venerdì, 19 Aprile 2024

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Gli universitari sono più in grado di recuperare da lesioni cerebrali

Chi ha frequentato l’università è sette volte più in grado di recuperare da lesioni cerebrali traumatiche. Questi i nuovi risultati di una ricerca scientifica riportata sul dialymail.co.uk. Le persone ben istruite hanno una maggiore “riserva cognitiva”, affermano i ricercatori degli Stati Uniti.

I “muscoli” del cervello sono più forti e i cervelli funzionano complessivamente meglio. Questo significa che hanno meno probabilità di essere disabilitati in modo permanente dopo un trauma cranico.
I ricercatori non sanno ancora esattamente il perché di questo fenomeno. Forse per un uso più frequente di mente e pensiero per gli universitari? Forse per un’attività maggiore del sistema nervoso? Più energie, più sforzo?
“Dopo questi tipi di lesioni alcune persone sono disabilitate per la vita e non sono mai in grado di tornare al lavoro, mentre altre persone che hanno lesioni simili recuperare pienamente”, ha detto l’autore dello studio, il dottor Eric Schneider della Johns Hopkins School of Medicine di Baltimora e membro della American Academy of Neurology.
“Capiamo alcuni fattori che portano a queste differenze, ma non possiamo spiegare tutto della variazione. Questi risultati possono fornire un altro pezzo del puzzle. Le persone con maggiori capacità di riserva cognitiva possono effettivamente guarire in un modo diverso che permette loro di tornare alla funzione di pre-infortunio e/o possono essere in grado di adattarsi meglio e formare nuovi percorsi cognitivi nei loro cervelli per compensare il danno”, ha aggiunto.

I ricercatori, che hanno pubblicato i loro risultati sulla rivista Neurology, hanno analizzato i casi di 769 persone con lesioni alla testa – per lo più in incidenti stradali e cadute.
I partecipanti sono stati raggruppati secondo i loro livelli di istruzioneil 24% non ha finito la scuola, il 51% aveva 12-15 anni di formazione e il 25% ha almeno una laurea.
Un anno dopo l’infortunio, il 28% dei pazienti non ha riscontrato nessuna disabilità ed è stato in grado di tornare al lavoro o allo studio.
Solo il 10% di coloro che non hanno terminato la scuola erano liberi da ogni disabilità, rispetto al 31% di quelli con qualche tipo di istruzione universitaria e il 39% dei laureati.

Il Dr. Schneider ha detto: “Le persone laureate erano più di sette volte in grado di recuperare pienamente la loro lesione rispetto alle persone che non hanno terminato la scuola superiore.
Ha continuato: “E le persone con qualche istruzione universitaria erano quasi cinque volte più in grado di recuperare completamente rispetto a quelli senza educazione sufficiente per guadagnare un diploma di scuola superiore”.

“Abbiamo bisogno di imparare di più su come l’educazione aiuti a proteggere il cervello e come influisca su lesioni e resistenza nei traumi. Si spera aiuterà a identificare modi per aiutare le persone a recuperare meglio da una lesione cerebrale traumatica”, ha infine concluso.

Insomma, più studi e più sei sano. Dare spiegazioni prettamente scientifiche in questo momento sembra essere missione difficile anche per i grandi esperti, ma i dati dimostrano proprio questo. Non ci resta che studiare e sperare – sempre – di non dover mai riportare un trauma cranico nella nostra vita. O almeno dopo la laurea.

Birra, svelato il segreto per berla tutta la sera e rimanere sobri

you-ng.it

Bere birra è sicuramente un piacere per molti, ma quando si esagera e ci si ubriaca le conseguenze non sono sempre piacevoli. Da oggi però si potranno bere litri e litri del famoso “nettare degli dei” senza correre il rischio di incappare in brutte figure o di farsi del male.

Come? Il segreto lo svela Jim Koch, co-fondatore della Boston Beer Company: basta mangiare un cucchiaino di lievito di birra prima di uscire di casa e il gioco è fatto. Bere birra per tutta la sera e rimanere completamente sobri grazie a questo “trucco” non è più un sogno o un’abilità che pochi bevitori esperti hanno ma è una realtà accessibile a tutti.

