mercoledì, 24 Aprile 2024

La Love Blogger

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Fosse per me passerei più tempo a fare l’amore che a scriverne. Ma, poi, qualcuno mi ha denominata La Love Blogger e da quel giorno faccio credere a tutti che io sia romantica a patto che tutti loro continuino a credere nell’amore.

Giugno c’è. E tu? (LA LOVE BLOGGER)

Credit Photo: banksy-hope

È arrivato giugno.
E, mai come quest’anno, è arrivato davvero in un attimo. Ma di quegli attimi che sembrano fermare il tempo e che ricordo perfettamente, uno ad uno. Un po’ come ieri – sembra ieri – in macchina, pioveva, ma a tratti faceva freddo, a tratti caldo, a tratti caldissimo che quasi ci mancava l’aria. Sembra ieri che i tuoi occhi erano il posto più bello guardati da qui. E sapevo che giugno sarebbe arrivato, ma non lo immaginavo così.

A questo punto vorrei preoccuparmi della prova costume. A giugno lo fanno tutti.
Delle scadenze imminenti, delle zanzare che distraggono, della baracchina dei gelati sotto casa che ha riaperto e che mi distrae anche lei, della bottiglia di Coca-Cola in frigo che però non batte il pensiero di un Mojito in spiaggia e che, ormai, non manca molto. Vorrei iniziare il conto alla rovescia per le ferie. Quello per la quattordicesima e i saldi che – ma va! – capitano così vicini. Vorrei che almeno uno di questi pensieri mi distraesse dal pensare ad un giugno in cui ieri c’eri e oggi?
Comunque devi sapere che esistono momenti terribili nella mia vita.
Ti faccio qualche esempio: la caffettiera sul fuoco, lo smalto quando è fresco, il dessert al ristorante, la fila alle poste e altre 4/5 cose che mi costringono ad aspettare rendendo la mia giornata un vero inferno. Non lo so fare, non ne sono capace e per quanto mi renda conto da sola che il tempo passa lo stesso: non è lo stesso.

“L’adesso è il momento più bello di sempre”

Per le persone come me (ma anche per quelle come te) non è mai lo stesso e nessuna cosa vale l’altra. Ecco perché non aspetterò.
Perché giugno è arrivato e, per una ragione che non mi spiego, ogni cosa è al suo posto. Il sole batte forte fino a sera, le braccia sono nude, le spiagge piene, i cani nei parchi, la libertà di scegliere, le fontane aperte, le vacanze prenotate e tu?

Erano lui e lei. Poi è arrivato Facebook (LA LOVE BLOGGER)

Credit Photo: mode.newsgo.it

Non ho mai sopportato l’idea che ci scambiassimo baci in mezzo alla gente.
E il perché non è per forza condivisibile, ma è semplice: il bacio è un gesto intimo e vorrei restasse nostro. Camminiamo pure mano nella mano, ridiamo fino a farci credere matti e scambiamoci sguardi complici e che solo noi possiamo capire. Poi attaccami a un muro e dammi il bacio più desiderato di sempre, ma solo quando siamo da soli. Come ora. Proprio adesso potresti.. Ehm, ti vibra il telefono: è Facebook. Dice che qualcuno ha commentato la nostra foto. È Lara, la tua amica bionda, scrive che insieme siamo stupendi. Dovrebbe vederci ora Lara, tra un po’ grazie a lei finiremo l’uno di fianco all’altra incollati a ‘sta scatoletta come fosse linfa per la nostra vita. Entri in un vortice di foto, tag, tramonti, auguri, vip, vacanze, tragedie, ingiustizie, tua madre e pure Lara c’è nella mia home, saluta tutti dal divano con in braccio Birba, il gatto. Non siamo da soli mai.

Sia chiaro: questo non è un attacco social

Non intendo screditare Facebook né nessuno dei social network. Sarebbe patetico e se provi a digitare il mio nome su Google capisci presto il perché. Anzi, a dirla tutta, quelli che usano Facebook per screditare quelli che usano Facebook credo che appartengano tutti alla categoria di coloro che ultimamente mi scrivono: “Ma tu sei fidanzata? No perché da Facebook non si capisce”. Non si capisce. Cioè, presente Facebook? Non mi dice se sei fidanzata o meno, incredibile. Comunque no, non sono fidanzata e no, se mai un giorno lo fossi non si capirà lo stesso. Non sono contro i social ma sono pro amore, il mio. Già del vostro, in realtà, me ne frega poco. Però, insomma, state la coi vostri profili di coppia e le foto del matrimonio (e della vacanza, del primo bacio, del regalo di San Valentino e quello del compleanno e i fiori perché avete litigato e perfino Federico Clapis vi prende in giro) e va bene eh, mica vi dico che state esagerando.

