mercoledì, 8 Maggio 2024

La Love Blogger

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Fosse per me passerei più tempo a fare l’amore che a scriverne. Ma, poi, qualcuno mi ha denominata La Love Blogger e da quel giorno faccio credere a tutti che io sia romantica a patto che tutti loro continuino a credere nell’amore.

L’amore mi conquista. Come del sano sesso (LA LOVE BLOGGER)

Credit Photo: thesocialpost

Allora: le donne e gli uomini non hanno un modo differente di intendere l’amore.
Inveitemi anche contro, ma l’amore è amore e non conosce gradazioni di toni più o meno sbiaditi in base a chi ama di più e chi ama di meno.
Esistono uomini più o meno romantici, certo. Ma come loro anche le donne.
Esistono uomini più o meno sensibili. Ma, perché, le donne no?
Uomini più o meno loquaci, più o meno disponibili, più o meno pazienti, dolci, gelosi o generosi. Non esistono, però, uomini che amano più o meno. E nemmeno le donne. Non esistono persone che amano più o meno di quanto l’amore, quello vero, porti a desiderare di abbandonarsi all’altro.

L’amore è come la fame. O come del sano sesso, se preferite. Non lascia spazio ai dubbi

Quindi, amore, datti una mossa.
Lo ammetto, mi crea un certo imbarazzo nell’era dell’emancipazione, della Cristoforetti che va nello spazio, della parità dei diritti, della tecnologia 2.0 e delle stampanti 3D, doverti ricordare che mentre ti aggiusti il ciuffo a me cadono le ovaie. Però è così. Quando mi dai risposte da chi non ha bisogno di osare, poi, quelle fanno a cazzotti tra di loro. Prendi una posizione, qualunque essa sia, il Kāma Sūtra ne mette 64 a tua disposizione: scegline una, purché sappia di conquista. Fuori e dentro dal letto, fuori e dentro le mura di casa, fuori e dentro di me fino a toccare con mano i limiti dell’uno e dell’altra.

Aspetta. Il mio non è un invito (unicamente) a sfondo sessuale.
Perché, vedi, se c’è una cosa in cui gli uomini e le donne si differenziano sono i modi. E io appartengo ancora a quella generazione geneticamente modificata tale per cui il cuore ce l’ho in mezzo alle gambe. Quindi per quanto io possa essere sicura di quello che ho da dare (in termini sessuali e non) è necessario che tu rievochi quell’istinto primordiale, unico e che contraddistingue gli uomini di tutto il pianta: il senso di conquista. Quello del corteggiamento vero, che sono i preliminari di una storia, quello della mano tra i capelli, i miei. Quello delle telefonate inaspettate e che ti fanno cadere il cuore in gola. Dei complimenti fatti guardandosi negli occhi, che un po’ imbarazzano ma ti permettono di entrarmi dentro. Delle serate passate a ridere di gusto, a ridere di niente, a stimolarsi la mente perché – credimi – è quello il momento in cui il mio corpo ti sente di più.

Patti chiari, amicizia lunga. Sono sicura di quello che ho da dare e non ho paura di non vederti più, dopo. Il mio unico limite sta nell’essere categoricamente attratta dagli uomini, quelli che hanno qualcosa da darmi anche prima.

L’ultimo dei romantici ha la batteria scarica (LA LOVE BLOGGER)

Credit Photo: it.wikipedia.org

Se c’è una cosa che l’epoca del 2.0 mi deve indietro è il romanticismo.
Perché, vedete, questa storia dell’istantaneità sta facendo perdere di valore ai rapporti. Una realtà efficace, travolgente e risolutiva, certo. Ma che termina nell’attimo subito dopo e, quindi, nulla ha a che vedere con i rapporti tra le persone. Quelli meritano tempo, di scoprirsi. Meritano contatto, necessario a conoscersi davvero. E costanza, di trovare un motivo valido per volerlo tutti i giorni. E tutto questo lo si impara a Tu per Tu con quel lui che hai conosciuto una sera per caso, in un posto qualsiasi e ti ha colpita per una ragione che ancora non conosci.

Lo esigo, sì.
Perché nella realtà, ormai, non è più così. Ci si sceglie attraverso una piattaforma interattiva. Il gioco di sguardi è stato sostituito dallo scambio di like. Non sappiamo come ride né se quando parla gesticola, ma ci sembra di conoscerla quella persona. Non ne abbiamo mai assaporato l’odore della pelle, ma ce la portiamo a letto. Non lasciamo più che un uomo senta il bisogno di cercarci. Anzi. Lo vediamo online su WhatsApp alle 1.40 di notte e ci domandiamo con chi stia parlando. Con chi eh? Con chi? Perché non con me?! E ti tiene sveglia una notte intera. Del resto non può nemmeno più vantarsi di quella volta in cui è stato fidanzato con una modella. Perché per questo, invece, c’è Facebook e tu hai imparato in un attimo che la sua unica ragazza si chiama Maria e come immagine del profilo ha un gattino, perché – detto tra noi – tanto bella non è. Al primo appuntamento, poi, ci presentiamo in quattro. E gli altri due non sono la coppia di amici salvagente metti che qualcosa dovesse andare storto, bensì i nostri smartphone. Quei dispositivi ben posizionati tra le posate e l’acqua che ci permettono di restare collegati col resto del mondo in qualsiasi momento, a patto che ci estraniamo completamente da quanto ci circonda.