A tutto questo c’è un spiegazione scientifica la quale sottolinea come il lievito serva da barriera protettiva per il proprio fegato in quanto contiene un particolare enzima – la deidrogenasi – che scompone l’alcol e previene quindi i problemi al fegato legati ad un eccessivo consumo di bevande alcoliche.

Certo, mangiare del lievito così “a crudo” non è esattamente il massimo per lo stomaco umano, per questo l’esperto e milionario birraio consiglia di ingerirlo mischiandolo insieme a dello yogurt.

Grazie a questo consiglio da oggi gli appassionati della birra non avranno più problemi a reggere grandi quantità di questa bevanda. Anche se – si sa – è sempre meglio moderarsi e controllarsi nel consumo degli alcolici, piuttosto che eccedere e fare o farsi del male.

Direttamente dal 1938, alcuni simpatici consigli per le giovani donne

Quante volte la nonna ha pronunciato moniti sentenziosi poi rivelatisi preziosi? Sempre? Risposta esatta.

A quei “siediti composta“, “non essere sboccata” o “sii raffinata ed elegante” la risposta delle giovani donne, soprattutto di questi tempi, è molto molto simile a uno sbadiglio. Ma la verità, nuda e cruda, è che la nonna ha ragione: ci sono cose che gli uomini non riescono a sopportare, dai tempi in cui andavano a caccia di mammut. Figuriamoci adesso che si depilano.

Occorre dunque rinfrescare la memoria con alcuni pratici consigli, datati ma sempreverdi, che renderanno ogni donna più “femme fatale” e meno raccoglitrice di bacche.

Non essere sentimentali

La maggior parte dei maschietti odia demolire la sua virile immagine pubblica, asciugando le lacrime delle piangente consorte. Gli unici uomini in grado di ascoltare si chiamano terapisti e si fanno pagare per farlo.

Direttamente dal 1938, alcuni simpatici consigli per le giovani donne

Non essere troppo affettuosa in pubblico

Sulla scia del consiglio precedente, tirare fuori con la forza il suo lato tenero non è la mossa giusta. In un ambiente rilassato e con la compagnia che ritiene necessaria, sarà lui a cercare il contatto e a dedicarvi più attenzioni. Basta saper aspettare, non troppo ovviamente, il momento giusto.

Direttamente dal 1938, alcuni simpatici consigli per le giovani donne

Non parlare di vestiti

Su questo gli uomini non transigono. Le possibili reazioni di fronte alle disquisizioni sul colore più in voga della stagione, a meno che non si stia parlando con Mariano Di Vaio, saranno uno sguardo inebetito o un repentino “guarda che bel tempo oggi“.

Direttamente dal 1938, alcuni simpatici consigli per le giovani donne

Non truccarti davanti a lui

I tutorial sull’applicazione del fondotinta solo su Youtube per cortesia. Una donna non deve mai mostrare il duro lavoro nascosto dietro quel fantastico risultato dedicato esclusivamente alla dolce metà.

Direttamente dal 1938, alcuni simpatici consigli per le giovani donne

Non farlo aspettare

Ok, meglio in ritardo che brutte. Ma il ritardo rende le donne ugualmente brutte agli occhi degli uomini. Loro odiano aspettare, perché nelle lunghe attese, finiscono inevitabilmente per riflettere. Ed è risaputo quanto questo sia complicato per loro da sostenere.

Direttamente dal 1938, alcuni simpatici consigli per le giovani donne

Non specchiarsi troppo

Una volta uscite di casa, a meno che non vi sia entrata una ciglia nell’occhio, evitate di specchiarvi dappertutto. In macchina, nelle vetrine, addirittura nelle lenti dei suoi occhiali. Non è mica uscito con la matrigna di Biancaneve.

Direttamente dal 1938, alcuni simpatici consigli per le giovani donne

Non esagerare con i drink

L’effetto dell’alcool sulle donne, fatta eccezione per pochi casi, è conosciuto: il passo dalla raffinatezza di Audrey Hepburn alla imbarazzante volgarità di Miley Cyrus è breve.

Direttamente dal 1938, alcuni simpatici consigli per le giovani donne

Non giocherellare con altri uomini

Spesso diretta conseguenza dell’esubero di alcool, di cui prima, l’eccessiva confidenza nei confronti di altri uomini, al maschio alfa non piace per niente. Catalizzatori di attenzioni da sempre, gli uomini non hanno un ego, hanno un ego-sistema.