Questo è un attacco di coppia

Non sopporto i baci tra la gente, figuriamoci l’amore pubblico.
Di fronte ai duemilaventitroppi amici che abbiamo laddove dovremmo bastarci io e te. E per io e te intendo che io basto a me e tu a te stesso al punto che insieme possiamo essere una grande forza. Non una dipendenza, non un bisogno, non un insieme, bensì una forza grande quanto quella che Mark Zuckerberg ha usato contro la nostra intimità. E noi glielo abbiamo lasciato fare. Perché ci piace. Perché così fan tutti. Perché crediamo che avere tutto sotto gli occhi significhi avere tutto estremamente controllabile. Allora ti svelo un segreto: il controllo è una forma di debolezza. Nulla ha a che vedere con l’amore nei confronti di chi abbiamo al nostro fianco. Il bisogno di controllo, o altrimenti detto paura che qualcosa vada storto, è quella cosa che ci conduce a fare tutto sotto gli occhi di tutti affinché ci siano testimoni: è accaduto davvero, è mio, c’è. Lara dice che siamo pure belli insieme.

Hai mai avuto la fortuna di vivere un legame forte così? Lo riconosci. Accade quando non hai bisogno di ostentarlo, non hai voglia di condividerlo.

Dall’amore, all’amante (LA LOVE BLOGGER)

Credit Photo: rebubblica.altervista.org

Ad ogni storia d’amore finita, corrisponde un non ti amo più uguale e contrario.
Non è una regola generale, ma in genere ci azzecchi se – così, giusto perché a pensar male finisce che s’indovina – prendi in considerazione che il non ti amo più sopracitato ha due gambe e una quarta di reggiseno per lui, o è un portatore sano di ferormoni per lei. Ha qualcosa a che vedere con il principio della dinamica che, non a caso, Newton ha nominato terzo:

“Le forze si presentano sempre a coppie. Se un oggetto A esercita una forza F su un oggetto B, allora l’oggetto B eserciterà sull’oggetto A una forza -F uguale e contraria”

È interessante come affinché qualcosa si muova, debbano essere implicati due oggetti. La forza motrice è il terzo elemento: il tradimento in questo caso. No, non sono diventata matta, basta provare a pensare che quelli implicati sono due oggetti del desiderio, quello finito. Schiacciato dalla routine e morto in una di quelle sere in cui lui ha dormito da solo sul divano e tu da sola nel vostro letto. E il terzo elemento è quello che ti fa avere la nonchalance di affermare: non ti amo più, tra noi è finita. Così, come se stessi chiedendo due etti di prosciutto al salumiere, tagliato doppio per cortesia. Sono brutti momenti quelli. Torni a casa e scopri che il prosciutto l’ha tagliato come pareva a lui il salumiere, torni a casa e ti fai mille domande sul perché non riuscite mai a vedere le cose allo stesso modo. Sembrava andasse tutto bene ma, forse, andava bene solo per te.

A voi è mai capitato?
A me sì. Un giorno è tornato a casa e mi ha detto: “Tu lavori troppo, io mi sono sentito solo”.
Senza pensarci su due volte gli ho risposto: “Ok, come si chiama questa?”
Inutile dire che ha negato tutto, che io non stavo capendo quale fosse il problema. Ancora più inutile dire che io, il problema, l’avevo c’entrato in pieno.

Potrei raccontarvi di quanto io sia stata male.
Di come il mondo mi sia crollato addosso e della fatica che ho fatto per recuperare la voglia di credere ancora in me stessa e negli altri. Ma preferisco raccontarvi quello che ho imparato da questa storia: chi tradisce si sente forte. La mente di chi tradisce idealizza in quella terza persona l’emblema della sintesi perfetta dei sentimenti.
Quelli che ti stimolano mentalmente: giochi di sguardi, parole, frecciatine, il sapore piccante del rischio, della battuta in pubblico che ti mette a disagio, ma che, tanto, la capirete solo voi. L’amante è l’amore perfetto perché è quello che riesce a fare l’amore con la tua testa, prima che col tuo corpo. L’adrenalina s’impossessa del tuo corpo e ti sembra di poter andare avanti per il solo bisogno di lui, o di lei che sia.
Anche se non lo conosci. Anche se non è quella persona che divide con te gioie e dolori della vita. Al punto che ci sono persone pronte a giurare che il momento in cui hanno tradito è stato il momento più bello della loro storia. Quello più vivo e ricco di emozioni. E stanno parlando del momento in cui hanno distrutto una parte della loro vita per un’emozione senza ritorno.

Tra l’amante e l’amore c’è di mezzo il tradimento.
Ma il contrario non può mai succedere. La vera forza sta nel riuscire a vivere l’adrenalina, la complicità, la passione, e tutte le emozioni del tradimento ogni giorno con la stessa persona.

“Tradisci pure.
Se ti va di tradire fallo.
Per rabbia, perché ti senti solo, perché ti senti solo, perché non sai resistere alle tentazioni. Per quello che ti pare.
Ma ricorda: chi ama, non tradisce.”

