giovedì, 25 Aprile 2024

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Proposte dal mondo del cibo: ristorazione, dieta, ricette e cucina

Due ricette pakistane facili e veloci

Proseguiamo la nostra esplorazione della cucina del mondo con due ricette pakistane, come sempre facili e veloci. Se vi siete stancati di mangiare italiano e di cucinare sempre le stesse cose, provate queste ricette.

Due ricette pakistane facili e veloci: Biryani di pollo

La nostra prima ricetta delle due ricette pakistane facili e veloci è il Biryani di pollo. Il biryani è un piatto di riso pilaf speziato che viene servito con carne, verdure o pesce. È un piatto popolare in tutta l’Asia meridionale, inclusa la Pakistan.

Ingredienti:

  • 500 g di riso basmati
  • 2 cucchiai di olio d’oliva
  • 1 cipolla media, tritata
  • 2 spicchi d’aglio, tritati
  • 1 polletto intero, disossato e tagliato a pezzi
  • 1 cucchiaino di curcuma
  • 1 cucchiaino di cumino macinato
  • 1 cucchiaino di coriandolo macinato
  • 1/2 cucchiaino di zenzero macinato
  • 1/2 cucchiaino di peperoncino rosso macinato
  • 1/2 cucchiaino di sale
  • 1/2 tazza di yogurt
  • 1/4 tazza di acqua

Istruzioni:

In una grande casseruola, scaldare l’olio d’oliva a fuoco medio. Aggiungere la cipolla e l’aglio e cuocere fino a quando saranno morbidi, circa 5 minuti. Aggiungere il pollo e cuocere fino a quando sarà dorato da tutti i lati, circa 10 minuti. Aggiungere le spezie, il sale e lo yogurt e mescolare bene.

Aggiungere l’acqua e portare a ebollizione. Abbassare il fuoco e cuocere a fuoco lento per 30 minuti, o fino a quando il pollo sarà cotto.

Aggiungere il riso e mescolare bene. Coprire la casseruola e cuocere a fuoco lento per altri 20 minuti, o fino a quando il riso sarà cotto.

Togliere dal fuoco e lasciare riposare per 10 minuti prima di servire.

Ricette dal Pakistan: Phool gobi

Il phool gobi è un piatto a base di cavolfiore e spezie che viene spesso servito come contorno. È un piatto popolare in tutta l’Asia meridionale, inclusa la Pakistan.

Ingredienti:

  • 1 cavolfiore, tagliato a cimette
  • 1 cipolla media, tritata
  • 2 spicchi d’aglio, tritati
  • 1 cucchiaino di curcuma
  • 1 cucchiaino di cumino macinato
  • 1/2 cucchiaino di coriandolo macinato
  • 1/2 cucchiaino di zenzero macinato
  • 1/2 cucchiaino di peperoncino rosso macinato
  • 1/2 cucchiaino di sale
  • 1/4 tazza di olio d’oliva

Istruzioni:

In una grande padella, scaldare l’olio d’oliva a fuoco medio. Aggiungere la cipolla e l’aglio e cuocere fino a quando saranno morbidi, circa 5 minuti. Aggiungere le spezie e il sale e mescolare bene.

Aggiungere il cavolfiore e mescolare bene. Coprire la padella e cuocere a fuoco lento per 20 minuti, o fino a quando il cavolfiore sarà tenero.

Servire caldo.

La classifica delle 5 diete più sane al mondo

CREDIT: www.domimagazine.it

In occasione della giornata mondiale della salute l’OMS ha stilato una classifica elencando le cinque diete ritenute come le più salutari al mondo per la prevenzione di molte malattie. L’alimentazione è uno dei fattori che maggiormente incidono sulla qualità della vita e sulle condizioni psico-fisiche degli individui, pertanto è indispensabile conoscere quali sono i nutrienti essenziali per un corretto funzionamento del nostro organismo. L’errore alimentare più comune consiste nell’assumere eccessive calorie e nel seguire uno stile alimentare tipico dei fast food, che prevede porzioni abbondanti e a poco prezzo a scapito della qualità degli alimenti, con scarsa presenza di frutta e verdura e alimenti freschi. L’alimentazione non corretta e la sedentarietà sono tra i maggiori responsabili dei 17 milioni di morti per malattie circolatorie cardiache e cerebrali.

Bilanciare l’assunzione di alimenti significa introdurre una quantità sufficiente, ma non eccessiva, di ogni tipo di nutriente. Se le porzioni sono mantenute entro limiti ragionevoli, non c’è bisogno di eliminare i cibi preferiti. Non esistono alimenti buoni o cattivi, ma soltanto buone o cattive abitudini alimentari. Qualsiasi cibo può rientrare in uno stile di vita sano, tenendo a mente la moderazione e l’equilibrio. Seguire una dieta equilibrata vuol dire rispettare delle regole che aiutano il nostro organismo ad assimilare meglio i cibi che ingeriamo per sentirci più in forma.

