martedì, 23 Aprile 2024

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Animalismo, anticapitalismo o salutismo? Cosa si nasconde dietro alla scelta di astenersi dal consumo della carne? Lo scopriamo insieme con loVeg, la rubrica dedicata ai vegetariani e ai vegani, ma anche ai curiosi che, forse, lo saranno un domani

James Cameron: “Ecco perché sono vegano” (loVeg)

Nell’ultimo numero del magazine Men’s Journal, il pluri-premiato regista hollywoodiano James Cameron rivela con dovizia di particolari le ragioni per le quali, da quattro anni a questa parte, ha deciso di intraprendere una dieta vegana, riuscendo a non venire mai meno alla sua scelta.

Numero uno: il cambiamento climatico. È stata questa una delle principali micce ad aver innescato in Cameron il drastico cambiamento alimentare. Eppure, come ha ben presto avuto modo di scoprire, il lifestyle vegano ha apportato molti altri benefici alla sua vita.

La vera grandezza del veganesimo inteso quale soluzione per il cambiamento climatico – che è giusto una di tutte le soluzioni di cui avremmo bisogno – è che non c’è davvero nulla da pedere, ma soltanto da vincere”, scrive il regista, “Si diventa più sani, si vive di più, si ha un aspetto migliore, molta meno acne. Si dimagrisce e si inizia a sprigionare salute da tutti i pori. Persino la tua vita sessuale ne risente in maniera positiva. È questo ciò a cui si va incontro quando si eliminano carne e prodotti caseari dalla propria dieta“.

Cameron menziona, inoltre, le “Blue Zones Solution”, cinque regioni tra Europa, America Latina, Asia e Stati Uniti in cui i ricercatori hanno individuato la più alta concentrazione di centenari al mondo, proprio perché in quei luoghi la dieta è prevalentemente a base di vegetali e legumi.

Persone di culture completamente diverse risultano in qualche modo legate fra loro: ciò che hanno in comune è il consumo minimo che fanno di carne e il fatto di seguire un regime alimentare quasi esclusivamente a base di verdure” dice Cameron “Perciò, ci sono sicuramente un’infinità di cose che possono farci vivere cent’anni in queste ‘Blue Zones’, ma l’elemento determinante è senz’altro la prevalenza nella loro dieta di prodotti vegetali, cosa che da più di tre anni e mezzo a questa parte ho preso a cuore, diventando vegano al 100%“.

T-shirt da veri vegani (IoVeg)

Non appena si abbandona la ‘normale’ dieta a base di carne, subito le persone intorno cominciano a fare domande e constatazioni inopportune. Un buon metodo per evitare qualsiasi polemica sul nascere è munirsi di una maglietta che espliciti immediatamente come la si pensa al riguardo: facendo un giro su internet, non è difficile imbattersi in negozi online che rivendono – a prezzi piuttosto abbordabili, t-shirt che riescono a fare da perfetta didascalia alle storie di veganismo e di vegetarianismo di ciascuno.

La quantità di magliette sfiziose è davvero incredibile: tra i siti Etsy, VauteCouture, FoodFightGrocery ed HerbivoreClothing, si possono reperire delle vere e proprie perle che niente hanno a che fare col tono generalmente giudicato troppo ‘moralizzatore’ nei messaggi lanciati da vegani e vegetariani. VauteCouture e HerbivoreClothing, peraltro, propongono anche una linea dal design molto stiloso, unendo ‘l’utile al dilettevole’.

In effetti, da attivisti per i diritti degli animali, ogni vegano o vegetariano dovrebbe compiere delle scelte in fatto di abbigliamento che siano consone rispetto a quelle intraprese al livello alimentare – facendo, così, attenzione a non indossare capi realizzati in lana, in pelliccia e in pelle. E molti sono già sulla via giusta per fare della moda un altro mezzo di espressione del proprio credo.

Perciò, perché non pensare di fare un altro passo in avanti nel proprio percorso veg indossando una t-shirt sfiziosa e ‘intelligente’ come una di queste? È anche un buon modo per attaccare bottone con dei potenziali interlocutori vegetariani o vegani nelle vicinanze. La maggior parte di esse sono anche prodotte da fabbriche che, come Etsy, hanno dei principi etici che rispettano meticolosamente: date un’occhiata, ché potrebbero anche esservi d’ispirazione per qualche regalo da fare questo Natale.

