giovedì, 24 Luglio 2025

La Love Blogger

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Fosse per me passerei più tempo a fare l’amore che a scriverne. Ma, poi, qualcuno mi ha denominata La Love Blogger e da quel giorno faccio credere a tutti che io sia romantica a patto che tutti loro continuino a credere nell’amore.

Dimmelo, non mi ami più (LA LOVE BLOGGER)

Credit Photo: www.femminilitaestile.it

È che alle volte urge il sesso.
Quello forte, occasionale e privo di compromessi. Quello senza promesse, né scenate di gelosia. Quello primitivo in cui ognuno si porta a casa i sapori dell’altro senza mischiarli coi suoi, dopo. Quello di chi non si conosce.

Allo stesso modo non si può avere urgenza d’amore.
Non ci si può avvinghiare ad una persona e respirane il profumo finché ce n’è. Per poi aggrapparsi alle colpe dell’uno e dell’altra, che non è colpa di nessuno se non ci sopportiamo più. E io non ho più bisogno di te e tu non hai più bisogno di me, ma i postumi dell’amore battono qualunque notte in bianco e allora, tanto vale aspettare che le cose cambino da sole. Meglio lasciarsi una porta aperta, che poi chi lo stabilisce il limite dopo il quale ha senso smettere di sopportarsi. Finché ce n’è, andiamo avanti. Noi donne siamo brave in questo. Nel momento in cui intendiamo porre fine ad una storia, ecco che ce la vediamo passare tutta davanti. Ovviamente la selezione è accurata e i momenti che tendiamo a ricordare sono solo i più belli, anche se l’ultimo sorriso spontaneo risale a troppo tempo fa. Ma ce lo facciamo bastare. E spesso nemmeno per noi. A me è capitato di farmi bastare i suoi vecchi sorrisi, di riciclarli a dovere e riutilizzarli proprio per lui. Perché non si accorgesse che tutto stava andando in frantumi, perché non fossi costretta a doverlo ammettere a me stessa. Perché la fine di un amore ha il sapore della sconfitta e il terrore che questa sia l’ultima. Che quella sensazione di smarrimento sia il vero per sempre. Che fine hanno fatto tutte le nostre promesse?

Io mi odio per il cinismo con cui riesco a pronunciare che tutto finisce.
Che le persone non si perdono ma decidono se restare e andar via e che sì, nella vita capita: si finisce col non conoscersi più nonostante ci si era promessi di non perdersi mai. Ma non possiamo sentirci in colpa per questo né considerarci genitrici di sogni infranti. Alle volte ci si deve stringere le mani per dirsi addio. Per permettersi di portare in giro nel mondo quell’amore finito e non fallito, quell’amore che abbiamo ad ogni modo imparato. Per far sì che non si riduca tutto ad un banalissimo: è stato un errore. Perché incontrare persone come noi non è mai un errore. L’errore sta nel perdersi mentre si cerca di trattenere qualcosa che abbiamo paura di dimenticare, ma che ci farà dimenticare solo di noi.

– Quanto ci metti a dimenticare una persona?
– Se la amo davvero non la dimentico mai.

Dall’amore, all’amante (LA LOVE BLOGGER)

Credit Photo: rebubblica.altervista.org

Ad ogni storia d’amore finita, corrisponde un non ti amo più uguale e contrario.
Non è una regola generale, ma in genere ci azzecchi se – così, giusto perché a pensar male finisce che s’indovina – prendi in considerazione che il non ti amo più sopracitato ha due gambe e una quarta di reggiseno per lui, o è un portatore sano di ferormoni per lei. Ha qualcosa a che vedere con il principio della dinamica che, non a caso, Newton ha nominato terzo:

“Le forze si presentano sempre a coppie. Se un oggetto A esercita una forza F su un oggetto B, allora l’oggetto B eserciterà sull’oggetto A una forza -F uguale e contraria”

