sabato, 20 Aprile 2024

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Usa, a tavola con il salmone geneticamente modificato

Credits photo: washingtonpost.com

Negli Stati Uniti d’America si potrà portare a tavola il primo salmone geneticamente modificato. A concedere l’autorizzazione è la food and drug administration, agenzia statunitense per la regolamentazione di cibi e prodotti.

Il salmone geneticamente modificato, conosciuto come Aquadvantage, è nato nel 1985 in seguito ad una sperimentazione sul gene dell’ormone della crescita, che gli ha consentito di raggiungere dimensioni doppie nella metà del tempo, senza eliminiare nessuna delle sostanze nutritive naturalmente presenti, quali proteine, sali minerali e in misura minore omega 3.

Questa sperimentazione, presa in carico dall’azienda Aquabounty nel Massachusset ha avuto come risultato un pesce pronto ad essere consumato ad un solo anno e mezzo dalla nascita, grazie all’iniezione dell’ormone del salmone Chinook.

Dieci anni dopo, nel 1985, si è avviata la prima richiesta presso la Fda per introdurre il salmone aquadvantage nella dieta giornaliera degli statunitensi. In seguito al rigetto di quest’ultima, gli esperti non si sono dati per vinti e hanno continuato una lunga serie di ricerche e sperimentazioni per dimostrare la genuinità del salmone geneticamente modificato.

Fino al 2015 e all’annuncio da parte dell’Fda, qualche giorno fa, che il salmone potrà essere servito nelle tavole in tutti gli Stati Uniti, dopo essere stato prelevato dalle acque del Canada e del Panama.

Questo non significa però che gli statunitensi saranno obbligati a mangiare salmone modificato, ma avranno la possibilità di scegliere leggendo attentamente l’etichetta riportata sulla confezione. Ci vorrà così ancora del tempo prima di vedere il salmone aquadvantage nel banco del pesce.

Nel frattempo si immaginano i risultati che questa sperimentazione potrebbe provocare sull’ambiente, quale la riproduzione di altro salmone con queste caratteristiche e la non riconoscibilità dello stesso. Questi rischi sono prontamente smentiti dagli scienziati che promettono massima attenzione e garantiscono che il salmone ingegnerizzato non creerà delle uova fuori dal loro controllo. Se necessario, lo renderanno sterile.

Cioccolato: sarà più buono e più salutare

Credit: cucinare.meglio.it

Dite pure addio a tutti quei sensi di colpa che vi attanagliano non appena pensate semplicemente di mangiarvi un quadretto di cioccolato. Ditegli addio, e rinchiudeteli nel ripostiglio della vostra memoria, perché sta per conquistare le nostre tavole un cioccolato più gustoso, ma anche molto più salutare di quello che abbiamo mangiato fin’ora.

La differenza sostanziale sta in alcune modifiche che determinano il processo di lavorazione del cacao, tese a conservare molte delle sostanze antiossidanti che vengono perdute con la lavorazione tradizionale. La (piacevole e gustosa) rivoluzione arriva dall’Università del Ghana, che sono riusciti ad ottenere dei semi di cacao ‘potenziati’ che sono, poi, stati presentati al convegno della Società Americana di Chimica a Denver, in Colorado, riscuotendo un grande successo.

Ciò che rende unici questi semi è l’elevato contenuto di polifenoli, cioè sostanze antiossidanti preziose per la salute, che vengono prodotti durante la lavorazione del cacao. Infatti, per trattenere la maggiore quantità possibile di antiossidanti nei semi, i ricercatori dell’Università del Ghana hanno appurato che conservando per alcuni giorni i frutti appena raccolti si fa in modo che la polpa abbia tutto il tempo per rilasciare sostanze che modificano la composizione biochimica dei semi.
“Questa tecnica di precondizionamento della polpa ha aiutato la successiva fase di fermentazione, potenziando la capacità antiossidativa dei semi e il loro gusto” – spiega il coordinatore dello studio Emmanuel Ohene Afoakwa.
Il secondo passaggio principale di questo cambiamento di produzione avviene nella tostatura del seme, più lenta e dolce di quella precedente, condotta a poco più di 110 gradi per 45 minuti.

I ricercatori sono convinti che la tecnica si possa ancora perfezionare per aumentare ulteriormente il potere antiossidante del ‘cibo degli dei’. L’unica cosa che mi viene da dire è “non ci resta che sperare”, chissà, magari riescono anche ad inventare un cioccolato che non fa ingrassare.

Primi con il polpo ed il macco di ceci

Primi con il polpo ed il macco di ceci.

Io sono diventata da poco un’appassionata del macco di fave ed ora voglio sperimentare il macco di ceci. Con il polpo.

Mi sembra un abbinamento particolare, sano e gustoso.

Prima di parlare della ricetta però chiariamo un paio di cose sul polpo.

Primi piatti di pesce: quanto ne sai del polpo?

Il polpo è decisamente buono, pregiato e ognuno ha una sua versione su tenerezza cottura etc etc.

E’ anche ricco di colesterolo perciò attenzione.