Personaggi veg: come li rappresentano in TV (IoVeg)

Credit: The Simpsons

Chiunque abbia familiarità con la serie TV ‘Friends’ saprà che essere vegetariana è una delle principali peculiarità di Phoebe Buffay. Le scelte alimentari di Phoebe ricevono nell’arco del telefilm regolare attenzione, del resto. E, da vegani o da vegetariani che si possa essere, alle sue battute è impossibile non ridere.

Eppure, non si può fare a meno di farsi delle domande un po’ più approfondite in certi momenti, come ad esempio come quando Phoebe spiega al ristorante il fatto che non mangi carne al padre di Rachel o quando rifiuta di mangiare una pizza, soltanto perché consegnata assieme ad altre i cui ingredienti contemplano la carne.

Si tratta di piccoli momenti che diventano routine quotidiana per chi non mangia carne, ma ci fanno anche riflettere: come viene mostrata la quotidianità di un vegano o di un vegetariano in televisione?

Stando a una lista compilata dall’Animal Liberation Front, è stato Spock di Star Trek il primo personaggio vegetariano registrato nella storia della televisione. Star Treck fu mandato in onda nel 1966: una data che può lasciare sorpresi, anche se va detto che, in ogni caso, Spock era un alieno.

Sempre secondo questa stessa lista, esistono almeno 13 telefilm americani che, tra il 1951 e il 1991, hanno fatto in qualche modo allusione al veganismo o al vegetarianismo. Buffy L’ammazza-vampiri, per esempio, è stato uno tra i primi a citare la parola “vegano”.

Dal 1994 al 2000 ci sono stati almeno 16 serie TV con menzioni esplicite che si riferivano al vegetarianismo o al veganismo, tra cui anche i celebri Simpson.

Da obiettare, in effetti, ci sarebbe il fatto che i personaggi vegetariani in generale sono sempre oggetto di scherzo. Il vegetarianismo è dipinto sempre come qualcosa di estremo o inusuale. Basta prendere a esempio proprio Phoebe: lei non è solo vegetariana, è anche un individuo davvero bizzarro, e non a caso crede che lo spirito della sua defunta madre viva nel corpo del suo gatto. Il suo personaggio è ritratto proprio in base alle sua eccentricità, tra cui rientrano anche le sue scelte alimentari.

Personaggi come Phoebe, però, sono fatti proprio per ridere, intento per il quale sono state ideate serie del genere. Tuttavia, nel pubblico veg ciò che salta all’occhio è proprio la banalità di questo tipo di personaggi.

E, in effetti, occorrerebbe proprio ridurre la stigmatizzazione di certi personaggi che vengono definiti proprio in base al fatto di essere vegetariani o vegani: bisognerebbe cominciare a mostrare che le scelte alimentari non sono qualcosa di così stravagante, ma sono semplicemente una minima parte dell’infinità di aspetti che la vita di un essere umano possiede.

E, poi, ci avete davvero fatto caso alla quantità di personaggi veg che esistono nel mondo del cinema? Lexy di ‘Jurassic Park’, Ian Miller di ‘Il mio grasso grosso matrimonio greco’, Elle Woods di ‘Legally Blonde’ sono tutti esempi di personaggi vegetariani o vegani, ma le loro scelte alimentari non sono la caratteristica in base alla quale ci ricordiamo di loro.

Perciò, dato che la rappresentazione mediatica influenza inevitabilmente il pensiero delle persone, un ritratto positivo di vegani e vegetariani sarebbe l’ideale per diffondere il concetto che esserlo potrebbe diventare estremamente comune un domani. Per il momento, però, possiamo anche continuare a ridere assieme a Phoebe.

I 10 migliori film veg che vi faranno abbandonare la carne per sempre (IoVeg)

Credits: www.cowspiracy.com

I film non sono solo dei mezzi di intrattenimento, ma possono rappresentare un efficace medium per diffondere la propria ideologia, dare maggiore consapevolezza a chi ci sta intorno e portare la propria causa di fronte a un pubblico più grande.

Eppure, sul fronte vegano non ci si imbatte troppo spesso in pellicole provocatorie che sfidano gli spettatori a ricredersi sulle proprie abitudini alimentari e a interrogarsi sullo stile di vita che si conduce da quando si è bambini.

Abbiamo, pertanto, stilato una lista della top 10 dei film veg e dei documentari che possono avere maggiore impatto su cosa si compra e si consuma – in termini tanto di salute quanto di etica e di rispetto dell’ambiente.