È interessante come affinché qualcosa si muova, debbano essere implicati due oggetti. La forza motrice è il terzo elemento: il tradimento in questo caso. No, non sono diventata matta, basta provare a pensare che quelli implicati sono due oggetti del desiderio, quello finito. Schiacciato dalla routine e morto in una di quelle sere in cui lui ha dormito da solo sul divano e tu da sola nel vostro letto. E il terzo elemento è quello che ti fa avere la nonchalance di affermare: non ti amo più, tra noi è finita. Così, come se stessi chiedendo due etti di prosciutto al salumiere, tagliato doppio per cortesia. Sono brutti momenti quelli. Torni a casa e scopri che il prosciutto l’ha tagliato come pareva a lui il salumiere, torni a casa e ti fai mille domande sul perché non riuscite mai a vedere le cose allo stesso modo. Sembrava andasse tutto bene ma, forse, andava bene solo per te.

A voi è mai capitato?
A me sì. Un giorno è tornato a casa e mi ha detto: “Tu lavori troppo, io mi sono sentito solo”.
Senza pensarci su due volte gli ho risposto: “Ok, come si chiama questa?”
Inutile dire che ha negato tutto, che io non stavo capendo quale fosse il problema. Ancora più inutile dire che io, il problema, l’avevo c’entrato in pieno.

Potrei raccontarvi di quanto io sia stata male.
Di come il mondo mi sia crollato addosso e della fatica che ho fatto per recuperare la voglia di credere ancora in me stessa e negli altri. Ma preferisco raccontarvi quello che ho imparato da questa storia: chi tradisce si sente forte. La mente di chi tradisce idealizza in quella terza persona l’emblema della sintesi perfetta dei sentimenti.
Quelli che ti stimolano mentalmente: giochi di sguardi, parole, frecciatine, il sapore piccante del rischio, della battuta in pubblico che ti mette a disagio, ma che, tanto, la capirete solo voi. L’amante è l’amore perfetto perché è quello che riesce a fare l’amore con la tua testa, prima che col tuo corpo. L’adrenalina s’impossessa del tuo corpo e ti sembra di poter andare avanti per il solo bisogno di lui, o di lei che sia.
Anche se non lo conosci. Anche se non è quella persona che divide con te gioie e dolori della vita. Al punto che ci sono persone pronte a giurare che il momento in cui hanno tradito è stato il momento più bello della loro storia. Quello più vivo e ricco di emozioni. E stanno parlando del momento in cui hanno distrutto una parte della loro vita per un’emozione senza ritorno.

Tra l’amante e l’amore c’è di mezzo il tradimento.
Ma il contrario non può mai succedere. La vera forza sta nel riuscire a vivere l’adrenalina, la complicità, la passione, e tutte le emozioni del tradimento ogni giorno con la stessa persona.

“Tradisci pure.
Se ti va di tradire fallo.
Per rabbia, perché ti senti solo, perché ti senti solo, perché non sai resistere alle tentazioni. Per quello che ti pare.
Ma ricorda: chi ama, non tradisce.”

Cosa ci spinge a tornare da un ex? (LA LOVE BLOGGER)

Credit Photo: pierpaolocorso

Lo abbiamo fatto tutti.
Tornare a buttarsi tra le braccia del proprio ex è un male comune.
Tipo la fetta di pane e Nutella delle due di notte quando sei a dieta e, quindi, lo fai anche lontano da occhi indiscreti. Cedi alla tentazione sebbene tu sia perfettamente consapevole che si tratti di quel genere di piacere che, dopo, ti lascia solo un grande senso di colpa. E allora perché lo facciamo?