Ecco un paio di cose che si sanno ma che non sono necessariamente vere:

  1. non servono i tappi di sughero
  2. il polpo non deve cuocere delle ore
  3. sbattere il polpo ha senso solo se è appena pescato
  4. il polpo va congelato per essere più tenero

Va cotto con poca o molta acqua? Il parere popolare dice poca.

Primi: la ricetta del polpo con macco di ceci

Ingredienti:

  • 600 g di Polpo già pulito
  • 500 g di Ceci cotti
  • 1 Cipolla
  • 1 Carota
  • 1 gambo di Sedano
  • 1 spicchio di Aglio
  • 1 ciuffetto di Prezzemolo
  • 2 cucchiai di Olio extravergine di oliva (per appassire)
  • 2 cucchiai di Olio extravergine di oliva (per condire)
  • Sale
  • Pepe

Preparazione

Rosolare prezzemolo e carota, lavati e tritati, in poco olio evo. Dopo qualche minuto aggiungere poca acqua (due mestoli circa)

Quando bolle immergere i tentacoli del polpo e farli arricciare. Metterlo nel tegame e cuocerlo per venti minuti a fuoco moderato. Spegnere e lasciar coperto.

Fare appassire una cipolla sbucciata e tritata in un filo d’olio. Dopo 4 minuti aggiungere i ceci ben scolati. Aggiungere sale e pepe, frullare i ceci con il mixer (aggiungendo poca acqua calda).

Tagliare il polpo a dadini ed adagiare sul macco di ceci. Guarnire con prezzemolo fresco tritato.

Cucina naturale: storia, curiosità e ricetta della carbonara

Cucina naturale

Cucina naturale: mangiare sano e con gusto.

Introduciamo un tipico piatto italiano appartenente alla tradizione gastronomica romana: la carbonara.

Quante volte l’abbiamo mangiata?

Ma soprattutto, quante volte ci è capitato di disquisire su come si fa la carbonara?

A me è capitato qualche giorno fa: fra amici si discuteva su come si fa l’autentica carbonara, su quali ingredienti ci vadano dentro e quali no. Ebbene per saperlo, o per ricordarselo, occorre fare un viaggio indietro nel tempo.

Le origini della pasta alla carbonara nella cucina naturale

Attorno a questo piatto di pasta gravitano diverse ipotesi:

  • è un piatto di origine appenninica? Una tesi sostiene che fu inventato dai carbonari che lo preparavano ingredienti facili e di buona conservazione.
  • È di origine abruzzese? Potrebbe essere l’evoluzione del piatto detto cacio e ova che sempre i carbonai consumavano sul lavoro.
  • È di origine americana? Si vocifera anche di una influenza americana, poiché nel 1944 si parla di un piatto di pasta condito con pancetta o guanciale e la pancetta (bacon) fu introdotta dagli alleati. Gli americani, trovandosi in Italia, si sarebbero preparati da mangiare con ingredienti semplici e facili da trovare o che si erano portati dietro come uova, pancetta e spaghetti.
  • È di origine napoletana? Un’altra tesi vuole che il piatto abbia origine a Napoli: alla pasta era usanda aggiungere a fine cottura uova sbattute, cacio grattugiato e pepe.

Sicuramente il patto riconduce ai carbonai: il pepe era usato per conservare il guanciale che ha il lardo, molto più economico dell’olio. Ed ecco i due ingredienti principali della carbonara, facili da reperire e che si conservano bene.

Riguardo il termine, deriverebbe da “Carbonada” che in Abruzzo si riferisce alla pancetta salata e cotta sui carboni.

Cucina naturale: ricetta originale della pasta della carbonara

Ingredienti:

  • spaghetti
  • guanciale
  • uova
  • pecorino romano
  • sale
  • pepe

Procedimento
Tagliare il guanciale a quadrati. Farlo rosolare in padella finché non è ben arrostito.
Cuocere a pasta in acqua leggermente salata.
Sbattere le uova con la forchetta, aggiungervi una manciata di pecorino e un pochino di pepe nero.
Scolare la pasta al dente e versarla nella padella con il guanciale. Accendere e far rosolare cinque minuti.
Spegnere ed aggiungere le uova sbattute. Mescolare in modo che l’uovo si rapprenda un poco.

Cucina naturale: suggerimenti e varianti della pasta alla carbonara

Quale deve essere il risultato?
Una pasta compatta, morbida, cremosa e gustosa.

Il segreto sta nel non far rapprendere l’uovo in modo che diventi una frittata.

Attenzione al sale: pecorino e pepe danno gusto perciò non esagerate.

La pancetta va bene per sostituire il guanciale.

Le varianti della carbonara prevedono l’aggiunta di ingredienti fantasiosi per rivisitazioni di questo piatto classico.

Abbiamo quindi chi aggiunge i frutti di mare (carbonara di mare), oppure chi usa prosciutto e cipolle (che è una falsa carbonara).

Ancora c’è chi aggiunge la panna per dare più cremosità al piatto. Chi la preferisce vegetariana usa cipolle e zucchine, detta anche carbonara del contadino.

Qual è la vostra carbonara preferita? Siete propensi per l’originale o vi piacciono le varianti?