La dieta Mediterranea

CREDIT: www.pastazara.it
CREDIT: www.pastazara.it

Per la salute del cuore e la longevità la dieta Mediterranea è sicuramente quella più conosciuta al mondo. Questo modello alimentare, di riferimento in Italia, privilegia il consumo di cibi naturali e freschi, privi di additivi e conservanti chimici. In particolare, prevede il consumo di carboidrati complessi (paste e pane), frutta, verdura e legumi, per l’apporto di fibre, e limita l’assunzione di zuccheri semplici (glucosio, lattosio e saccarosio) per un miglior controllo del metabolismo. Dagli ultimi studi fatti sarebbe emerso che chi segue questo regime alimentare ha effetti protettivi anche sul cervello.

Aderire ad un modello salutare come la dieta mediterranea può portare ad un significativo miglioramento della salute e a dimostrarlo è uno studio condotto fino al 2008 su circa 1.500.000 di persone che ha evidenziato una riduzione del 13% sia dell’Alzheimer che del Parkinson, del 6% della mortalità da cancro, del 9% delle malattie cardiovascolari e del 9% per la mortalità. La Dieta Mediterranea è anche una dieta prevalentemente crudista, quasi tutti i piatti sono cotti a temperature basse per molto tempo, e molti condimenti come l’olio d’oliva, sono aggiunti ai piatti a crudo.

I principali alimenti della dieta Mediterranea:
– Verdura e frutta fresca
– Pane e pasta, in quantità modeste
– Il pane è integrale e la pasta non solo di grano duro ma anche di vari cereali
– I legumi occupano uno spazio importante
– La carne poca, prevalentemente bianca
– Per il pesce si preferisce il pesce azzurro.
– Per il condimento si utilizza l’olio extravergine di oliva, preferibilmente a crudo
– Il vino accompagna i pasti in quantità moderate

Ma ricordiamoci che il vero pilastro della dieta Mediterranea è rappresentato dall’esercizio fisico quotidiano. La migliore soluzione per bruciare grassi è l’attività aerobica, che può essere eseguita con vari mezzi e metodi. Possono essere eseguite camminate, gite in bicicletta o mountain bike, jogging nei parchi, macchine aerobiche, corsi di aerobica e step e nuoto. Tutte queste attività vanno eseguite regolarmente per 3 o 4 volte la settimana per 1 ora circa.

La dieta Nordica

www.doctissimo.it
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La dieta Nordica prevede l’utilizzo di tutti gli alimenti a km 0 e legati al ciclo stagionale, privilegiando la cucina locale che utilizza prodotti di stagione, quanto più possibili biologici. Al bando tutto quello che è importato o coltivato nelle serre, compresa la frutta e la verdura. Secondo i Scandinavi mangiare cibi stagionali ci rende meno dipendenti dall’importazione e aiuta la nostra salute. Questi alimenti hanno inoltre un sapore migliore e di solito contengono una maggiore quantità di vitamine e minerali rispetto alle piante coltivate e importate.

Gli ingredienti principali previsti dalla dieta sono:
– Funghi
– Frutta secca 
e bacche di stagione (prugne, rosa canina, pere, mirtilli, cereali integrali, alghe)

- Verdure, comprese le radici (ravanelli, barbabietole), more, rib- Legumi (piselli)

- Erbe aromatiche (prezzemolo, crescione, aneto)

– Cereali integrali

– Pesce e crostacei (aringhe, cozze, gamberetti, passera di mare)

– Alghe

- Selvaggina


Nella dieta nordica si consumano cibi sani che garantiscono un apporto equilibrato di proteine, carboidrati, grassi e vitamine. Il successo di questo regime alimentare è dovuto al fatto che aiuta a perdere peso mantenendo l’organismo in piena forma. Molti esperti consigliano vivamente la dieta che arriva dal Nord poiché è ricca di grassi omega 3, povera di grassi saturi e ha un alto contenuto di fibre e proteine magre.
Tutti questi fattori contrastano efficacemente l’ipercolesterolemia.

