giovedì, 28 Marzo 2024

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Fosse per me passerei più tempo a fare l’amore che a scriverne. Ma, poi, qualcuno mi ha denominata La Love Blogger e da quel giorno faccio credere a tutti che io sia romantica a patto che tutti loro continuino a credere nell’amore.

Ci credi nei rapporti a distanza? (LA LOVE BLOGGER)

Credit Photo: ilmurodallalto.it

– Ci credi nei rapporti a distanza?
– Dipende. Quanto sono vicini i cuori?

Mica credere che avere la propria metà fisicamente vicina renda tutto più semplice.
La vera distanza è data da due cuori divisi che non riescono a comunicare tra loro. Avete mai visto il film “Amore a mille.. Miglia”? Bé a dire il vero io no, ma rende il concetto alla perfezione (ne sono sicura): non importa da quale parte del mondo questi due cuori si stiano cercando è solo così che possono trovarsi.
Il punto è che i rapporti tra le persone sono una cosa assai complicata. Così, spesso, si tende a cercare alibi dietro ai quali nascondere il timore che qualcosa possa andare storto, o il mancato coraggio di mettersi in gioco per davvero. Non lo ritengo un demerito. Chi ci perde qui siete voi timorosi, perché l’amore tutto ripaga ma richiede coraggio. Che una relazione sia a distanza o meno conoscerà difficoltà e momenti di sconforto, alcuni superabili altri non. A fare la differenza non sono cose come l’amore, la possibilità di finire a far la pace sul divano dopo un litigio, né – risvolto della medaglia – avere il tempo di placare gli animi prima di rivedersi data la distanza. A fare la differenza è la volontà che si impiega nella riuscita di un rapporto.

Insomma sì.
Io ci credo nei rapporti a distanza e dovreste farlo anche voi.
È stato condotto anche uno studio a riguardo dalla City University di Hong Kong, pubblicato sul Journal of Communication. Il risultato? La lontananza crea dei legami molto più solidi e duraturi nel tempo rispetto a chi si vede tutti i giorni. I rapporti a distanza, a quanto pare, hanno quel quid in più che si chiama desiderio.

Ma come fare a mantenerlo vivo?

1. Non rischiare che il telefono diventi un vostro nemico.
È chiaro che sentire la sua voce è la parte più bella della giornata se lui\lei non c’è. Ma che non diventi un’ossessione che si trasforma in un impedimento al vostro rapporto: lasciatevi i vostri spazi e non vi trasformate in stalker da cui potrebbe diventare preferibile prendere le distanze (in tutti i sensi!).

2. Non ti annullare.
Il fatto che viviate una storia a distanza non significa che tu non possa essere felice. Anzi. A patto che tu sia alla ricerca di un amore sano e indipendente e non che, invece, stia solo cercando di colmare un bisogno. Riflettici.

3. La mancanza è il vostro punto di forza.
Quanto ti manca da 1 a 10? Pressapoco 200, lo so. Non è un valido motivo per essere triste: è proprio lui\lei che vuoi. In un rapporto come questo nulla si dà per scontato e di certo a mantenervi insieme non è l’abitudine. Al batticuore di quando vi rincontrate non ci si abitua.

4. Avvicina i vostri cuori.
Fagli sentire la tua presenza. Coivolgilo nelle tue giornate. Mandagli foto e immortala pezzi della tua quotidianità da condividere con lui\lei. Ricordati di sorridere: il sorriso della persona che ami accorcia le distanze.

5. Fidati.
Di lui, di lei. Fidati. Se ti vuol tradire lo fa anche se abitate sullo stesso pianerottolo. No alle polemiche inutili che irrigidiscono i rapporti.

6. Tempo al tempo.
Ad ognuno il suo. Non cercare conferme immediate. Tieni sempre ben a mente che prima di essere una coppia siete due singoli individui. Ognuno con i propri bisogni e le proprie difficoltà giornaliere. Impara ad essere paziente e a rispettare anche le necessità dell’altro.

