venerdì, 26 Aprile 2024

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Si incontrano dopo 78 anni. È la commovente storia di due sorelle gemelle

Storia a lieto fine per Ann Hunt e Elizabeth Hamel, due gemelle nate nel 1936 e poi separate alla nascita perché adottate da due famiglie diverse. Si sono ritrovate 78 anni dopo.

Ann, che vive a Aldershot, Hampshire, non sapeva neanche di avere una sorella, mentre Elizabeth, di Portland, aveva sempre saputo di avere una gemella, ma le informazioni a sua disposizione erano troppe poche che aveva perso la speranza di poterla incontrare.
Ora detengono un Guinness World Record come più lungo tempo di separazione tra gemelli.

Si sono incontrate a Los Angeles, in California, e nelle loro vite hanno entrambe visto gli orrori di una guerra mondiale, hanno cresciuto una famiglia e hanno visto nascere i loro nipoti.
Al loro incontro Ann disse “I was over the moon, I couldn’t speak. I let Elizabeth speak mostly, I had to pinch myself because I realised that I’ve got a sibling, a sister”.

Dopo parecchio tempo speso per rintracciarsi, le due sorelle iniziarono con uno scambio di lettere, poi un numero di telefono e dopo quasi un anno di chiacchierate al telefono si sono viste e si sono abbracciate. Commovente.

Il loro viaggio è stato finanziato dal dottor Nancy Segal, direttore del Twin Studies Center, presso la California State University, che ha detto: “Fascinating work on separated twins shows that here are twins growing up in totally different families, sometimes even totally different cultures, and yet they bring with them similar types of attitudes – in politics, religion, social behaviour”.
Sicuramente è difficile capire da dove vengono queste somiglianze di ideologie, ma sembra che ci siano geni legati all’intelligenza, alla personalità e al temperamento che portano due gemelli ad avere simili visioni del mondo anche se sono stati cresciuti in modi completamente diversi.

Ann ed Elizabeth si sono appena incontrate dopo parecchi decenni, ma sembrano amiche da anni, unite dal legame indissolubile di gemelle.
“…It’s so wonderful, I’m not on my own any more. I’ve got no words to say. I’m so happy”.

[Credit: DailyMail]

Quest’uomo dimostra che non si è mai troppo vecchi per ballare (VIDEO)

Chi l’ha detto che arriva un’età in cui non si può ballare più? In cui si devono appendere le scarpette al chiodo e abbandonare i propri sogni? Certo, non sarà Roberto Bolle né un’étoile famosa, ma questo “giovave” anziano dimostra che nei piedi, nell’anima e nel corpo ha ancora l’energia e il ritmo giusto per continuare a danzare.
Ecco il video che sta spopolando sul web: “So In Love” è la musica di sottofondo per la coreografia. Il video è stato pubblicato dal World Star Hip Hop e noi ve lo riproponiamo versione YouTube.

Mosse semplici, piccoli passi in avanti e indietro e qualche step laterale; leggero movimento di mani e collo e il gioco è fatto. L’uomo ha poi continuato il pezzo ancheggiando sinuosamente con i fianchi e agitando le braccia, stupendo tutto e dimostrando al mondo intero che l’età, anche in questo caso, è solo un numero.

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=v8aaZ6LAHTo&w=640&h=360]

E non è la prima volta che adulti ed anziani si mettano in gioco sul palcoscenico della danza. Ecco il grandissimo successo di Paddy, un’anziana nonna che ha stupito tutti nel programma Britain’s Got Talent, quest’anno. La donna ha sorpreso tutti, giuria compresa, non solo con la sua bellissima e molto commovente storia di vita, ma anche, e soprattutto, con la sua grande esibizione di salsa, accompagnata dal suo maestro-compagno di danza. Tutti in piedi e successo garantito anche per questa donna che dimostra come la danza, l’energia, la passione e la musica nel sangue possono essere perfetti anche ad una certa età.