Vi spiego cosa ho imparato dal mio ex (LA LOVE BLOGGER)

Credit Photo: gruppi.chatta.it

Nella vita è importante avere una posizione.
Guarda me: sono una Blogger (non ridere, ti vedo). In pratica, nel 70% dei casi, la reazione successiva a quando affermo che lavoro faccio è: quindi che lavoro fai?
Mi consola sapere che, almeno, il restante 30% mi capisce. Dicono che noi Blogger trascorriamo 10 ore al giorno al pc (non dicono che di quelle 10 ne impieghiamo almeno 11 a cercare l’ispirazione giusta), 2 a scorrere la home di Facebook, 6 le dormiamo e le restanti 6 le impieghiamo tra la spesa, la casa e le relazioni sociali riservate esclusivamente al confrontarsi con chi fa il nostro stesso lavoro: che spiega il 30% di prima.
Comunque, fossi io un ingegnere, avessi un posto in banca, fossi un avvocato, un astronauta o un detective non si presenterebbe lo stesso iter, perché risulterei senza dubbio più credibile e affascinante agli occhi degli altri (mamma, c’avevi ragione!).

Ma c’è una categoria che pone tutti sullo stesso piano, senza troppe discriminazioni sociali, di sesso o religione. Si chiama: quello stronzo del mio ex.
Quello che un giorno mi ha detto: “Non so più se ti amo. Tu lavori troppo (mamma, metti che c’avevo ragione io?!), io mi sento solo”.
Ecco, avete presente quando il sentirsi soli implica due tette e un culo fantastico?! Già, non era il mio. E da quel giorno la mia vita è cambiata.

Sono certa che sia capitato a tutti una volta nella vita.
Sono sicura che la mia storia è quella di almeno il 70% di voi che fate un lavoro diverso dal mio, ma che avete sofferto per amore almeno quanto me. Per un ex, se proprio vogliamo dire le cose come stanno. E sarà che oggi piove. Che sembrava essere scoppiata l’estate e tutto d’un tratto – come per magia – puff, novembre è di nuovo tra noi: pioggia, lampi, fulmini e saette e io sono metereopatica, sì. Sarà che, quindi, se fossi la protagonista di un film oggi sarei senz’altro Bridget Jones, in fase premestruo, con la colonna sonora di Emotivi Anonimi impostata su “repeat”, ma con ai piedi le scarpe di Carrie Bradshaw. Sarà che le Manolo Blahnik gliele mangia il cane dell’uomo con cui va a convivere e che tanto lei ama un altro. Sarà che ti ho maledetto con tutta me stessa, ma io oggi – Caro mio ex – ti dico grazie.

Grazie per tutto quello che mi hai insegnato

– Mi hai insegnato che l’amore non è tutto.
Era tutto quello che io volevo. Ma non bisogna essere bulimici d’amore se non si vuole correre il rischio di rigettarlo fuori con la stessa forza.

– Mi hai insegnato che io vengo prima di tutto e tutti.
E che chi ti ama non ti chiederà mai di mettere da parte te stesso.

– Mi hai insegnato che il rosso mi sta bene.
Ho cambiato colore dei capelli. E sicuramente sono buffa e senz’altro il mio colore naturale è stupendo. Ma mi andava e l’ho fatto.

– Mi hai insegnato che i vizi fanno bene all’anima.
Ho smesso di fumare, sai? E credo che tra le cose che mi hanno aiutata c’è il fatto di non avere più qualcuno che mi imponga il suo pensiero salutista tra una patatina fritta e l’altra. Perché vedi, ognuno ha propri vizi.

– Mi hai insegnato che il mio lavoro è il più bello del mondo (per me).
E, sai, non dovrei mai ascoltare chi tenta di convincermi del contrario solo perché mi porta via tanto tempo.

– Mi hai insegnato che la mia migliore amica è speciale.
E se tenevi il muso quando stavamo fuori tutti assieme non era di certo per causa sua. Lei non mi avrebbe portato via da te, eri tu che avevi smania di essere altrove.

– Mi hai insegnato che non mi devo accontentare mai.
E non dovresti nemmeno tu. Non è una colpa aver fallito in una storia, la colpa è stata averla spinta oltre il limite del rispetto.

– Mi hai insegnato che i sentimenti meritano lealtà.
E che essere leali nei sentimenti conta più che avere dei sentimenti veri per qualcuno.

– Mi hai insegnato che rinnegare dei sentimenti non serve.
Perché io ti amavo ancora quando sei andato via. E, per fortuna, ho assecondato il mio dolore che oggi mi ha resa libera di amare ancora. Ma non te.

– Mi hai insegnato che non bisogna abbandonare le cose a metà, perché chi lo fa poi torna a recuperarne i pezzi.
Ma resto dell’idea che farlo finché si è in due, è più difficile certo, ma è maledettamente appagante. Altrimenti impari che non ne valeva la pena e che puoi farlo da sola.

– Mi hai insegnato a non smettere mai di credere nell’amore.
Perché l’amore tutto ripaga e cancella via ogni ferita. Anche la più profonda. Anche quella che sembrava impossibile da sanare. L’amore è per chi se lo merita.

– Mi hai insegnato ad aspettare.
E, credimi, è stata forse la cosa più difficile. Ma tu mi hai insegnato che io merito più amore di così.

Ps. Nella vita è importante avere una posizione. E io ho scelto la mia.