giovedì, 25 Aprile 2024

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La moda del finger food. Ricette veloci e senza cottura

credits photo : hotel-atlantic.com

Quella del finger food è diventata una vera e propria moda. Il finger food, per chi ancora non lo sapesse, è il cibo mangiato con le mani, a differenza di quello mangiato con un coltello e una forchetta, senza bisogno di posate insomma, o servito in piccoli bicchieri o cucchiaini.

I finger food sono quei cibi in piccole porzioni singole che stanno riscuotendo un successo sempre maggiore fra i consumatori contemporanei, senza distinzione di classe o di estrazione sociale, diventando una vera e propria moda, figlia delle ultime tendenze della nouvelle cuisine. Per italianizzare un po’ il termine, il finger food non è altro che uno stuzzichino, perfetto per aperitivi o brunch.

Questo tipo di preparazione sta spopolando sia per la praticità con la quale si possono allestire i buffet, sia perché i piatti in versione mignon sono molto più belli da vedere e sfiziosi da mangiare.

Le caratteristiche principali del finger food sono: ingredienti di facile reperibilità, semplicità e velocità dell’esecuzione e possibilità di accontentare un pubblico dai gusti più svariati. Il concetto è semplice.

In una società che richiede velocità, quella del finger food diventa non solo una moda, ma anche uno strumento per fare di necessità virtù, grazie alla facilità di preparazione accompagnata da un’elegante presentazione.

Sembrano ormai lontani i tempi in cui si ritrovava seduti con la famiglia intorno ad una tavola imbandita e con piatti decisamente abbondanti, momenti ed abitudini tipici della tradizione gastronomica italiana. Anche il cibo, però, è sempre al passo con le ultime tendenze.

credits photo : donnaclick.it
credits photo : donnaclick.it

Ecco qualche idea di finger food veloce, antipasti-lampo da mangiare in un sol boccone e da preparare in un minuto senza cottura:

Mini crostini contadini
Sgranate su una fettina di pane tostata piccoli pezzi di pecorino e una fava lessa, alternandoli, e spolverate con pepe nero e un filo di olio di oliva.

Tazzine a sorpresa
Nelle tazzine da caffè create uno strato di dadini di pane da toast, aggiungete un cucchiaino di pesto e mezzo pomodorino ciliegia, e scaldate in microonde.

Feta e pere
Sui crostini spalmante un po’ di miele, ponete un cubetto di formaggio greco Feta, un quarto di fetta di pera (sottile) e guarnite con mezzo gheriglio di noce.

Cocktail al cucchiaio
Sui cucchiaini spalmate un po’ di salsa cocktail, ponete una coda di gambero (si trovano già pronte) e spolverate con curry o zafferano

Fagottini ripieni
Prendete il prosciutto cotto di Praga e ponete al centro della fetta di mezza pesca fresca. Chiudete a pacchetto e fermate con mezzo stuzzicadenti.

Bicchierini fantasia
Frullate tonno, maionese e pane in cassetta fino ad avere una spuma: mettetela in piccoli bicchieri da vodka in vetro e ponete all’interno un piccolo gambo di sedano.

Cucchiai aromatici
Disponete sui cucchiaini una pallina di formaggio caprino saporito, in cui avrete prima emulsionato erba cipollina. Guarnite con briciole di cracker.

Pasticcini salati
Tagliate grossolanamente la mortadella e i pistacchi e impastateli con formaggio spalmabile. Fate della palline e mettetele nella carta dei pasticcini.

Finto sushi
Usate gli avanzi del riso o risotto, fateli a palline o blocchetti e arrotolateli con lo speck, o la bresaola tagliata spessa. Al posto del wasabi usate maionese o pesto!

Uva granellata
Mescolate formaggio spalmabile con un po’ di taleggio molle o gorgonzola. Fate rotolare un acino di uva bianca nella crema di formaggio e cospargete con granella di pistacchi.

