sabato, 9 Agosto 2025

La Love Blogger

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Fosse per me passerei più tempo a fare l’amore che a scriverne. Ma, poi, qualcuno mi ha denominata La Love Blogger e da quel giorno faccio credere a tutti che io sia romantica a patto che tutti loro continuino a credere nell’amore.

Dall’amore, all’amante (LA LOVE BLOGGER)

Credit Photo: rebubblica.altervista.org

Ad ogni storia d’amore finita, corrisponde un non ti amo più uguale e contrario.
Non è una regola generale, ma in genere ci azzecchi se – così, giusto perché a pensar male finisce che s’indovina – prendi in considerazione che il non ti amo più sopracitato ha due gambe e una quarta di reggiseno per lui, o è un portatore sano di ferormoni per lei. Ha qualcosa a che vedere con il principio della dinamica che, non a caso, Newton ha nominato terzo:

“Le forze si presentano sempre a coppie. Se un oggetto A esercita una forza F su un oggetto B, allora l’oggetto B eserciterà sull’oggetto A una forza -F uguale e contraria”

È interessante come affinché qualcosa si muova, debbano essere implicati due oggetti. La forza motrice è il terzo elemento: il tradimento in questo caso. No, non sono diventata matta, basta provare a pensare che quelli implicati sono due oggetti del desiderio, quello finito. Schiacciato dalla routine e morto in una di quelle sere in cui lui ha dormito da solo sul divano e tu da sola nel vostro letto. E il terzo elemento è quello che ti fa avere la nonchalance di affermare: non ti amo più, tra noi è finita. Così, come se stessi chiedendo due etti di prosciutto al salumiere, tagliato doppio per cortesia. Sono brutti momenti quelli. Torni a casa e scopri che il prosciutto l’ha tagliato come pareva a lui il salumiere, torni a casa e ti fai mille domande sul perché non riuscite mai a vedere le cose allo stesso modo. Sembrava andasse tutto bene ma, forse, andava bene solo per te.

A voi è mai capitato?
A me sì. Un giorno è tornato a casa e mi ha detto: “Tu lavori troppo, io mi sono sentito solo”.
Senza pensarci su due volte gli ho risposto: “Ok, come si chiama questa?”
Inutile dire che ha negato tutto, che io non stavo capendo quale fosse il problema. Ancora più inutile dire che io, il problema, l’avevo c’entrato in pieno.

Potrei raccontarvi di quanto io sia stata male.
Di come il mondo mi sia crollato addosso e della fatica che ho fatto per recuperare la voglia di credere ancora in me stessa e negli altri. Ma preferisco raccontarvi quello che ho imparato da questa storia: chi tradisce si sente forte. La mente di chi tradisce idealizza in quella terza persona l’emblema della sintesi perfetta dei sentimenti.
Quelli che ti stimolano mentalmente: giochi di sguardi, parole, frecciatine, il sapore piccante del rischio, della battuta in pubblico che ti mette a disagio, ma che, tanto, la capirete solo voi. L’amante è l’amore perfetto perché è quello che riesce a fare l’amore con la tua testa, prima che col tuo corpo. L’adrenalina s’impossessa del tuo corpo e ti sembra di poter andare avanti per il solo bisogno di lui, o di lei che sia.
Anche se non lo conosci. Anche se non è quella persona che divide con te gioie e dolori della vita. Al punto che ci sono persone pronte a giurare che il momento in cui hanno tradito è stato il momento più bello della loro storia. Quello più vivo e ricco di emozioni. E stanno parlando del momento in cui hanno distrutto una parte della loro vita per un’emozione senza ritorno.

Tra l’amante e l’amore c’è di mezzo il tradimento.
Ma il contrario non può mai succedere. La vera forza sta nel riuscire a vivere l’adrenalina, la complicità, la passione, e tutte le emozioni del tradimento ogni giorno con la stessa persona.

“Tradisci pure.
Se ti va di tradire fallo.
Per rabbia, perché ti senti solo, perché ti senti solo, perché non sai resistere alle tentazioni. Per quello che ti pare.
Ma ricorda: chi ama, non tradisce.”

Se mi innamoro di te(sta)? (LA LOVE BLOGGER)

Credit Photo: www.lefreaks.com

Testa e cuore. Un duello continuo.
Se la testa poi è la mia succede che il campo di battaglia è simile a quello di una guerra greco-romana senza precedenti. Perché io appartengo a quel genere di donna che può essere definita una vera e propria volpe: in pratica vado in guerra senza nemmeno partire armata, se non altro mi porto dietro qualche proposito buono e mi ricordo di usarlo quando ormai è troppo tardi. Ti spiego: se hai una testa come la mia succede che non lo cerchi, ma ti si disegna un sorriso in viso – il più bello – al primo: “ciao, come stai?”. E come sto? Come vuoi che stia? Bene, prima. Prima di questo messaggio andava tutto per il verso giusto e a te nemmeno ci stavo pensando. Se la testa è come la mia succede che ti ricomponi subito dopo. Succede che ora non è mai il momento. Che le cose da fare sono tante e quelle a cui pensare almeno tante di più. Quindi ascolta me: parliamo, raccontiamoci, ma poi chiudiamola qui.