7. Prenditi cura di te.
Ancor prima che di voi. Non devi trascurarti solo perché il tuo ragazzo è lontano. Anzi, mostrati impeccabile tutte le volte che vi rivedete, proprio come ad un primo appuntamento. Ne hai avuto di tempo per prepararti, no? Vi vedete talmente poco che i momenti in cui indossi il pigiamone di pile e i cerotti per respirare la notte possono attendere.

Vale anche per lui: sorprendila.
Se ad attenderla alla stazione ci vai anche solo con un fiore la renderai davvero felice. E non hai scuse, vivete lontani non è che la porti fuori a cena tutte le sere, un po’ di inventiva, sù.

8. A quando?
Non lasciate che trascorra troppo tempo tra un vostro incontro e un altro. Un rapporto ha bisogno di cure.

9. Progetti.
Quando sentite che la vostra relazione è ormai consolidata, progettate il vostro futuro insieme. Le storie a distanza possono durare.. Ma non per sempre.

10. Pazienza.
“A gentleman is simply a patient wolf” diceva Lana Turner.
Quello che in molti non sanno sui lupi è che sono animali estremamente fedeli. Con un forte senso di attaccamento al proprio branco, dediti ai propri cuccioli, sono altruisti e capaci di vivere in coppia all’insegna del rispetto più assoluto fino alla morte.

Fate come i lupi. Siate amanti pazienti e rispettosi.

Dimmelo, non mi ami più (LA LOVE BLOGGER)

Credit Photo: www.femminilitaestile.it

È che alle volte urge il sesso.
Quello forte, occasionale e privo di compromessi. Quello senza promesse, né scenate di gelosia. Quello primitivo in cui ognuno si porta a casa i sapori dell’altro senza mischiarli coi suoi, dopo. Quello di chi non si conosce.

Allo stesso modo non si può avere urgenza d’amore.
Non ci si può avvinghiare ad una persona e respirane il profumo finché ce n’è. Per poi aggrapparsi alle colpe dell’uno e dell’altra, che non è colpa di nessuno se non ci sopportiamo più. E io non ho più bisogno di te e tu non hai più bisogno di me, ma i postumi dell’amore battono qualunque notte in bianco e allora, tanto vale aspettare che le cose cambino da sole. Meglio lasciarsi una porta aperta, che poi chi lo stabilisce il limite dopo il quale ha senso smettere di sopportarsi. Finché ce n’è, andiamo avanti. Noi donne siamo brave in questo. Nel momento in cui intendiamo porre fine ad una storia, ecco che ce la vediamo passare tutta davanti. Ovviamente la selezione è accurata e i momenti che tendiamo a ricordare sono solo i più belli, anche se l’ultimo sorriso spontaneo risale a troppo tempo fa. Ma ce lo facciamo bastare. E spesso nemmeno per noi. A me è capitato di farmi bastare i suoi vecchi sorrisi, di riciclarli a dovere e riutilizzarli proprio per lui. Perché non si accorgesse che tutto stava andando in frantumi, perché non fossi costretta a doverlo ammettere a me stessa. Perché la fine di un amore ha il sapore della sconfitta e il terrore che questa sia l’ultima. Che quella sensazione di smarrimento sia il vero per sempre. Che fine hanno fatto tutte le nostre promesse?

Io mi odio per il cinismo con cui riesco a pronunciare che tutto finisce.
Che le persone non si perdono ma decidono se restare e andar via e che sì, nella vita capita: si finisce col non conoscersi più nonostante ci si era promessi di non perdersi mai. Ma non possiamo sentirci in colpa per questo né considerarci genitrici di sogni infranti. Alle volte ci si deve stringere le mani per dirsi addio. Per permettersi di portare in giro nel mondo quell’amore finito e non fallito, quell’amore che abbiamo ad ogni modo imparato. Per far sì che non si riduca tutto ad un banalissimo: è stato un errore. Perché incontrare persone come noi non è mai un errore. L’errore sta nel perdersi mentre si cerca di trattenere qualcosa che abbiamo paura di dimenticare, ma che ci farà dimenticare solo di noi.

