

Ecco quanto viene richiesto: Lavorare 24 ore su 24, 365 giorni all’anno, senza pause, mettendo in primo piano il proprio assistito sempre, con la consapevolezza che nei giorni di festa il lavoro aumenterà e non ci sarà riposo per nessuno, senza percepire neanche lo stipendio. Ecco, il lavoro è quello della mamma.

Essere una mamma vuol dire essere se stessi. Perché una mamma, in realtà, lo sa. Sa cosa fare, cosa dire, come pensare, quando chiedere, quando restare in silenzio, quando arriverà il momento delle continue litigate con i figli adolescenti che crescono e che a malapena ti rivolgono la parola; quando arriverà il momento della lotta per il telecomando, del “Mamma, oggi vado a scuola da sola”, dei dentini e del ciuccio, dello shopping indipendente, delle vacanze organizzate senza i figli, del “Non mi entra più, non ho più fame”.

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=TaJgjkSMR7s&w=640&h=360]

Oggi è la loro festa, oggi è il loro momento. Ma solo oggi? Perché solo oggi? Essere mamma vuol dire tempo pieno, no stop, 24h al giorno, 7 giorni su 7, niente festivi, feste del lavoro, ferie, pause. La festa della mamma è ogni giorno, sempre.

Perché non chiama

Mai nessun appuntamento è filato liscio come l’ultimo, con quella giusta dose di divertimento e malizia così rara da trovare in una controparte maschile. Eppure, a qualche giorno di distanza – e di silenzio -, una domanda, insistente, bussa sempre più spesso alla nostra testa: perché non chiama? Un quesito epocale, a cui la maggior parte di noi risponde com’è ovvio che sia: spalancando le porte della propria immaginazione.

Ora, lanciarsi a formulare ipotesi in simili condizioni – ne converrete, senz’altro – è la strada sicura verso l’assurdità. Così, ci si comincia a figurare che, probabilmente, anzi no, sicuramente, avrà un cellulare antidiluviano, di quelli che non registrano i nomi, ma soltanto i numeri. Ah, certo. “Scorri per sbloccare” il 2014: è qui che viviamo, con tanti begli smartphone e tablet in dotazione (quasi) naturale.

Se non usa la tecnologia, allora, dev’essere perché crede nel destino: non vuole forzare le cose, non vuole intaccare lo spontaneo corso degli eventi che concorreranno al verificarsi del prossimo incontro, perché se qualcosa deve sbocciare tra voi dovrà essere qualcosa di vero, di autentico. Non come questa teoria.

È intimidito“, “pensa che non io non corrisponda” sono già tesi più plausibili. Ma bisogna ricordarsi di non sottovalutare neanche la possibilità che non sia affatto interessato a far sì che l’episodio si ripeta: val la pena non starsene lì a languire più a lungo e darci un taglio netto con un bel “non gli interesso“, una cortesia indigesta che – con gli “uomini” che corrono – possiamo usarci soltanto da sole.

Quando, poi, ecco che, tra una bislacca intuizione e l’altra, affiora alla mente un piccolo, insignificante particolare: nessuno gli ha dato il vostro numero, nessuno gli ha rivelato il vostro cognome, nessuno gli ha appuntato la vostra email sull’agendina. Nessuno poteva farlo a parte voi: ricordarsi di dare segnali è di primaria importanza, se qualcuno ci interessa. Perché, che sia il nostro o l’altrui, sarà sempre il silenzio (del telefono e non) a generare mostri.

Le campionesse del tennis contro la violenza sulle donne (VIDEO)

L’iniziativa è stata realizzata da Mutua Madrilena, lo sponsor dell’Open 2014 di Madrid, con la partecipazione di giocatrici del calibro di Serena Williams, Maria Sharapova, Na Li, Agnieszka Radwanska e Petra Kvitova. Avversarie agguerrite sul campo, ma unite quando si tratta di parlare di solidarietà, soprattutto di argomenti come la violenza sulle donne.

Lo slogan è “La violenza di genere significa lo stesso per tutti“, e nel video ogni giocatrice indossa una t-shirt rosa e invita nella sua propria lingua ad alzare la voce contro la violenza domestica e ad agire per fermarla.

“L’abuso è una violazione dei diritti umani fondamentali”

ha detto la russa Maria Sharapova.

“Alza la voce e grida: No alla violenza!”

queste le parole della cinese Na Li.

“Non restare in silenzio per niente e per nessuno”

ha insistito l’americana Serena Williams.

