venerdì, 29 Marzo 2024

La Love Blogger

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Fosse per me passerei più tempo a fare l’amore che a scriverne. Ma, poi, qualcuno mi ha denominata La Love Blogger e da quel giorno faccio credere a tutti che io sia romantica a patto che tutti loro continuino a credere nell’amore.

Ogni maledetto Natale (LA LOVE BLOGGER)

Credit Photo: cinema.sky.it

Dichiaro ufficialmente aperto quel periodo dell’anno in cui, se hai un’età sufficiente a ritrovarti a leggere questo post, chiederesti in dono la presenza di qualcuno.
Buona Immacolata a tutti, dunque.
A chi fa l’albero di Natale e a chi disfa i pensieri di tutto l’anno. A chi resta folgorato dalle mille luci e a chi, invece, quelle luci le avverte come troppo forti, invadenti, meglio se ti alzano la tapparella in camera alle 8.00, la mattina seguente al concerto del tuo gruppo Rock preferito. Il Natale arriva prepotente. E oggi si avverte più che mai quest’aria, poi che sia magica o eccessivamente pesante e smisuratamente colorata, sta a noi.

Una cosa è certa: è appena iniziato quel periodo dell’anno che non lascia nessuno impassibile.
E non dico solo nel senso che anche mia nonna vuole pubblicare la foto del suo albero di Natale su Facebook e quindi l’ha comprato piccolo quest’anno, perché ci stesse tutto in foto. Il discorso qui è un altro. Tutto è amplificato, tutto viene percepito all’ennesima potenza. E così chi ti manca ti manca di più, chi è felice lo urlerebbe al mondo intero e chi è giù di morale non si accontenterebbe nemmeno di ricevere in regalo il biglietto del concerto di Vasco. Perché ti manca qualcuno, perché quando ti manca qualcuno non puoi sostituirlo con qualcosa. Perché, insomma, io non ero pronta a tutto questo. Succede che ci si ritrova in un clima inatteso, con persone non scelte a fare ferie obbligate e dal sorriso tassativo. Succede che si è a ridosso della fine dell’anno e quella coincide con quel tirare le somme inevitabile. Che non suona come i bilanci di settembre perché a settembre hai tutto un anno davanti, a Natale, invece, quel che è fatto è fatto. E questo genera ansia e malumori inevitabili.

Beh volevo rassicurarvi.
È normale. È normale sentirsi irascibili quando si hanno attorno tutte queste pressioni. È normale domandarsi perché ci siamo ritrovati soli quest’anno (oppure anche questo). Perché non si è portati a termine quel progetto, o perché, addirittura, quel progetto è andato male. Perché un anno fa qualcuno era in una condizione migliore e, oggi, è in preda al panico che quelle sensazioni non tornino indietro e, insomma, a furia di perché potrei continuare talmente a lungo che con quelle che ci vengono fuori addobbiamo un altro albero in questo giorno dell’Immacolata. In questo giorno di festa in cui vorrei ricordarvi che se stiamo male per qualcosa o per qualcuno, non siamo l’oggetto di disturbo che stona sullo sfondo di una felicità impacchettata.

Perché per noi non funziona come con le decorazioni natalizie, anche se delicate ugualmente. Non possiamo impacchettare i nostri stati d’animo e tirarli fuori quando più ci conviene. Ci verrebbero a cercare per insultarci a giusta ragione: “Ehi tu! Stai trattando le tue emozioni come fossero convenevoli. Come fossero quegli auguri di Natale predefiniti che invii a tutta la rubrica”.

Dovrebbero inventare un’app per riconoscere quelli come te (LA LOVE BLOGGER)

Credit Photo: salute.diariodelweb.it

Il fatto che il mio smartphone super-mega-iper-plus sia in grado di educarmi pure il cane se scarico l’app giusta, ma non mi dice di stare alla larga da quelli come te, mi fa sentire davvero truffata.
Ihdiot. Sarebbe perfetto come nome per un’app che, secondo i miei pronostici, dovrebbe essere in grado di captare gli ormoni alterati, la faccia da sberle e il sorriso beffardo di quelli idioti come te. Per poi iniziare a lampeggiare di rosso ripetutamente e ad urlare come la sirena dei vigili del fuoco come per dirmi: “oh, guarda che ti bruci, via da lì”.

Sì, perché ti spiego.
Caro Iphone che a niente servi, quelli come lui se li so fiutare io dovresti imparare a farlo anche tu. Dicono sia avanti sta tecnologia, ma, chissà come, chissà perché, sono sempre più avanti io e li trovo tutti. Ma tutti eh. Manco il mio cane quando giochiamo e gli nascondo gli ossi è così bravo a non farsene sfuggire manco uno. Dicono sia questione di chimica. Infatti, non siamo mai andate d’accordo io e lei dai tempi del liceo. I tempi in cui già impari che più fighi sono e meno ti salutano. Più sono sfigati, invece, e più ce li hai in classe insieme, nel banco davanti e nella stanza affianco alla tua in gita. Ma vai tranquilla che se esci da un’ora e mezza di educazione fisica e sei in condizioni tragicomiche, quello figo lo incontri. Stendiamo un velo pietoso. Stendiamone due. Cambiamo proprio obbiettivo, è meglio. Ma teniamo ben a mente la lezione: da quelli che hanno la faccia del figo che hai incontrato appena uscita dalla palestra anni fa, tocca starne alla larga sin da subito. Tanto loro la faccia non la cambiano, li riconosci.

