mercoledì, 24 Aprile 2024

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I gelati che non possiamo più mangiare

Credit Photo: noimaipiuarredamento.forumcommunity.net

Delle volte non ritornano

E questa è la volta dei gelati. Quei gelati che tutti rimpiangiamo, un po’ come accade per i vecchi cartoni animati, di quelli che non ne fanno più come una volta.

Basterebbe fare un tuffo nel passato per rendersi conto di quanti sapori potrebbero riaffiorare alla stregua dei palati più nostalgici.
Solitamente le cose che non possiamo più mangiare lasciano semplicemente il posto ad altre che verrano presto propinate in ogni dove. Meno di sovente accade, invece, che per ragioni di marketing magicamente qualche leccornia ritorna dal passato.

Che un Magnum abbia rubato il posto ad uno di questi gelati?
Probabile. E a meno che il popolo Algida – o chi per lui – non scateni una protesta simile a quella messa in atto per il famigerato Winner Taco, possiamo solo limitarci a ricordarne alcuni.

Gum

Chi lo ricorda è senz’altro per il mal di denti.
Questo gelato alla fragola dell’Algida aveva al centro una chewing gum durissima he poteva essere masticata per ore, ed ore, senza mai perdere la consistenza elastica di una gomma da masticare.

Twister

Tutti ci abbiamo provato a mangiare il Twister mantenendo separati i due gusti, senza mai riuscirci. Una spirale di vaniglia e cioccolato.

Magic Cola

L’unico ghiacciolo che all’interno restava sempre morbido. Composto da due strati il Magic Cola era il ghiacciolo alla cola per eccellenza. Sopravvivono però il Fior di fragola e il Lemonissimo.

Calippo Frizz

Tra i ghiaccioli è impossibile non citare il Calippo, superstite tra i gelati odierni. Ma quello che frizzava sulla lingua non conosce imitazioni. Chissà se qualcuno è mai riuscito a stabilire se quella sensazione fosse piacevole o meno.

Cornetto al Whisky

Sono seguite le versioni al caramello, al pistacchio, al caffè, e chi più ne ha piùne metta. Ma del cornetto Algida al Whisky – che i genitori vietavano ai bambini – nessuno ha mai più avuto notizie.

blob

Blob era il vero cornetto per eccellenza. Interminabile e gustosissimo. L’Algida ha proposto le versioni più disparate di cornetti gelato, senza mai però equipararne il gusto.

Per non dimenticare

Il marketing friendly di Coca-Cola: Stappa e condividi (VIDEO)

Stappa e condividi. Sembra essere questo l’obiettivo del nuovo prodotto-campagna non convenzionale di Coca-Cola. L’idea è di Leo Burnett: un tappo che può essere aperto solo con con l’aiuto di un’altra bottiglia. Questo nuovo marketing si chiama Friendly Twist e l’intento è rendere più facile rompere il ghiaccio tra estranei, quindi mettete le mani su queste nuove bottiglie di Coca-Cola.

coca-cola

L’idea è semplice: hai bisogno di qualcuno per aprire la bottiglia di coca, gli studenti, al primo giorno di univerisità, hanno la scusa per parlare tra di loro. Il segreto è nel coperchio che gira a vuoto e si apre solo quando si unisce con un altro. Un modo per collaborare, socializzare e avviare una conversazione, sulla stessa linea della “Sharing can“, la lattina condivisibile pensata da Ogilvy un anno fa.

Il video su youtube ha già ottenuto 5.606.047 visualizzazioni, segnale del successo di questa divertente campagna marketing. Coca-Cola è da sempre associata alla felicità e ai valori dell’ottimismo e non è una novità questa campagna che invita i consumatori alla positività e alla socializzazione. Il messaggio è potente, come d’altronde tutti gli altri sfornati dalla Coca-Cola, come ad esempio “Stappa la felicità“.

Oggi la felicità è condividere con gli altri le piccole cose di ogni giorno: quindi condividere una Coca-Cola diventa condividere la felicità. Banale? No, se si parla di Coca Cola, un’azienda che già nel 1911 investiva in comunicazione 1 milione di dollari, ad oggi, quasi 3 miliardi, uno dei primissimi brand ad intuire il potere del marketing, a utilizzare icone sportive e celebrità come testimonial, a riuscire a influenzare l’immaginario collettivo attraverso il suo comunicare.

Esempio lampante quando il celebre logo è stato sostituito da 150 nomi propri tra i più diffusi, come Marco, Valentina, Andrea, Matteo, oppure con “titoli” quali: “lo zio”, “la vip”, “un’amica”, “un tesoro”. Coca-Cola si affida esclusivamente al semplice passaparola, sfruttando il potere dei social network e della condivisione, come con l’hashtah #condividiunacocacola.