Poi tutte insieme, le tenniste hanno scandito in successione, la stessa frase:

“Denuncialo, parla!”

http://www.youtube.com/watch?v=KTgOY5tP-W8

L’escalation di casi di violenza sulle donne che si registrano negli ultimi tempi ed in particolare qui in Italia, che ci fanno avere un triste primato in Europa, deve indurre alla riflessione e soprattutto a vedere un maggiore coinvolgimento nell’opera di estendere la sensibilizzazione verso l’educazione ed il rispetto degli esseri umani senza distinzione alcuna e, quindi, verso l’abolizione di tutte le forme di violenza.

credits: http://sport.diariodelweb.it

‘Piccole donne’, un test ti rivela quale protagonista sei

Credit Photo: flickfacts.com

Chi non ha avuto sul proprio comodino il romanzo “Piccole donne”?
Si tratta della narrazione più famosa di Louisa May Alcott, che, di generazione in generazione, accompagna le piccole donne verso la propria crescita.

Le quattro sorelle March le ricordiamo tutti.
Ognuna di noi leggendo questo romanzo si è impersonificata in Margaret, Josephine, Elizabeth, o Amy, fantasticando sulle loro avventure. Più o meno piacevoli, certo. Perché le sorelle March sono protagoniste di una storia che le vede diventare donne in fretta, nonostante la giovane età.
Siamo negli anni in cui si combatté la Guerra di Successione Americana, che costringe Meg, Jo, Beth, e Amy, a crescere senza il papà, il Signor March è andato in guerra.

Ma le quattro ragazze dimostrano di essere unite più che mai.
Si contraddistinguono per un forte senso di famiglia e valori morali, che permetteranno loro di superare ogni discordia e difficoltà che la vita le presenta.
Sono povere le sorelle March, ma hanno la spensieratezza e la bontà dalla loro parte. Due doti che le aiuteranno ad affrontare la vita sempre col sorriso, e ad avere sempre una mano tesa dal prossimo.

Il profilo delle protagoniste di questo romanzo, permette ad ognuna di potersi rivedere in una delle sorelle March.
Mag, la sorella maggiore, viene presentata come la più matura e giudiziosa, e qualche volta si concede un atteggiamento vanitoso, proprio di una donna di carattere.
Jo, ha 15 anni ed è la più coraggiosa e ribelle tra tutte le sorelle, aspetto del carattere che la fa emergere spesso come la più spigolosa tra tutte.
Beth, ha 13 anni ed è estremamente pacata in tutto quello che fa. Timidissima, fatica a socializzare con chi non è parte della famiglia.
Amy è la più piccola, ha appena 12 anni, e come accade spesso nelle famiglie numerose è la più viziata e coccolata. Risulta, quindi, un po’ saccente e pigra, Amy adora disegnare.

Il sito Buzzfeed ha stilato un test per scoprire quali di queste personalità è più vicina alla nostra. Basta rispondere a poche e semplici domande:

1- Trovi 10 euro per terra. Qual’è la prima cosa che ti viene voglia di comprare?
a- Un abito d’epoca molto ottocentesco
b- Un libro antico
c- Delle bambole di pezza
d- Un po’ di frutta

2- Ti sei sentita febbricitante in questo ultimo periodo?
a- Affatto
b- E chi ha il tempo per sentirsi febbricitante?
c- Solo a causa della troppa passione!
d- In realtà si, qualcosa del genere.

3- Scegli una delle sorelle Bennet di Orgoglio e Pregiudizio:
a- Elizabeth
b- Mary
c- Lydia
d- Jane

4- Per un vestito quale stoffa preferiresti utilizzare?
a- Bianca in pizzo
b- Seta marrone e nera
c- Camouflage
d- A righe ma rigorosamente con i colori pastelli

5- Qual’è la tua applicazione preferita?
a- Instagram
b- Facebook
c- Twitter
d- Web MD

6- Seriamente, ti senti bene?
a- Forse no…
b- Sto molto bene, grazie
c- Sono un po’ impegnata
d- Basta, lasciami in pace

7- Qual è il tuo tipo ideale?
a- Un artista
b- Leale e super preso da me
c- Il ragazzo della porta accanto
d- Ho altro per la testa

PROFILO A– Amy March: Sei volubile e un po’ troppo materialista. Ma verso le persone che ami veramente, sei capace di grandi atti di bontà. Probabilmente, la cosa che più vorresti cambiare del tuo aspetto è il naso.

PROFILO B– Meg March: Bellissima, gentile e con una personalità da vera leader. Sei quel tipo di donna che tutti guardano ed esclamano: “Un giorno sarà proprio una brava madre”. Ti attiri molte invidie, ma sicuramente sei anche una ragazza simpatica con la quale si può spettegolare un po’.

PROFILO C– Jo March: Sei indipendente e hai l’aria da maschiaccio. Fai tutto quello che puoi per sostenere al meglio la tua famiglia. Ogni tanto, però, ti cacci in qualche pasticcio.

PROFILO D– Beth March: Sei una ragazza bella e fragile. Sei sempre disposta a farti in quattro per aiutare la famiglia, gli amici e chi ti sta a cuore…spesso dimenticandoti di pensare un po’ a te stessa.