giovedì, 25 Aprile 2024

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Proposte dal mondo del cibo: ristorazione, dieta, ricette e cucina

Allerta epatite A per frutti di bosco congelati

Sale a quota 1.100 il numero delle persone colpite dall’epidemia che da 14 mesi sta dilagando in tutta Italia e su cui è calato il silenzio. Secondo l’ultima relazione del Ministero della salute, ogni due giorni cinque persone vengono ricoverate in ospedale per epatite A, causata dall’ingestione di alimenti contenenti frutti di bosco surgelati o congelati. Le persone colpite dal gennaio 2013 alla fine di febbraio 2014 sono state 1.463. Il maggior numero di casi è stato registrato in Lombardia, seguita da Emilia Romagna, Toscana, Lazio e Sicilia. L’epidemia è stata classificata recentemente come “internazionale”, poiché ha coinvolto non l’Italia, ma anche Danimarca, Svezia, Norvegia e Finlandia dove si sono registrati 71 casi, oltre a Irlanda e Francia con altre 16 persone colpite.

A causa della cattiva informazione e della gestione disastrosa e poco efficiente da parte del Ministero della salute, la stragrande maggioranza delle persone continua a mangiare frutti di bosco (more, ribes rosso, mirtillo e lamponi) presenti nelle torte, nei pasticcini e nei gelati, ignara del rischio di ammalarsi. Al momento sono stati identificati 15 lotti di frutti di bosco contaminati e ritirati dal mercato. L’origine dell’epidemia è ancora un mistero, nonostante le ricerche e le analisi effettuate dal Ministero della salute. Secondi gli esperti la contaminazione è stata originata da un singolo ingrediente ed è avvenuta all’interno di un gruppo di produttori di una stessa area geografica.

Secondo il Ministero a partire da novembre 2013 c’è stata una diminuzione dei casi di contaminazione. La flessione va però considerata con cautela, poiché “il numero di casi negli ultimi mesi è comunque superiore a quello rilevato nello stesso periodo dei due anni precedenti”. Inoltre “sono tutt’ora in corso le valutazioni relative ai primi mesi del 2014, che necessitano un attento monitoraggio, considerato il lungo periodo di incubazione della malattia.”

Come devono agire i consumatori? Il Ministero della salute si è espresso in merito dichiarando attraverso un comunicato ufficiale di “non escludere l’eventualità che altri mix di frutti di bosco surgelati/congelati contaminati, diversi da quelli oggetto di allerta possano essere presenti sul mercato. Per questo le autorità raccomandano di consumare i frutti di bosco congelati/surgelati solo cotti, facendoli bollire (portandoli a 100°C) per almeno 2 minuti, non impiegare i frutti di bosco crudi per guarnire i piatti (ad esempio la superficie di una crostata, semifreddi, yogurt ecc., lavare accuratamente i contenitori e gli utensili usati per maneggiare i frutti di bosco scongelati.”

Menù vegano per il 24 dicembre

Oggi vediamo un menù vegano per il 24 dicembre. C’è chi per Natale mangia carne, chi mangia pesce da usanza cattolica e chi non mangia né l’uno nell’altro. Quale che sia la vostra filosofia magari potreste avere degli ospiti vegani a cena. Non sapete cosa dargli da mangiare? Ecco le nostre idee.

Menù vegano per il 24 dicembre: antipasto

Come antipasto vediamo una semplice insalata di agrumi e finocchi con noci tostate e semi di melagrana.

Ingredienti:

  • 2 arance
  • 2 pompelmi rosa
  • 2 finocchi
  • 1/2 tazza di noci tostate
  • Semi di melagrana
  • Prezzemolo fresco tritato
  • Olio d’oliva
  • Succo di limone
  • Sale e pepe q.b.

Sbuccia le arance e i pompelmi, rimuovendo anche la pellicina bianca. Taglia gli agrumi a fette sottili. Taglia i finocchi a fette sottili e uniscili agli agrumi.

In una padella, tosta leggermente le noci a fiamma bassa. Aggiungi le noci tostate e i semi di melagrana all’insalata di agrumi e finocchi. Condisci con olio d’oliva, succo di limone, sale, pepe e prezzemolo tritato.

Menù vegano per il 24 dicembre: primo piatto

Come primo vi proponiamo il risotto vegano ai funghi porcini.

