sabato, 20 Aprile 2024

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Il principe George è una nuova piccola vittima di Photoshop

Non ha neanche un anno di vita e già il piccolo principe George, figlio del principe William d’Inghilterra e della duchessa di Cambridge Kate Middleton, è il neonato più paparazzato al mondo nonché il primo Royal Baby vittima di un Photoshop.

Tutta colpa del magazine US Weekly che ha usato il noto programma di fotomontaggio per modificare una foto del principino durante il tour inglese in Australia con i suoi genitori.

Rispetto alla foto originale, quella della copertina del magazine statunitense appare più “calda” grazie all’utilizzo dei filtri; ciò non sembra una cosa tanto grave se non fosse per il fatto che sono state anche apportate delle notevoli modifiche all’aspetto del principino dal colore degli occhi, che appaiono notevolmente più verdi (quando invece il piccolo George ce li ha castani) , al colorito della pelle che è molto più rosato e infine ai capelli che sono stati resi più biondi e tendenti al rosso.

Prince George photoshop

Ma era davvero necessario “photoshoppare” un neonato che tra l’altro, sia per la tenera età che per l’aspetto dolce e carino, non ne aveva neanche bisogno?

Dopo varie critiche da parte di altre testate giornalistiche, tra cui il New York Post, US Weekly magazine si difende dall’accusa dicendo che “il colore degli occhi e quello delle guance non sono stati modificati in nessun modo”, ma mettendo a paragone le due foto l’intervento di un photoshop è abbastanza evidente.

E il principe George, se ben troppo piccolo per capire la situazione, risponde a qualsiasi fotografo con delle smorfie buffe che stanno facendo impazzire, ed intenerire, il mondo. Sarà pur piccolo ma ha già un gran senso dell’umorismo. God save the little prince George.

Credits phot [prince george fanpage]

‘Nerd oggi, Boss domani’, lo spot contro il bullismo che fa discutere (VIDEO)

I nerd di oggi saranno i boss di domani, recita lo spot anti bullismo lanciato dalla Del Campo Nazca Saatchi & Saatchi Argentina. Un video che ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica, affrontando una problematica attuale, quella del bullismo a scuola. Una violenza che affligge numerosi ragazzi, che in questo video nelle sembianze dei nerd, o meglio dei secchioni, promettono vendetta contro i loro oppressori.

Sulle note di I will survive di Gloria Gaynor scorrono le immagini di azioni di bullismo. Il desiderio comune è quello di rifarsi sui propri carnefici. Le vittime infatti subiscono gli atti di violenza e cantano il testo della canzone modificato con frasi dure e messaggi di vendetta per i bulli: “Ti chiamerò giorno e notte e nel fine settimana. Ti messaggerò chiedendoti ogni genere di cose, assicurandomi che non potrai mai riposarti. Diventerò un amministratore delegato (CEO) e tu mi pulirai le scarpe, sarai il mio animale domestico”.

L’umorismo dello spot, o quello che la campagna ha cercato di far passare come tale, non è stato però ben accolto e il messaggio veicolato, che riprende la vecchia filosofia dell’occhio per occhio, dente per dente non è piaciuta al pubblico. Si tratta di un tema delicato e molto complesso, che dovrebbe essere trattato con maggiore sensibilità, facendo passare un messaggio ben diverso. Promettere vendetta e un trattamento futuro simile a quello subito non significa eliminare il problema. Passi l’ironia, ma la violenza non è mai una soluzione. Il bullismo poi è una problematica che va tagliata alle radici perché fondamentalmente sbagliata e non per evitare eventuali ritorsioni future, come il video vuole dimostrare.

È forse più semplice o comodo per alcuni istigare i ragazzini a rifarsi della violenza subita, ripagando con la stessa moneta i propri “nemici” anziché educarli in verso contrario?

Dormire nel modo giusto fa bene al lavoro

Quasi uno su sei lavoratori quando ritornano a casa dicono che sono così stanchi al lavoro, che si addormentano alla scrivania almeno una volta alla settimana.

Questa affermazione è stata dedotta da un’indagine, condotta da Pulse Vergine, una società di benessere dei dipendenti in Massachusetts, che ha interrogato 1.140 dipendenti in tutti gli Stati Uniti, esaminando le abitudini del sonno e la produttività del lavoro.

I risultati hanno dimostrato che il 76% dei lavoratori non si sentiva stanco quasi mai durante la settimana, mentre il 30% dei dipendenti si è rivelato insoddisfatto o molto insoddisfatto con la qualità o quantità del loro sonno.

I risultati hanno anche mostrato che l’aspetto principale che mantiene le persone sveglie durante la notte è la temperatura nella loro camera con l’85% dei partecipanti al sondaggio, che hanno espresso questo problema. Mentre, il 72% ha rivelato che il partner li teneva svegli, con il 69% che ha accusato il fastidio di rumori indesiderati durante la notte. La stanza troppo luminosa è un problema per il 53% delle persone, mentre il 40% ha comunicato un disagio con il loro materasso, troppo scomodo per consentire loro di dormire bene.