Direttamente dal 1938, alcuni simpatici consigli per le giovani donne

Superati, antichi o noiosi che possano sembrare, giovani donzelle, farete bene a seguirli questi consigli. Lo ordina la nonna.

Il sospeso: non solo caffè

Bere un caffè e pagarne due era pratica comune nei bar della Napoli ottocentesca: un’offerta indice di grande umanità nei confronti degli indigenti che potevano beneficiarne chiedendo al barista se, appunto, non ci fosse un caffè lasciato “in sospeso” da consumare. Il benefattore e il destinatario del suo gesto di solidarietà rimanevano ignoti l’uno all’altro, l’unico anello di congiunzione tra i due non essendo costituito che dalla lealtà di chi serviva al banco.

L’antica pratica, che col boom economico finì per perdersi, ha pian piano ripreso vita in questi tempi di grande crisi e dal 2011 viene addirittura gestita tramite una vera e propria Rete del caffè sospeso, che comprende più di ottanta bar e locali e venti associazioni dislocate lungo tutto lo Stivale, da Trieste a Lampedusa. Ben presto, però, il sospeso partenopeo ha preso anche altre forme: in primis in alcune zone del Sud, dove si è esteso a quelle salumerie di quartiere in cui si assiste al fenomeno della “spesa sospesa”, con cui il cliente lascia un resto (dai 3 ai 5 euro) al proprio salumiere perché siano devoluti in spese per famiglie in difficoltà.

L’aiuto concreto che si può ottenere mediante una serie di piccoli contributi personali ha spinto anche la Coldiretti Lombardia e il Banco Alimentare a lanciare un progetto ufficiale di Spesa sospesa: per 12 mesi, a partire dal 13 dicembre 2013 è, infatti, possibile – nelle botteghe di Campagna amica di Coldiretti e nei Farmers’ Market della Regione Lombardia – lasciare 3 euro in aggiunta alla propria spesa, una sottoscrizione grazie alla quale il Banco Alimentare consegna a chi ne ha bisogno una borsa con pasta, salsa di pomodoro e uova. Da allora, l’iniziativa – presentata inizialmente presso la bottega agricola in corso San Gottardo 41 a Milano – ha riscontrato una buona adesione, permettendo così la consegna di 150 piccole spese.

E, ancora: è da marzo che si è diffuso anche il “pane in attesa”, che in meno di un mese dal panificio Spiga d’Oro di Messina ha raggiunto Trento, passando per Napoli e Lecce, grazie all’associazione culturale Amici della Città. Così, chi acquista del pane può lasciare un contributo a piacere in un contenitore appoggiato sul bancone: non appena si raggiunge la cifra necessaria all’acquisto di cinque panini, viene preparata una confezione che dei volontari si premureranno di consegnare direttamente ai bisognosi.

Ma il “sospeso” non si è fermato all’Italia, sbarcando anche in Francia: dall’anno scorso i locali di Rouen, in particolare, hanno fatto propria la pratica del “café en attente”, col notevole risultato che alla fine del 2013 soltanto l’attività de “La zèbre à pois” ha registrato la donazione di oltre 200 caffè. E il mutualismo in terra d’Oltralpe non poteva certo privarsi della “baguette en attente”: nata grazie a due panettieri di Puy-de-Dôme, l’iniziativa si è diffusa a macchia d’olio nell’arco di neanche un anno, raggiungendo persino le boulangerie parigine. In Francia, però, non si “sospendono” solo caffè e pane: numerosi sono, infatti, i locali di ristorazione dove è possibile lasciare interi pasti pagati a chi non può permetterseli.

Dal caffè al pane o dalla spesa al pranzo, o persino ai libri, il “sospeso” è senz’altro un’iniziativa che rincuora per la fortissima propensione al mutualismo che si è registrata: eppure, si tratta di un espediente la cui diffusione va a sottolineare quanto le condizioni di vita del nostro Paese stiano peggiorando. Si stima, infatti, che dal 2010 al 2013 le persone rivoltesi alle mense per i poveri siano aumentate di quasi un migliaio (da 260.000 a 330.000) e che siano più di 18 milioni gli italiani a rischio di povertà e di esclusione sociale (il 29,9% della popolazione complessiva): dei dati che – questi no – non si possono “sospendere”.