La dieta Giapponese

CREDIT: www.popsci.it
CREDIT: www.popsci.it

Le statistiche rivelano che in Giappone le persone vivono più a lungo. E la chiave non sta solo nella dieta a base di pietanze deliziose, ma soprattutto nelle corrette abitudini di vita dei giapponesi. Si tratta di una popolazione molto dedita al lavoro, ma che sa anche trovare il modo di riposarsi, godersi la natura, rilassarsi e portare avanti uno stile di vita sano giorno dopo giorno. I giapponesi mangiano sempre alimenti freschi e in porzioni ridotte, quindi i loro piatti si distinguono per la qualità e non per la quantità. Niente cibi industriali o preparati da riscaldare al microonde, niente farine raffinate, alimenti grassi, ma solo quelli freschi e naturali. La dieta giapponese non prevede il consumo di latticini, del pane o della carne. Sono più propensi al consumo di riso, verdure e pesce. Anche la frutta fresca è fondamentale, ma sempre in porzioni ridotte.
Infine, il pasto più importante della giornata per i giapponesi è la colazione, che prevede una serie di piatti molto vari, dalle verdure al riso, dalle zuppa alle uova e come bevanda c’è sempre il tè verde.

Alimenti base della dieta Giapponese:
– Riso
– Noodles
– Frutta (mele, mandarini, cachi)
– Pesce (sgombro, salmone)
– Tofu, miglio, soia
– Thè verde
– Verdure e alghe

La dieta giapponese incoraggia il consumo di alimenti freschi e soprattutto una ricca colazione ogni giorno. La dieta non è drastica, non ha come principio una perdita rapida di peso, ma graduale e sana. Inoltre, questa dieta incoraggia il movimento fisico e promette una vita più lunga e più sana.

La dieta Francese

CREDIT: www.greenstyle.it
CREDIT: www.greenstyle.it

Come può una nazione che mangia cibo ad alto contenuto di grassi saturi come il formaggio avere tali bassi tassi di malattie cardiache e obesità?
Uno studio ha mostrato che la quantità di cibo consumato è la chiave di volta. I francesi mangiano regolarmente croissant, formaggio ricco, carni, ma lo fanno in piccole porzioni. In questo modo, dunque, il regime è sì ipocalorico, ma non totalmente sbilanciato e aiuta a perdere peso senza per questo compromettere gli equilibri nutrizionali che dovrebbero caratterizzare una dieta corretta.

La dieta Africana

CREDIT: plus.google.com
CREDIT: plus.google.com

L’alimentazione della dieta africana consiste in un regime sano che suddivide la giornata in tanti piccoli pasti, di cui solo uno completo di tutto, consigliato intorno alle ore 17. In questo modo il corpo non si affatica nel digerire e non immagazzina troppe sostanze grasse che causano l’aumento di grasso. Inoltre mangiando poco e spesso, il metabolismo si riattiva e si velocizza e il dimagrimento diventa inevitabile. In pratica la dieta africana consiglia di mangiare circa ogni ora e di consumare in questi piccoli pasti, solo frutta e verdura, cereali integrali, pesce e alimenti ricchi di fibre e omega 3. Nei 16 Paesi dell’Africa occidentale il cibo varia notevolmente, per questo esistono distinte versioni della dieta: c’è chi aggiunge il pesce affumicato e chi, invece, le patate dolci. Grazie al basso contenuto calorico e alla disponibilità di cibi meno trattati, questi pasti riducono il tasso di obesità e diabete.

Wine sharing, il vino diventa democratico

credits: www.castlexperience.com

È opinione comune che partecipare alle degustazioni organizzate di vini sia difficoltoso poiché i costi sono elevati, soprattutto quando le bottiglie da degustare sono pregiate e quindi vendute a prezzi, spesso, inaccettabili. Bicerìn, un’importante enoteca di Milano in zona Porta Venezia, si è posta proprio questo problema sperimentando un’interessante proposta: il “wine sharing”.

“Wine sharing” significa condivisione del vino. Appassionati di vino, esperti e non, potranno degustare in compagnia bottiglie di annate speciali e dunque condividerle, trasformando una degustazione d’élite in una più democratica.
Bicerìn ha organizzato una serie di sette appuntamenti, ed ogni settimana, sulla pagina web dell’enoteca e “wine room”, si annuncia una preziosa bottiglia in degustazione. Da lì si creano tavoli da massimo sei persone, per offrire a tutti gli appassionati un’occasione per scoprire vini rari.