Ingredienti:

  • 320 g di riso Arborio o Carnaroli
  • 200 g di funghi porcini freschi o secchi (ammollati in acqua calda per circa 20 minuti)
  • 1 cipolla tritata
  • 2 spicchi d’aglio tritati
  • 1 litro di brodo vegetale
  • 1/2 tazza di vino bianco secco
  • Olio d’oliva
  • Sale e pepe q.b.
  • Prezzemolo fresco tritato (facoltativo)

In una pentola capiente, scalda l’olio d’oliva e aggiungi la cipolla tritata. Fai soffriggere a fuoco medio fino a quando diventa traslucida. Aggiungi l’aglio tritato e i funghi porcini, e cuoci per alcuni minuti finché i funghi si ammorbidiscono.

Aggiungi il riso alla pentola e falla tostare leggermente per un minuto, mescolando continuamente. Versa il vino bianco nella pentola e lascialo evaporare.

Aggiungi gradualmente il brodo vegetale, un mestolo alla volta, mescolando bene dopo ogni aggiunta. Continua a cuocere il risotto fino a quando il riso diventa al dente e il brodo viene assorbito (circa 15-20 minuti). Assaggia e aggiusta di sale e pepe secondo i tuoi gusti.

Se desideri, aggiungi del prezzemolo fresco tritato per guarnire.

Menù vegano per il 24 dicembre: secondo piatto

Infine proponiamo un polpettone vegano di lenticchie e noci con salsa di pomodoro.

Ingredienti:

  • 2 tazze di lenticchie rosse cotte
  • 1 cipolla tritata
  • 2 spicchi d’aglio tritati
  • 1 tazza di noci tritate
  • 1 tazza di pane grattugiato (preferibilmente integrale)
  • 2 cucchiai di farina di ceci (o farina di mais)
  • 2 cucchiai di salsa di soia
  • 2 cucchiai di senape di Dijon
  • Sale e pepe q.b.
  • Olio d’oliva per la cottura

Per la salsa di pomodoro:

  • 2 tazze di passata di pomodoro
  • 1 cipolla tritata
  • 2 spicchi d’aglio tritati
  • 1 cucchiaio di olio d’oliva
  • Sale e pepe q.b.
  • Basilico fresco tritato (facoltativo)

In una padella, scalda un po’ di olio d’oliva e cuoci la cipolla e l’aglio tritati fino a quando diventano morbidi e traslucidi.

In una ciotola grande, unisci le lenticchie cotte, la cipolla e l’aglio cotti, le noci tritate, il pane grattugiato, la farinadi ceci, la salsa di soia, la senape di Dijon, il sale e il pepe. Mescola bene tutti gli ingredienti fino a ottenere un composto omogeneo.

Prepara la salsa di pomodoro: in una pentola, scalda l’olio d’oliva e aggiungi la cipolla tritata e l’aglio tritato. Fai soffriggere fino a quando diventano morbidi e traslucidi.

Aggiungi la passata di pomodoro alla pentola e cuoci a fuoco medio-basso per circa 15-20 minuti, fino a quando la salsa si addensa leggermente. Aggiusta di sale, pepe e basilico fresco tritato, se desideri.

Prendi il composto di lenticchie e noci e dà loro la forma di un polpettone.

Scalda un po’ di olio d’oliva in una padella e cuoci il polpettone vegano a fuoco medio-basso, girandolo delicatamente, fino a quando si forma una crosticina dorata su entrambi i lati.

Trasferisci il polpettone su una teglia da forno e cuoci in forno preriscaldato a 180°C per circa 20-25 minuti, o finché è ben riscaldato all’interno.

Servi il polpettone vegano tagliato a fette, accompagnato dalla salsa di pomodoro calda.

Carne cancerogena: le cose da sapere (FOTO)

Credits: veb.it

La notizia continua a fare il giro del mondo: la carne, sopratutto quella lavorata, è cancerogena quanto il fumo e altre sostanze notoriamente tossiche e dannose per la nostra salute. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha pubblicato un comunicato in cui ha spiegato il legame tra il consumo di carne rossa e la comparsa di forme di cancro quali al colon-retto, al pancreas e alla prostata. Questo significa che dobbiamo smettere di mangiare bistecche e salsicce? Per far maggior chiarezza, l’Oms ha diffuso un successivo documento con tutte le cose da sapere sui rischi che corriamo.

Quali sono le carni rosse e lavorate? Bisogna distinguere le due tipologie: nella prima rientrano manzo, vitello, maiale, agnello, montone, cavallo, e capra; nella seconda intendiamo quelle trattate attraverso salatura, stagionatura, fermentazione e affumicazione, come wurstel, prosciutto, salsicce e pancetta.