Mi spiego meglio.
Esattamente quello che voglio è domandarmi perché non mi chiama e – per questo sì – non dormirci la notte. E immaginare che, come me, anche lui stia facendo lo stesso. Voglio che la sua chiamata arrivi quando meno me l’aspetto, ma che, per lo stesso motivo, me la ricordi per sempre. Voglio l’imbarazzo delle prime parole bisbigliate a un telefono con la voce che trema. E che lui se ne accorga e rompa il silenzio con una battuta. Voglio un primo appuntamento. Di quelli in cui tutto è da scoprire. Parlare per ore del più, del meno e del di più, che anche se non ci crederai mai alla storia della modella sai che ti vede bella più che mai e intende fare colpo ai tuoi occhi. Voglio contatto. Quello deciso ma non invadente. Quello fatto di abbracci e carezze che solo un uomo.

Quell’uomo. Quello leale, combattivo e altruista. Quello paziente.
L’ultimo dei romantici. Quello che sicuramente ha la batteria scarica, sennò mi avrebbe già chiamata.

Erano lui e lei. Poi è arrivato Facebook (LA LOVE BLOGGER)

Credit Photo: mode.newsgo.it

Non ho mai sopportato l’idea che ci scambiassimo baci in mezzo alla gente.
E il perché non è per forza condivisibile, ma è semplice: il bacio è un gesto intimo e vorrei restasse nostro. Camminiamo pure mano nella mano, ridiamo fino a farci credere matti e scambiamoci sguardi complici e che solo noi possiamo capire. Poi attaccami a un muro e dammi il bacio più desiderato di sempre, ma solo quando siamo da soli. Come ora. Proprio adesso potresti.. Ehm, ti vibra il telefono: è Facebook. Dice che qualcuno ha commentato la nostra foto. È Lara, la tua amica bionda, scrive che insieme siamo stupendi. Dovrebbe vederci ora Lara, tra un po’ grazie a lei finiremo l’uno di fianco all’altra incollati a ‘sta scatoletta come fosse linfa per la nostra vita. Entri in un vortice di foto, tag, tramonti, auguri, vip, vacanze, tragedie, ingiustizie, tua madre e pure Lara c’è nella mia home, saluta tutti dal divano con in braccio Birba, il gatto. Non siamo da soli mai.

Sia chiaro: questo non è un attacco social

Non intendo screditare Facebook né nessuno dei social network. Sarebbe patetico e se provi a digitare il mio nome su Google capisci presto il perché. Anzi, a dirla tutta, quelli che usano Facebook per screditare quelli che usano Facebook credo che appartengano tutti alla categoria di coloro che ultimamente mi scrivono: “Ma tu sei fidanzata? No perché da Facebook non si capisce”. Non si capisce. Cioè, presente Facebook? Non mi dice se sei fidanzata o meno, incredibile. Comunque no, non sono fidanzata e no, se mai un giorno lo fossi non si capirà lo stesso. Non sono contro i social ma sono pro amore, il mio. Già del vostro, in realtà, me ne frega poco. Però, insomma, state la coi vostri profili di coppia e le foto del matrimonio (e della vacanza, del primo bacio, del regalo di San Valentino e quello del compleanno e i fiori perché avete litigato e perfino Federico Clapis vi prende in giro) e va bene eh, mica vi dico che state esagerando.

Questo è un attacco di coppia

Non sopporto i baci tra la gente, figuriamoci l’amore pubblico.
Di fronte ai duemilaventitroppi amici che abbiamo laddove dovremmo bastarci io e te. E per io e te intendo che io basto a me e tu a te stesso al punto che insieme possiamo essere una grande forza. Non una dipendenza, non un bisogno, non un insieme, bensì una forza grande quanto quella che Mark Zuckerberg ha usato contro la nostra intimità. E noi glielo abbiamo lasciato fare. Perché ci piace. Perché così fan tutti. Perché crediamo che avere tutto sotto gli occhi significhi avere tutto estremamente controllabile. Allora ti svelo un segreto: il controllo è una forma di debolezza. Nulla ha a che vedere con l’amore nei confronti di chi abbiamo al nostro fianco. Il bisogno di controllo, o altrimenti detto paura che qualcosa vada storto, è quella cosa che ci conduce a fare tutto sotto gli occhi di tutti affinché ci siano testimoni: è accaduto davvero, è mio, c’è. Lara dice che siamo pure belli insieme.

Hai mai avuto la fortuna di vivere un legame forte così? Lo riconosci. Accade quando non hai bisogno di ostentarlo, non hai voglia di condividerlo.