Gli italiani davanti ai dolci? Rustici o fashion, moderni o radical(FOTO)

Si chiama “Quadrato semiotico degli amanti dei dolci” il risultato dell’analisi che Cameo Muu Muu, leader nella produzione di budini, ha commissionato a Squadrati, istituto di ricerche di mercato.

Così l’azienda si è armata di tool di monitoraggio ed ha estrapolato circa 10.000 conversazioni user-generated su facebook, twitter e blog italiani avvenute nei tre mesi di primavera (dal 16 marzo al 16 giugno).
Sono partiti da chiavi di ricerca molto ampie, come “dolci” o “dessert” e, grazie alla mappe contestuali automatizzate, hanno individuato altre chiavi di ricerca, correlate alle principali, ma più precise e parlanti – es. “dolce al cucchiaio”, “budino”, “cake design” etc-.

Poi sono passati all’analisi semiotica delle conversazioni e infine per raccontare la ricerca hanno optato per il quadro semiotico.

Quindi questa ricerca risulta essere di tipo qualitativo, ed ha origine nelle espressioni spontaneamente contenute in rete, nella quale emergono atteggiamenti verso dolci e dessert ben definiti.

Sul sito di Squadrati, l’azienda che ha creato l’analisi, si legge: “Se amate l’estetica del dolce grezzo e quando parlate di dolce la retorica del dovere vince su quella del volere –i dolci devono essere artigianali, lo zucchero deve essere di canna– siete irrimediabilmente degli apocalittici del dolce.

Se siete per l’estetica leziosa e i vostri discorsi sui dolci vertono sempre sul piacere del risultato finale, in termini di gusto e/o di aspetto, siete degli integrati del dolce.
Chiaramente se il vostro consumo di dolci si pone in continuità con il passato e/o i gusti più comuni siete tra i consumatori mainstream, viceversa se anche nella scelta del dolce rivedete un processo di ricerca e un segno di distinzione siete dei consumatori trendy
“.

I poli del quadrato: RUSTICI vs MODERNI, RADICAL vs FASHIONISTI

Insomma il risultato è un quadrato semiotico, i cui quattro poli sono stati definiti: rustici, moderni, radical e fashionisti.

I rustici: Amano i dolci semplici della tradizione italiana e, quando possibile, preparano i dolci in casa. Discutono di ricette e della fase di preparazione e non amano le sperimentazioni.

I moderni: Non disdegnano i dolci industriali (budino, panna cotta ecc.) che scelgono anche per la comodità che offrono. Del dolce la cosa più importante è il momento dell’assaggio.

I radical: Sono attenti alle tendenze salutiste e sono esperti di dolci “senza” (es. senza edulcoranti, senza farine raffinate). Discutono di ingredienti e origine dei prodotti e amano le sperimentazioni (es. budino all’agar agar).

I fashionisti: Hanno un gusto esterofilo, un debole per il cake design e un approccio molto fashion al dolce: sono attratti dalle ultime novità e pongono l’attenzione sull’aspetto estetico del dolce.

E voi in quale fetta siete?

Il cibo crea dipendenza, impariamo a dire basta

Le statistiche in ambito sanitario del nostro secolo, fotografano alla perfezione un problema attualissimo, a cui viene dedicata ancora esigua attenzione: quello dell’alimentazione.

Nel Regno Unito un paziente su sette soffre di diabete, negli States muoiono tredici persone ogni ora per problemi legati all’alimentazione, l’obesità incalza ovunque. E tutto questo è dominato e sepolto da industrie troppo forti e potenti da contrastare.

Viviamo in un mondo diviso da estremi: da una parte canoni di bellezza che propinano modelli estremamente ridotti, che inducono spesso alla malattia, e dall’altro la maggior parte della popolazione che combatte contro i chili di troppo. Difficilmente si riscontra uno stile di vita sano, equilibrato, ma soprattutto consapevole.