E così abbiamo fatto.
Abbiamo parlato. Abbiamo parlato senza accorgerci che, quindi, ci facevamo compagnia a lungo. Abbiamo parlato tanto e ci siamo persi in mille risa e altrettante parole. Che a tratti ci stavamo abbracciando, ad altri baciando e, ancora, finivamo improvvisamente nudi l’uno sull’altra. Ma stavamo solo parlando, sul serio. Le parole si possono trasformare in un abbraccio. Le parole possono entrarti perfino dentro. E se hai la mia stessa testa quando questo accade è il momento in cui sei fottuto. Letteralmente fottuto. Vorresti dire solo: “dai, avanti, se sei veramente bravo come sembra adesso rivestimi allo stesso modo”. Perché un po’ ti ci senti spoglia. Noi donne abbiamo uno strano rapporto con le parole: quando un uomo ci dice sei bella facciamo diventare specchio anche il retro di un rossetto per controllare che sia vero, quando ci dice ti amo travisiamo sempre e capiamo t-i-a-m-o. Quindi, adesso, mi sento confusa di fronte a tanta alchimia.

Allora chiamo la mia amica. Quella bionda, più o meno. Quella di cui mi fido.
Le dico che c’è confusione dappertutto e che così non va. Lascia il freno, mi risponde.
Stai entrando in un altro mondo. Quello dell’amore viscerale, a tratti ossessivo, che non si esaurisce in un momento di intimità, perché l’intimità è data da buongiorno e buonanotte, ogni giorno, ogni sera. È un amore che non conosce stanchezza, perché la testa raramente smette di amare.

Provare a separare due corpi che si attraggono è da incoscienti. Non si basteranno mai.
Ma provare a separare due menti in sintonia è pura follia, non smetteranno mai di amarsi.

Il posto più strano in cui ho fatto l’amore (LA LOVE BLOGGER)

Credit Photo: blog.pianetadonna.it

Consiglio a tutti i moralisti di chiudere questo post e andare nella sezione affianco.
Si parla di food e quello fa trovare tutti più o meno d’accordo. Io ad esempio odio il Sushi e amo l’amore sopra ogni cosa. Sul divano, sul tavolo, sul letto, su un ponte, sopra ogni paura. E qui ogni senso morale crolla perché quelli tentano di dare una spiegazione a tutto: il per sempre esiste?
Se lo chiedete ad un moralista lo sa. Non chiedetelo a me, però, perché amo essere sincera.

Ho sempre ritenuto la lealtà un pregio.
Anche quella scomoda. Anche quella che fa male. La sincerità come stile di vita di fronte ai dubbi, ai tormenti, alle passioni, ai problemi e ai tradimenti. Tu sii sincera e sarai ripagata, sempre. E così sono andata avanti fino a ieri facendo una selezione naturale che si limitava a giudicare le persone in base ad un unico concetto: onesti e sleali. Dalla mia parte e contro di me. Finché la troppa sincerità, che sembra giungere quasi inopportuna, non mi ha spiazzata. Come quando ti chiedono: “Qual è il posto più strano in cui hai fatto l’amore?” e dall’altra parte c’è la persona su cui vorresti fare colpo e temi di parere, esattamente così, inopportuna ai suoi occhi. Lui che, comunque, poteva risparmiarsi la domanda.

Ed è questo il punto.
Non è una propaganda illecita verso le menzogne la mia. Ma una chiara esortazione verso tutto quello cui non riusciamo a risparmiarci. Un sorriso, una parola, un bacio, una promessa, i pensieri che corrono veloci e la lealtà che li ferma. E di certo i moralisti non sarebbero dalla mia parte oggi, ma il posto più strano in cui ho fatto l’amore sono i tuoi occhi. E del resto, loro non c’erano e per me è giusto così.

Quello che gli uomini non dicono (LA LOVE BLOGGER)

Credit Photo: www.vanityfair.it

Quelle complicate siamo noi, le donne.
Quelle che parlano a metà e hanno già detto tutto. Quelle che dovresti aver capito cosa vogliono dire da come stanno in silenzio. Quelle da cui gli uomini, per una questione di difesa personale, hanno adottato strategie tipo: “Sì amore, quel vestito ti sta d’incanto”, ma lo immaginano indossato da Belén.

Ad ogni modo con la parola uomo – prova a cercare sul dizionario, giuro – si fa riferimento ad un essere umano fatto di una materia semplice e di elementi pensanti basici, dotato di una peculiarità inconfondibile: non c’è niente al mondo che una donna non riesca ad estrapolargli dalla bocca. E, amiche credetemi, nel momento in cui ha parlato ha detto tutto quello che intendeva dire, davvero. Inutile fare l’analisi logica, grammaticale e sentimentale delle sue parole: ha parlato.