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=hjHnWz3EyHs&w=640&h=360]

Dopo il selfie, arriva il dronie. Una nuova mania made in USA

Se pensate di essere alla moda scattando una foto a voi stessi magari in compagnia di uno sconosciuto o con una banana (viste le ultime tendenze del web), vi sbagliate di grosso. Dagli Stati Uniti arriva la nuova mania dei narcisisti social, che supera di gran lunga il selfie postato sui social network. Si tratta del dronie, l’evoluzione dell’autoscatto, che non richiede più un telefono super tecnologico ed evita anche eventuali strappi muscolari alle braccia alla ricerca di un primo piano perfetto.

Il dronie viene scattato infatti da un drone, un aereo telecomandato che grazie alla recente commercializzazione su vasta scala a prezzi accessibili, entrerà in breve tempo nella casa di molti cittadini. Basta puntare la videocamera di un drone su se stessi, farlo volare nella direzione desiderata per ottenere molteplici inquadrature e un effetto molto più suggestivo del selfie.

Dopo il selfie, arriva il dronie. Una nuova mania made in USA

Il primo dronie, da cui è partita una vera e propria mania, appartiene ad Amit Gupta, un ragazzo di San Francisco, che ha postato su Vimeo il video di se stesso ripreso da un drone a distanza ravvicinata. La parola dronie, che nasce appunto dall’unione di selfie e drone, è stata invece coniata da Alexandra Dao, un’utente di Vimeo. Sembra però che il video postato da Amit non sia stato per niente casuale, poiché il creatore dei dronie è il fondatore della Photojojo, una società che produce videocamere per droni. Sul sito c’è infatti persino una guida per girare il dronie perfetto. Pubblicità o no, gli utenti ne sono stati affascinati e la nuova moda sta prendendo piede su Youtube, dove ci sono già tantissimi dronie. Il più bello appartiene a Taylor Scott Mason.

I dronie non sono però destinati solo agli autoscatti aerei. Queste strane apparecchiature volanti servono per portare i pacchi a casa, registrare informazioni in varie zone del pianeta o in quelle che sono più difficili da esplorare. Negli Stati Uniti è possibile acquistare un drone per 500 dollari, mentre in Italia il modello base si aggira intorno ai 400 euro.

Ora non rimane che armarsi di un drone e sbizzarrirsi, in attesa delle future varianti del dronie-mania. Con banane, senza banane, amici o sconosciuti la nuova declinazione del selfie ha tutte le carte in regola per conquistarsi la fiducia degli amanti dell’autoscatto.

Faceboard Project, scatti alla ricerca delle emozioni

Si chiama Faceboard Project ed è il risultato della brillante idea di un fotografo americano, Mike Larremore, che ha cercato di immortalare le emozioni umane, visibili solo attraverso il volto. Le espressioni facciali, spesso insolite, strane e contorte, mostrano con spensieratezza e disinvoltura diversi stati d’animo. Dalla gioia al divertimento, dalla noia alla rabbia per un risultato divertente e coinvolgente. Basta infatti fissare per qualche secondo uno dei modelli sbadigliare, per esserne contagiati o sorridere divertiti per le loro smorfie.

Concentrandosi solo sulla faccia e trascurando il resto del corpo, Mike ha messo in risalto le varie espressioni che i suoi otto modelli hanno tirato fuori spontaneamente. Non ci sono vestiti, né accessori intorno al viso, che secondo il fotografo, avrebbero potuto distogliere l’attenzione, che si focalizza invece solo sui loro volti. I singoli ritratti sono stati successivamente combinati, dando vita a una sequenza di sedici fotografie per ogni modello. In uno dei collage un uomo inzia sorridendo alla fotocamera per il primo scatto, per poi mostrare una smorfia nel secondo, finendo poi con uno sbadiglio contagioso alla fine, mentre in un altro una giovane donna si lascia andare a smorfie molto divertenti, alternate a espressioni di stupore o sorrisi naturali.

La reazione del pubblico è stata decisamente positiva, in quanto le persone lo hanno apprezzato e visto come qualcosa di semplice e spensierato, diverso dalle pose costruite e poco naturali dei classici servizi fotografici. Un’idea brillante e divertente per mettere a nudo l’essenza di tutte quelle emozioni caratteristiche dell’essere umano. Con il suo progetto Mike Larremore ha raggiunto in poche ore più di 1.400 ‘likes’ sul suo account Tumblr.