Perché fondamentalmente è questo che manca: l’informazione,la cultura del cibo e la conoscenza della sana alimentazione. E poi c’è da contrastare quel grande colosso che è l’industria alimentare, che solo nel Regno Unito spende un miliardo di sterline per promuovere prodotti spesso affatto salutari, contro i quattordici milioni spesi dallo stato per creare campagne di sensibilizzazione contro l’obesità.

Bisogna ripartire dalla scuola, dove, oltre alle materie obbligatorie, si dovrebbe insegnare a vivere. Perché è lì che si deve crescere e maturare, sotto ogni punto di vista. E proprio nel Regno Unito Henry Dimbleby e John Vincent hanno lanciato per Michael Gove un piano alimentare all’inizio di quest’anno. Le scuole potranno attrezzare e coltivare dei veri e propri orti, le famiglie saranno invitate a cucinare: si tenterà di insegnare da zero la cultura del cibo, in modo da dominarlo senza aspettare che sia lui a dominare noi.

Si deve agire sulla base di modelli come la Finlandia, in cui il tasso di mortalità per problemi cardiaci legati al cibo è diminuito dell’80%. Si deve fare pressing sulle catene di Fast Food, in cui basterebbe solo modificare leggermente alcuni ingredienti per abbattere l’apporto calorico dei piatti proposti.

L’obesità, dunque, è solo la punta di un iceberg gigantesco piazzato nel mare dell’ignoranza e dell’ingenuità. Si deve comprendere cosa si mangia. Si deve mangiare con gusto. Si deve mangiare per vivere. E mangiare senza criterio e in modo insano, non porta affatto alla vita.

Vuoi dimagrire? Mangia con la dieta degli uomini

credits photo : dailymail.co.uk

Secondo l’americano, esperto di nutrizione e allenatore, il dottor Jim White, le donne possono dimagrire seguendo giorno per giorno la dieta degli uomini, mangiando cioè bistecche, cibi carichi di grassi e bevendo birra, lasciando da parte quindi i cibi dietetici ed ottenendo ottimi risultati. Apportare all’organismo la giusta quantità di grassi, proteine e carboidrati è la chiave vincente per riuscire a perdere peso.

In un articolo pubblicato sulla rivista “Fitness Magazine“, il dottor White ha stilato una lista, condivisa ed apprezzata da altri colleghi, in cui elenca i 7 modi per mangiare come un uomo:

1)Mangiare più carne: proteine ​​contenute in bistecche e pesce sono nutrienti vitali per la perdita di peso. Vegetariani e vegani dovrebbero aggiungere fagioli e noci alla loro dieta.
2)Bere birra invece dei cocktail: i cocktail vengono caricati con lo zucchero che il corpo converte in grasso.
3)Evitare alimenti dietetici: spesso mancano di grassi e proteine. Possono anche essere caricati con zucchero extra e sodio per aggiungere sapore perduto dal grasso.
4)Mangiare più spesso: questo aiuta a mantenere il metabolismo alto e livelli di zucchero nel sangue equilibrato.
5)Consumare ingredienti di qualità: mangiare sano, con i pasti che vantano proporzioni equilibrate di proteine, carboidrati e grassi.
6)Bere più acqua: batte la stanchezza, limitando così il fenomeno della fame.
7)Non è una dieta: prendere in considerazione di chiamare questo nuovo piano alimentare “stile di vita”.

Il dottor White consiglia appunto di prendere le distanze proprio dai cibi dietetici. I bassi indici calorici presenti sulle confezioni indicano sicuramente un minore apporto di proteine e grassi, ma traggono in inganno i consumatori, dato che causano sì un senso di sazietà, ma dato dal grande quantitativo di zuccheri presenti. Etichettarli “dietetici” risulta quindi improprio. Così come è preferibile bere birra invece dei cocktail, che contengono molti più zuccheri.

Mentre per gli uomini seguire una dieta di questo genere facilita la perdita di peso per la presenza dell’ormone maschile, il testosterone, associando a queste regole alimentari una costante attività fisica, il dottor White garantisce alle donne soddisfacenti risultati di dimagrimento.