La felicità passa dalla condivisione. E se la condivisione è virale, lo sarà anche la felicità.

Hipster, alternativi anche nei cibi (FOTO)

Il termine hipster è stato riattualizzato negli anni novanta e duemila e ora designa giovani sulla ventina, di classe medio-alta, istruiti e abitanti dei grandi centri urbani, che si interessano alla cultura alternativa.
Gli hipster si professano ottimi conoscitori della lingua inglese e amano appropriarsi dei codici delle generazioni precedenti con stile retrò.
Si servono in negozi di abiti usati,mangiano preferibilmente cibo biologico, meglio se coltivato localmente, sono vegetariani o vegani, preferiscono bere birra locale (o prodotta in proprio), preferiscono generalmente la Pepsi alla Coca-Cola, e amano girare in bicicletta
“.
Questa è la definizione di hipster, ma in generale per cosa si distinguono?

Gli hipster si caratterizzano soprattutto per i gusti ricercati e l’abbigliamento lontano dai marchi commerciali, ma ora trovano anche nel cibo una zona alternativa.

Gli hipster consumano solo ciò che è artigianale e prodotto sul posto. Non amano i fast food e non fanno la spesa nei supermercati.

Kambucha, kimchi e birra fermentata in casa, sono solo alcune delle pietanze per le quali gli hipster si sentono un passo avanti a tutti.

Ecco qualche esempio dell’alimentazione hipster

:

La prima pietanza che lo distingue dalla massa è il Cold Brew Coffee

Gli hipster consumano solo questo tipo di caffè macerato a temperatura ambiente o in acqua fredda per 12 ore.
Una chiccheria insomma.

Subito dopo si trovano i Sottoaceti, un vero must.

La Kombucha, ovvero un thé addolcito e fermentato con il batterio del lievito.

I cavoli di Bruxelles

Il bacon

Bevono esclusivamente la Birra PBR

O la Birra fermentata in casa

Qualsiasi cosa servita in una mason jar: gli hipster bevono solo da questi contenitori solo perché è cool

Kimchi:un piatto tradizionale coreano fatto di verdure fermentate con spezie

Un altro must è il tacos

O la versione Kimchi:

Agli hipster piace molto la soda fatta in casa

Diventano matti per i Doughnuts (e a chi non piacciono?)
doughnuts

Amano i cavolfiori

Bevono solo succhi verdi
succhi-verdi

E amano la dieta vegana, in particolare i biscotti

Insomma per essere un vero hipster bisogna mangiare cibi etnici, bere nelle maison jar, bere esclusivamente succhi verdi e cibarsi di cavoli.
L’hipster detta moda, e molte volte segue le tendenze stesse.

Dieta Gift, dimagrire mangiando tutto

La parola dieta viene spesso associata a fame e depressione, nonché totale rinuncia ai piaceri del palato. È proprio per questo che i tempi di rinuncia sono fondamentalmente brevi e i risultati praticamente inesistenti o temporanei. Infatti avvertire la fame, oltre che a deprimere, crea anche uno stato di carestia che permette il calo di peso ma solo in maniera temporanea. Parola di Luca Speciani, medico e alimentarista che insieme al fratello Attilio ha elaborato una nuova dieta chiamata Gift (letteralmente, dono). L’obiettivo di questo regime alimentare non è solo perdere peso, ma anche riattivare il metabolismo e bruciare i grassi sostituendoli con la massa muscolare.

Si tratta di un dimagrimento sano, progressivo ed efficace, alla base del quale vi è un unico segreto, la leptina, l’ormone responsabile del senso di sazietà. La Dieta Gift vuole sperimentare proprio il potere di questo ormone, che viene stimolato grazie al mix di sport e dieta ricca di frutta e verdura, liberato dal tessuto adiposo e trasferito nel sangue dove invia segnali di sazietà all’ipotalamo.

La dieta comprende tre pasti giornalieri, con una colazione completa e abbondante, un pranzo equilibrato e una cena leggera, senza spunti nell’arco della giornata. Il cibo che viene ingerito deve essere puro.

a carni senza estrogeni, pesce, uova, semi, cereali integrali, patate, legumi, soia non ogm, piselli e olio extravergine di oliva.

dieta gift dimagrire mangiando tutto

No invece a zuccheri semplici (come il miele), dolci, cibi elaborati, farine raffinate, salumi e alcol. I formaggi vanno inoltre limitati.

L’attività fisica è però fondamentale nel corso di questo regime. Luca Speciani afferma infatti: “A questo criterio però occorre abbinare l’attività fisica, da modulare secondo il singolo individuo. Solo così si attiva il metabolismo: si brucia grasso, si ripulisce l’organismo e si dimagrisce in modo sano e duraturo. Oltre ad avvertire una sensazione immediata di benessere”.