La colpa deve essere del tempo che non fa il suo dovere.
Sono passati tanti anni e, in fondo, gli vuoi bene: chi ti conosce meglio di lui? E poi rivedendolo ti sei accorta di quanto si sia fatto carino, quando stavate assieme non era mica così.
Insomma, smettila. Ti piaceva anche prima, fin quando ti è piaciuto. Ti conosce bene, sì, può essere vero. Ma pur conoscendoti da qualche parte deve aver toppato se è diventato un ex. E visto che le persone non cambiano, non appena ti passa lo sprint iniziale dato dalla tentazione della famosa fetta di pane e Nutella, sarai pronta a rinfacciargliele una ad una le cose che ti ha fatto. E a dirla tutta, per quel che mi riguarda, nel momento in cui si cerca il proprio ex in realtà non si sta cercando una storia, ma una scusa. Tornare a bussare alla porta del proprio passato significa non avere il coraggio di affrontare il futuro. Significa non aver acquisito la tenacia sufficiente a rimettersi in gioco, che se poi magari ci soffri ancora? Manca la volontà di fidarsi nuovamente di qualcuno che senz’altro ci volterà le spalle alla prima occasione lasciandoci cadere, ancora, ancora una volta da sole a tentare di rialzarci.

Sono questi i momenti in cui l’ex è perfetto.
Un po’ già ti aspetti quello che sarà. Ma soprattutto sai per certo quello che non sarà mai. E quindi ti senti in una posizione di vantaggio. Poi metti che era anche bravo a letto non corri nemmeno il rischio di trovarti in una camera a pregare tra te e te che finisca in fretta quell’agonia. Infine se era pure simpatico.. Ma sì, un’altra possibilità gliela si può dare.

C’è una linea sottile tra l’amore e il bisogno.
Si chiama solitudine.

Si chiama solitudine anche il nostro ex.
In realtà il nostro ex ha tanti nomi: paura, abitudine, incertezza.. Ma non amore.
È solo che resta sempre la strada più semplice da seguire, ecco perché quando proprio non accade nulla di nuovo in grado di emozionarci ancora, invece di domandarci il perché cerchiamo conforto in un’emozione vecchia. Ma sappi che funziona esattamente come quando riapri un vecchio scatolone: vieni sopraffatta dai ricordi, ci trovi dentro qualche pezzo rotto , ti ritrovi di fronte ad una te che era così diversa e che, forse, nemmeno ti piace più.

Ma le persone non sono come un vecchio vestito che hai ritrovato in fondo allo scatolone e allora: lo guardi con nostalgia, ti domandi come facevi ad indossarlo, lo riprovi per gioco e scopri che ormai ti sta pure stretto.

Attento a dove metti il cuore (LA LOVE BLOGGER)

Credit Photo: wdonna.it

D’amore non si muore, lo cantava anche la celebre voce italiana di Massimo Ranieri che, disperato, tentava di conquistare la sua amata con le rose rosse più ambite di tutti i tempi. Ma al di là delle note, dei fiori e de cuori infranti che hanno fatto la storia, direi che se io sono qui a scrivere e voi siete qui a leggere, possiamo esserne tutti d’accordo, no? Dunque, per quanto nel mentre pare assurdo perfino che ancora si respiri, beh, imparerai che passata la delusione, finite le lacrime e esaurita tutta la rabbia che hai dentro, si ricomincia a vivere anche meglio di prima. Ma cosa accade nel frattempo?

D’amore non si muore, ma ci si ammala.
Noi siamo esattamente ciò che viviamo. Le nostre emozioni influenzano i nostri organi e, talvolta, per far passare un mal di stomaco bisognerebbe semplicemente liberarsi dall’ansia e dallo stress.

Credit Photo: vitadamamma.com
Credit Photo: vitadamamma.com

Scommetto che guardando questo schema ognuno di voi ci si è rivisto almeno una volta in quei dolori che sicuramente aveva attribuito ad altro. La verità è che il nostro corpo è un sistema davvero complesso e le nostre emozioni ne sono la parte più influente. Ecco perché bisogna trattarle bene, con cura, perché significa avere cura di se stessi. E per quanto possa sembrare assurdo, spesso, un abbraccio è davvero la cura giusta, sicuramente più efficace di tanti medicinali.

Circondatevi di persone positive perché una cosa è certa: chi vi ama farà di tutto per vedervi stare bene, perché diversamente sarebbe il primo a starne male.