1. Earthlings (2005)

Girato da Shaun Monson e narrato dalla voce di Joaquin Phoenix, Earthlings (‘Terrestri’) è un film documentario prodotto dalla Nation Earth che ritrae il terribile trattamento riservato agli animali. Per i 95 minuti della sua durata, le telecamere nascoste vi porteranno oltre le porte, sempre chiuse, dell’industria della carne e dei suoi orrori.

2. Vegucated (2011)

Vegucated è un documentario a sfondo sociale ma comunque comico, incentrato sulla storia di 3 ragazzi onnivori di New York che si organizzano per diventare vegani per 6 settimane per perdere peso e trarne altri benefici al livello di salute. Nel corso della loro avventura vegana, però, scopriranno il lato oscuro dell’allevamento animale e, all’improvviso, si ritroveranno contro l’industria alimentare che avevano difeso fino a qualche settimana prima della loro decisione.

3. Live and let live (2013)

Questo splendido documentario di Marc Pierschel si snoda attraverso una serie di interviste realizzate a vari vegani, andando a indagare le ragioni che spingono ad abbracciare la filosofia vegana, siano esse legate a questioni di salute, di ambientalismo o di etica animalista. Il film raccoglie le testimonianze di 6 persone che sono diventate vegane per sempre: quanto toccante può essere vedere un macellaio trasformarsi in uno chef veg?

4. Peaceable Kingdom (2004)

Questo pluripremiato documentario di 70 minuti racconta la storia di vari allevatori tradizionali che si trovano costretti a riesaminare il proprio rapporto con gli animali. È commovente vedere come questi allevatori diventino vegani, per poi creare addirittura un rifugio per gli animali abbandonati o bisognosi di aiuto. Esiste anche una versione più recente del film, realizzata dallo stesso produttore (James LaVeck) e dallo stesso regista (Jenny Stein) nel 2009 con un cast diverso, intitolata ‘Peaceable Kingdom: The Journey Home’.

5. Cowspiracy: The sustainability secret (2014)

Cowspiracy è un documentario realizzato tramite crowdfounding, co-prodotto e co-diretto da Kip Andersen e Keegan Kuhn. Il film cerca di analizzare le politiche portate avanti da varie organizzazioni ambientaliste come Greepeace e Rainforest Action Network, gettando ulteriore luce sull’impatto ambientale dell’allevamento animale intensivo.

6. Forks over knives (2011)

Forks over Knives è un documentario più concentrato su aspetti salutari dell’alimentazione, in quanto mostra sulla base di prove acclarate la stretta relazione esistente tra lo sviluppo di malattie degenerative e la dieta carnivora. La pellicola è stata realizzata con la collaborazione di un team di dottori e ricercatori per mettere in evidenza dolori e sofferenze comuni legati a obesità e diabete, patologie all’ordine del giorno ormai in America proprio per sostenere quanto esse potrebbero essere ridotte adottando una dieta a base di vegetali.

7. Simply Raw: reversing diabetes in 30 days (2009)

Simply Raw esamina il nesso tra il crudismo e il diabete. Il documentario si sviluppa intorno a 6 americani che soffrono di diabete, che passano a una dieta vegana per 30 giorni, mostrando risultati sorprendenti in quanto al calo dei livelli di zuccheri nel sangue e di riduzione della dipendenza da insulina.

8. Fat, Sick and Nearly Dead (2010)

Un film ispirante che testimonia il cambiamento di un australiano in sovrappeso, Joe Cross, il quale soffriva di una rara malattia autoimmune. Nonostante i medici non gli avessero dato più speranze, Joe decide di ristabilire la sua salute per conto suo, dandosi completamente a una dieta a base di soli succhi di frutta e verdura per un paio di mesi. I risultati? A dir poco sorprendenti.

9. Speciesism: The Movie (2013)

Si tratta di un documentario che si incentra innanzitutto sull’allevamento animale, con stralci di filosofia nel corso di tutta la pellicola sull’influenza che gli animali hanno sul mondo umano. Il regista Mark Devries ha insomma voluto indagare il mondo dell’allevamento, riferendo il titolo Speciesism al termine coniato dallo psicologo britannico Richard Ryder negli anni ’70 per asserire l’inferiorità degli animali rispetto agli esseri umani, nell’intento di rovesciarne del tutto il significato.

10. Unity (2015)

È un documentario uscito relativamente da poco, considerato un sequel del famoso documentario di Shaun Monson del 2005, Earthlings. Uscito ufficialmente negli USA ad Agosto, il film analizza le ragioni per cui il genere umano non è stato in grado di vivere in armonia con gli altri abitanti del pianeta, nonostante i grandi progressi realizzati in campi quali filosofia, religione e tecnologia.