In quegli anni impariamo che se non è stro**o, allora è solo un amico. Che l’uomo è così per natura e che sono diversi da noi donne per sensibilità, tatto e senso dell’ironia. Loro sanno essere sempre più pungenti. Ah! Poi non sanno parlare molto bene e, sicuramente, si esprimono sempre a metà, l’altra metà dei fatti tocca a noi capirla. Eh? No.

Hai presente quando un uomo ti dice qualcosa e tu ti domandi:
“chissà cosa avrà voluto dirmi!” e ci rimugini per delle ore?

Beh, vedi.
Puoi anche smettere sin da subito di rimuginare perché la risposta è una e semplice: niente. Non voleva dirti niente di più niente di meno di quello che ha detto. Non intendeva confonderti le idee, né sta cercando di depistarti riguardo il suo amore per te.

Insomma. Io ci lavoro a quest’app.
Ve lo giuro che Ihdiot sarà presto scaricabile negli store.
Ma, nel frattempo, alziamo gli occhi dallo smartphone perché mentre aspettiamo che si faccia sentire quello stro**o che visualizza e non risponde, ci stiamo perdendo il sorriso di qualcuno che non aspetta altro che essere notato. E possiamo prendercela solo con noi stesse. Sappiamo bene come funziona. Anche senza un’app. Esistesse un’app decideremmo sempre per lo stro**o di turno e, con molta probabilità, cancelleremo l’app. Buttando via tanto, troppo tempo. L’ostinazione non è sinonimo di amore.

50 sfumature e ½ (LA LOVE BLOGGER)

Credit Photo: www.kimbasinger.it

In quanto a 50 sfumature una mezza idea me la sono fatta.
Decanto l’amore, parlo di sesso, scrivo di storie. E questa proprio non mi va giù. Ma 9 settimane e ½ l’avete mai visto? Beh se non lo avete fatto allora rimediate subito.
Lì c’è un Gray, ma non c’erano i social. E quindi non ha rivoluzionato il vostro modo di fare l’amore. Sarà contento il vostro lui. Dovreste essere un po’ meno contente voi.

La storia di 50 sfumature di grigio ruota attorno alla mente malata di un uomo e al bisogno impellente di una giovane donna di curarlo. È la storia di molte donne: quelle che si ammalano tentando di curare i mali altrui, al costo di piegarsi ad ogni tipo di volere, anche il più perverso. Mentale o fisico che sia, credete faccia qualche differenza? Poi ci sono le scene di sesso e frasi tipo: “se fossi mia non ti potresti sedere per una settimana”. Se ve lo dicesse il vostro lui lo fareste saltare dalla sedia. Dite di no? Beh allora, io vi assicuro che il portatile del vostro fidanzato contiene giochini erotici molto più simpatici, provate a digitare “y..”. Vi si aprirà un mondo magico. Ma fare le timide non ha senso. Perché altrimenti lui non diventerà mai il Grey dei vostri sogni.

Per fare l’amore bisogna essere altruisti, bisogna sapersi concedere e scendere a compromessi. È bello rompere gli schemi e scoprire, insieme, che quei limiti, tanto limiti
in fondo non erano. Ah! Bisogna uscire dalla sala cinema, non so se ve l’hanno spiegato. Che 50 sfumature e ½ volta che lo guarderete vi rendano spigliate tra le lenzuola non ci crede nessuno. Ma scommetto che se restate a casa a guardare 9 settimane e ½ con la vostra dolce metà, ne uscirete con una cultura cinefila più ampia e una visione dell’eros pure. Perdonatemi, resto un’inguaribile romantica.

Giugno c’è. E tu? (LA LOVE BLOGGER)

Credit Photo: banksy-hope

È arrivato giugno.
E, mai come quest’anno, è arrivato davvero in un attimo. Ma di quegli attimi che sembrano fermare il tempo e che ricordo perfettamente, uno ad uno. Un po’ come ieri – sembra ieri – in macchina, pioveva, ma a tratti faceva freddo, a tratti caldo, a tratti caldissimo che quasi ci mancava l’aria. Sembra ieri che i tuoi occhi erano il posto più bello guardati da qui. E sapevo che giugno sarebbe arrivato, ma non lo immaginavo così.

A questo punto vorrei preoccuparmi della prova costume. A giugno lo fanno tutti.
Delle scadenze imminenti, delle zanzare che distraggono, della baracchina dei gelati sotto casa che ha riaperto e che mi distrae anche lei, della bottiglia di Coca-Cola in frigo che però non batte il pensiero di un Mojito in spiaggia e che, ormai, non manca molto. Vorrei iniziare il conto alla rovescia per le ferie. Quello per la quattordicesima e i saldi che – ma va! – capitano così vicini. Vorrei che almeno uno di questi pensieri mi distraesse dal pensare ad un giugno in cui ieri c’eri e oggi?
Comunque devi sapere che esistono momenti terribili nella mia vita.
Ti faccio qualche esempio: la caffettiera sul fuoco, lo smalto quando è fresco, il dessert al ristorante, la fila alle poste e altre 4/5 cose che mi costringono ad aspettare rendendo la mia giornata un vero inferno. Non lo so fare, non ne sono capace e per quanto mi renda conto da sola che il tempo passa lo stesso: non è lo stesso.

“L’adesso è il momento più bello di sempre”

Per le persone come me (ma anche per quelle come te) non è mai lo stesso e nessuna cosa vale l’altra. Ecco perché non aspetterò.
Perché giugno è arrivato e, per una ragione che non mi spiego, ogni cosa è al suo posto. Il sole batte forte fino a sera, le braccia sono nude, le spiagge piene, i cani nei parchi, la libertà di scegliere, le fontane aperte, le vacanze prenotate e tu?