Quali sono dannose? Secondo l’Oms, il consumo di carni rosse è stato classificato come probabilmente cancerogeno per gli umani, sostenendo di non avere prove a sufficienza per verificare che esse possano effettivamente causare il cancro, affermando inoltre che è difficile escludere il ruolo di fattori come altri componenti della dieta o dello stile di vita. Il consumo di carni lavorate è invece altamente cancerogeno per gli umani, tesi dimostrata dall’incidenza maggiore di cancro al colon-retto nelle persone che mangiano questa tipologia di carne.

Credits: Global Burden of Disease Project
Credits: Global Burden of Disease Project

Quanti sono morti per cancro e l’esposizione delle sostanze? Secondo le stime del Global Burden of Disease Project, spiega l’Oms, circa 34 mila morti per cancro seguivano una dieta caratterizzata da un alto consumo di carni lavorate; in 50 mila casi, invece, la dieta era ricca di carni rosse. Secondo la stessa fonte, un milione di casi di morti per cancro fumavano, 600 mila consumavano alcol e 200 mila eranp esposti a un alto tasso di inquinamento dell’aria.

Quali sono i rischi? Secondo i dati dell’Oms, consumare quotidianamente 50 grammi di carni lavorate può aumentare del 18% il rischio che compaia un cancro al colon-retto. Il consumo quotidiano di 100 grammi di carni rosse, invece, fa aumentare il rischio del 17%.

Cosa dobbiamo fare quindi per la nostra salute? L’Oms non impone a nessuno di smettere di mangiare carne, anzi sottolinea che sia la dieta vegetariana sia quella che prevede il consumo di carne hanno vantaggi per la salute, sebbene diversi. Ovviamente, secondo la stessa fonte, i rischi per la salute aumentano con l’aumentare del consumo di carne. Una cottura ad alta temperatura può dare forma a dei composti che possono essere cancerogeni, anche se l’Oms non ha ancora chiarito quale sia il ruolo effettivo di questi nella comparsa del cancro. Unico dato certo è che è raccomandabile non cuocere la carne a contatto diretto col fuoco o su una superficie rovente come il barbecue.

Il cioccolato è alleato di sub e apneisti (FOTO)

Una dolce notizia per i più golosi che non riescono a rinunciare ad un pezzetto di cioccolato in qualsiasi momento. Da uno studio effettuato dal Dan (Divers Alert Network) Europe, assumere qualche grammo di cioccolato fondente aiuterebbe la sicurezza dei subacquei.

È consigliato prima di un’immersione per “migliorare la risposta individuale allo stress e ridurre il rischio derivante dallo sviluppo di bolle gassose nei vasi sanguigni. Si allontanerebbe così lo spauracchio dell’embolia gassosa”, spiega il professor Alessandro Marroni, presidente del Dan.

Il cioccolato è alleato di sub e apneisti (FOTO)

Nonostante le proprietà e i benefici del cioccolato fondente fossero ormai chiari a tutti, la sua applicazione sott’acqua per combattere i radicali liberi prodotti durante l’immersione è nuova. Ma non è finita qui. Perché c’è anche un tempo da seguire per poter usufruire al meglio dei benefici del cioccolato fondente. Bisogna assumerne 30 grammi un’ora prima dell’immersione in apnea e un’ora e mezza prima di quella con le bombole, può prevenire la disfunzione endoteliale all’interno delle arterie.

Il primo studio ha coinvolto 20 apneisti, divisi in due gruppi di 10, che hanno effettuato immersioni con profondità massima di 20 metri. Ai subacquei del primo gruppo sono stati fatti ingerire 30 grammi di cioccolato amaro (cacao 86%), 60 minuti prima dell’immersione. Il secondo studio è stato condotto su 42 subacquei, anch’essi divisi in due gruppi di pari numero, che si sono immersi per 20 minuti alla profondità massima di 33 metri. Anche in questo caso solo il primo gruppo ha mangiato una barretta di fondente 90 minuti prima dell’immersione.

I test effettuati in entrambi gli studi una volta riemersi, hanno mostrato come il gruppo che aveva mangiato il cioccolato presentava un aumento significativo della dilatazione flusso-mediata dell’arteria brachiale (metodo ecografico per la valutazione della funzione endoteliale), che invece era ridotta nel secondo gruppo. Il cioccolato si è rivelato, dunque, un goloso alleato della sicurezza di sub e apneisti.