Ma quando non parla, invece, cosa intende dire?

Sarò breve e andrò dritta al punto, proprio come un uomo.

Ti voglio portare a letto

Merita la pole position e non per discriminare il genere, ma perché è vero.
Quando una donna fa colpo su un uomo questo, poi, se la vuole portare a letto a tutti i costi. Diventa un chiodo fisso nella sua testa, una musica ritmica a intervalli regolari, tipo: “sei bella – ti voglio portare a letto – con te sto bene – ti voglio portare a letto – sei intelligente – ti voglio portare a letto – domani pioverà – ti voglio portare a letto”. E così via.

Sì, sei ingrassata. E per fortuna

È che se lo dice nella migliore delle ipotesi ottiene una reazione simil catastrofe naturale fatta di insulti, di tu non mi capisci, di allora non ti piaccio più e sei pure un ruffiano. La verità è che la tua cellulite nemmeno la vede, ma le mani sui fianchi rotondi le posa volentieri. E adora mangiare con te.

PS: C’è poi la variante: “No, non ti vedo più magra. Per me sei sempre uguale”. Vale come per le doppie punte tagliate dal parrucchiere: non notano i cambiamenti drastici, fattene una ragione.

Non mi dispiace affatto che esci con le tue amiche

No. Gli fa piacere.
Cioè, per una sera può uscire con i suoi amici e non sentirsi in colpa per come lo guardi, oppure starsene indisturbato sul divano a bere fiumi di birra e guardare programmi che adora, e, secondo te, gli di-spia-ce? No.

Guardo ancora YouPorn

Sì. E dovresti farlo anche tu secondo lui. Cioè: che male c’è?
Non è che tu non gli basti, o che allora chissà da quali pensieri perversi viene assalito. Ma l’autoerotismo fa parte di quelle necessità fisiologiche, nonché appaganti come poco altro al mondo.

Non mi piace come sei vestita

E non capisce nemmeno perché per te non sia sufficiente un abbinamento maglia-pantalone o maglia-gonna o, al massimo, un vestito unico. Tutto il resto sono solo chiare complicazioni nello spogliarti, punto.

Ah. I tuoi rossetti: li odia tutti in realtà.

Guardo le altre donne

Sì, le guarda. Con molta probabilità pensa che la tua migliore amica sia una gran figa e di tutte le altre avrà trovato senz’altro qualcosa che gli piace. Funziona così, rassegnati: le belle ragazze vanno guardate, i bei seni vanno guardati, i bei fondoschiena vanno guardati anche loro.

Mia mamma cucina meglio di te

Apprezzo lo sforzo, sei stata gentile nel cucinare per me, ma domenica andiamo a pranzo da mia mamma?

Sono geloso

Solo gli stalker lo dichiarano. Un uomo ammette difficilmente di essere geloso perché significa mettere a nudo il proprio ego. Ma, soprattutto, perché il suo problema non è chi ti ha guardata, ma chi ti ha guardata nonostante tu sia con lui.

Bado ad ogni tua azione social

Ogni foto. Ogni post. Ogni canzone. Sì, anche ogni commento/attività effettuata sui social passa per la sua sorveglianza. Inutile che tu faccia in modo di catturare la sua attenzione: non gli sfugge niente.

Dove sei? Cosa stai facendo? Con chi?

No, non lo dice. Ma quando non rispondi al telefono, oppure quando litigate, anche lui si tartassa di domande. Esattamente le stesse che ti poni tu, è garantito.

Parli troppo

E non mi interessa di quello che ti ha raccontato la tua collega al lavoro.
In realtà preferisce tutti quei discorsi su di voi, sul vostro futuro e tutte quelle cose che lo fanno sentire al posto giusto, nel momento giusto e con la donna giusta: sta crescendo anche lui.

Come hai fatto a stare con quello lì?

È inutile, qualsiasi uomo venga prima o dopo di lui non sarà mai abbastanza per te.

Affermano, inoltre, di omettere anche cose come:

– Non ci voglio venire con te al concerto di Tiziano Ferro
– Il CD che mi hai fatto lo ascolto solo se in macchina ci sei anche tu (sono costretto)
– Albachiara (o qualsiasi altra canzone must) è la terza volta che la dedico ad una ragazza
– Non sopporto tua madre
– I film romantici piacciono anche a me (ma non capisco perché piangi già dal titolo)
– Non mi piace il tuo gatto
– La domenica pomeriggio sei single, c’è la partita
– La domenica pomeriggio non voglio venire a fare shopping con te, c’è troppo caos
– Se una cosa la sai fare meglio di me, allora fattela da sola
– Ti amo.

E magari non lo dice spesso, non lo dice sempre, non lo dice quando vorresti, ma ti ama. A modo suo.