La dottoressa Jennifer Turgiss, co-autore dello studio e direttore dell’Istituto Pulse Vergine, ha commentato: “Andare a lavoro senza aver dormito o avendo dormito male, può essere l’equivalente di presentarsi al lavoro ubriaco. Il nostro studio ha fatto luce su un aspetto evidente della nostra società: la mancanza di sonno sta paralizzando della forza lavoro americana“.

I dipendenti che non dormono bene rendono meno, sfruttano male le loro abilità, non riescono a far fronte, in modo ottimale, a situazioni stressanti, e sono più propensi a fare scelte non salutari. Gli effetti della carenza di sonno compromettono attenzione e motivazione nei dipendenti, impedendo loro di raggiungere il loro pieno potenziale.

Circa il 30% dei lavoratori dice che non è soddisfatto della quantità e della qualità del sonno. Nel tentativo di incoraggiare i dipendenti a vivere più sano, spesso i datori di lavoro, grazie all’aiuto dei loro assicuratori di salute, crecano di migliorare la dieta e l’esercizio fisico, ignorando molte volte l’importantissima abitudine di dormire bene. Una forza lavoro ben riposato è fondamentale per il successo di un’azienda.

I Centri per il Controllo delle Malattie e la Prevenzione ha paragonato la mancanza di sonno ad un’epidemia, collegandola ad incidenti stradali, catastrofi industriali e altri errori professionali. Anche altri studi hanno dimostrato che i dipendenti che dormono meno di sei ore al giorno hanno quasi il 30% in più di probabilità di essere in sovrappeso e mostrando anche tutta una serie di problemi di salute come l’ipertensione, il diabete, la depressione e il cancro.

I datori di lavoro cercano di venire incontro ai lavoratori, incoraggiando i dipendenti ad utilizzare giorni di vacanza, e fornendo altri strumenti e programmi per aiutare i dipendenti. In questo modo, i dipendenti saranno più riposati e si sentiranno più sostenuti dai loro datori di lavoro, cosa che li spingerà a svolgere al meglio il loro lavoro, al fine di creare una forza lavoro fiorente e di business.

Sensation White: la notte bianca della musica house

Credits photo sensation.com

Quindicimila persone per una notte di musica elettronica. Bologna che si trasforma nella capitale della musica dance. All’Unipol Arena di Casalecchio di Reno, folla scatenata per Sensation into the wild, che è tornato sotto le Due Torri il 25 aprile, per la seconda volta, dopo il sold-out registrato nel 2013.

Una serata dall’altissimo tasso spettacolare: luci, coreografie e ovviamente musica house gli ingredienti principali. Ma il vero spettacolo lo danno i partecipanti. E sì, perché a caratterizzare l’evento c’è il dress-code obbligatorio (tutti vestiti rigorosamente di bianco, ammessi solo accessori di altri colori) che contribuisce a rendere inimitabile lo spettacolo.

Cinque i dj che si sono alternati alla consolle: Mr. White dj Resident , Oliver Heldens, Hardwell incoronato nel 2013 miglior dj al mondo – Dyro, e le bellissime gemelle Nervo. L’Italia, con la data dell’Unipol Arena, ha di fatto aperto la stagione delle Sensation Night nel mondo: il 7 giugno si replica a San Pietroburgo, il 5 luglio nella patria madre, Amsterdam. Proprio in Olanda, nel 2000 i fratelli Miles e Duncan Stutterheim, animatori di party house e gabber, fondano la società ID&T. Pochi mesi dopo Miles muore in un incidente d’auto.

Leggenda vuole che in occasione di una festa in memoria del fratello scomparso, Duncan chieda ai suoi ospiti di presentarsi all’evento vestiti di bianco, dando vita al dress-code che tutt’ora caratterizza Sensation e che coinvolge milioni di persone nel mondo dal 2001. Insomma, se partecipando al Sensation White vi sembra di essere in Paradiso non siete molto lontani dal volere di chi ha creato questo format. Vincente.

Aver portato in Italia il Sensation è una scommessa vinta sotto molti punti di vista – , spiega l’organizzatore italiano Massimo Fregnani, un passato da studente Dams a Bologna, – prima di tutto in quello culturale visto che c’è stata una sorta di pregiudizio per molti anni, tramutatasi in vera e propria barriera, verso la musica elettronica e house”.

Un’autentica maratona, durata dalle 22 alle 5 del mattino che ha coinvolto giovani e meno giovani accorsi in massa nonostante il prezzo, non proprio popolare, del biglietto. Da 75 a 150 euro (50 cent a biglietto, sono state devolute all’iniziativa di restauro del portico di San Luca a Bologna, Un Passo per San Luca) ai quali sommare consumazioni, spostamenti, alloggio. La dimostrazione che un evento very cool è ancora un’ottima idea, anche in tempi di crisi.

Guest post di Cristiano Carriero