I soci dell’enoteca, Silvia Amoni, Alberto Gugliada e Lorenzo Viola hanno preparato una lista di “Top Wine” che mescola sapientemente etichette rare e prodotti unici in grado di incuriosire i wine lovers. La lista prevede: “Barolo Cavallotto Riserva Bricco 2004”, “Oasi degli Angeli Montepulciano Kurni 2013”, “Chateau de Pommard 2004”, “Amarone Trabucchi Riserva 2004”, “Le Macchiole Scrio 2011”, “Henri Boillot Corton Charlemagne Gran Cru 2008” e “Champagne Bruno Paillard NPU 1999”.
Ad accompagnare la degustazione, inoltre, ci sarà una selezione gastronomica appositamente pensata dalla cucina dell’enoteca, che cambierà di volta in volta a seconda della proposta per meglio abbinarsi alle differenti caratteristiche organolettiche dei vini.

credits: smarknews.it
credits: smarknews.it

Coniugare la passione per i vini di grande qualità e la necessità di non spendere un patrimonio per poterli degustare è possibile grazie al “wine sharing”, che rende democratico il vino e offre a tutti gli appassionati un’occasione per scoprire vini rari, ma soprattutto confrontarsi sulle emozioni che queste preziose bottiglie trasmettono.
Degustare un vino significa analizzarlo attraverso il senso della vista, dell’olfatto, del gusto per valutare la sua qualità, quindi conoscerlo attraverso i profumi e i sapori. Ci sono sapori che ci riportano indietro nel tempo, attivano ricordi sensoriali, emozioni. Se poi al vino sono abbinate delle eccellenze gastronomiche che lo valorizzano e lo completano, e ancor di più si aggiunge a questo l’unione fra più appassionati si ottiene una perfetta armonia.

Prezzi proibitivi sui cibi sani

Il rincaro dei prezzi dei prodotti alimentari mette in difficoltà ben un terzo dell’intera popolazione inglese, che non può permettersi di acquistare cibi sani: è quanto si apprende da un sondaggio effettuato dalla British Heart Foundation, organizzazione benefica britannica che, al termine della sua indagine, ha rivelato che quasi la metà dei partecipanti (il 42%) manifesterebbe il desiderio di condurre una dieta salutare, un desiderio che però non può soddisfare perché comporterebbe spese eccessive. Il sondaggio della British Heart Foundation rivela, inoltre, che al momento dell’intervista un consumatore su quattro non aveva acquistato frutta o verdura fresca nell’ultima settimana.

Nell’arco degli ultimi cinque anni, l’aumento dei prezzi sui generi alimentari ha visto gli scontrini dei supermarket farsi più salati al doppio della velocità persino rispetto agli affitti, determinando un fenomeno sconcertante: quasi il 40% delle persone ha ammesso di aver sacrificato la propria salute pur di fare la spesa in economia. E un recente resoconto della Trussel Trust, ente che supervisiona i banchi alimentari, mostra uno scioccante aumento del 163% tra costo della vita, basso salario e problemi di welfare rispetto all’anno scorso: “Mangiar sano con un budget limitato è una vera e propria sfida, di questi tempi – afferma Victoria Taylor, dietologa della British Heart Foundation – soprattutto a fronte dei prezzi proibitivi sui cibi sani che aumentano di settimana in settimana e vanificano qualsiasi intenzione, anche vaga, di condurre una dieta salutare“.

Non sorprende, allora, che emerga un dato allarmante: sono quasi un milione gli inglesi che ricorrono ai banchi alimentari per procurarsi da mangiare a sufficienza, visti i ritardi o i cambiamenti inerenti ai sussidi. Al governo britannico, che è stato accusato di aver violato il diritto umano all’alimentazione, è stato intimato di mettere a punto un piano apposito sui diritti alimentari, nonché di bloccare i tagli sui sussidi: organizzazioni come la End Hunger Fast, l’Oxfam, la Trade Union Congress e la Disability Rights UK hanno in tal modo sollecitato un’azione immediata per ovviare a uno stato di cose intollerabile, in cui ai cittadini viene negato il diritto fondamentale ad alimentarsi in maniera adeguata. Esperti in fatto di sanità pubblica hanno già riscontrato un’impennata dei casi di malnutrizione in Inghilterra, aumentati del 74% rispetto al 2008-2009.

Ma la mala gestione della cosa pubblica con risvolti negativi sull’alimentazione dei cittadini non è, naturalmente, prerogativa esclusiva dei soli inglesi: stando ai dati della Coldiretti, infatti, un italiano su quattro si è visto costretto a rinunciare a cibi tipici pasquali, per poi acquistarli in saldi nei giorni subito successivi. Una scelta riconducibile alla sempre più comune tendenza da parte degli italiani a ridurre gli sprechi in cucina proprio per attutire gli effetti della crisi, combattuta anche col ripristino del cosiddetto “sospeso”: dal caffè al pane, alla pasta, alle uova e alla salsa di pomodoro, in Italia è ormai ritornata in voga l’usanza di comprare o consumare un prodotto e lasciarne un altro pagato per chi non può permetterselo. Perché facendo rete si può anche stendere la tovaglia a tavola.