– Quanto ci metti a dimenticare una persona?
– Se la amo davvero non la dimentico mai.

L’amore mi conquista. Come del sano sesso (LA LOVE BLOGGER)

Credit Photo: thesocialpost

Allora: le donne e gli uomini non hanno un modo differente di intendere l’amore.
Inveitemi anche contro, ma l’amore è amore e non conosce gradazioni di toni più o meno sbiaditi in base a chi ama di più e chi ama di meno.
Esistono uomini più o meno romantici, certo. Ma come loro anche le donne.
Esistono uomini più o meno sensibili. Ma, perché, le donne no?
Uomini più o meno loquaci, più o meno disponibili, più o meno pazienti, dolci, gelosi o generosi. Non esistono, però, uomini che amano più o meno. E nemmeno le donne. Non esistono persone che amano più o meno di quanto l’amore, quello vero, porti a desiderare di abbandonarsi all’altro.

L’amore è come la fame. O come del sano sesso, se preferite. Non lascia spazio ai dubbi

Quindi, amore, datti una mossa.
Lo ammetto, mi crea un certo imbarazzo nell’era dell’emancipazione, della Cristoforetti che va nello spazio, della parità dei diritti, della tecnologia 2.0 e delle stampanti 3D, doverti ricordare che mentre ti aggiusti il ciuffo a me cadono le ovaie. Però è così. Quando mi dai risposte da chi non ha bisogno di osare, poi, quelle fanno a cazzotti tra di loro. Prendi una posizione, qualunque essa sia, il Kāma Sūtra ne mette 64 a tua disposizione: scegline una, purché sappia di conquista. Fuori e dentro dal letto, fuori e dentro le mura di casa, fuori e dentro di me fino a toccare con mano i limiti dell’uno e dell’altra.

Aspetta. Il mio non è un invito (unicamente) a sfondo sessuale.
Perché, vedi, se c’è una cosa in cui gli uomini e le donne si differenziano sono i modi. E io appartengo ancora a quella generazione geneticamente modificata tale per cui il cuore ce l’ho in mezzo alle gambe. Quindi per quanto io possa essere sicura di quello che ho da dare (in termini sessuali e non) è necessario che tu rievochi quell’istinto primordiale, unico e che contraddistingue gli uomini di tutto il pianta: il senso di conquista. Quello del corteggiamento vero, che sono i preliminari di una storia, quello della mano tra i capelli, i miei. Quello delle telefonate inaspettate e che ti fanno cadere il cuore in gola. Dei complimenti fatti guardandosi negli occhi, che un po’ imbarazzano ma ti permettono di entrarmi dentro. Delle serate passate a ridere di gusto, a ridere di niente, a stimolarsi la mente perché – credimi – è quello il momento in cui il mio corpo ti sente di più.

Patti chiari, amicizia lunga. Sono sicura di quello che ho da dare e non ho paura di non vederti più, dopo. Il mio unico limite sta nell’essere categoricamente attratta dagli uomini, quelli che hanno qualcosa da darmi anche prima.

Ognuno ha l’amore che si merita (LA LOVE BLOGGER)

Credit Photo: biancalba.com

A parlare d’amore si corre sempre un certo rischio.
Il più grande tra tutti è quello di confondere il motivo per cui hai iniziato. Ma anche quello che gli altri fraintendano dove vuoi arrivare non è da meno. In quanto agli altri ci ho fatto il callo, io parlo d’amore tutti i giorni. In quanto a me, invece, mi è toccato sbatterci la testa contro. Più e più volte.

Deve essere andata così. Un po’ come per le credenze popolari.
Uguale alla storia che se ti siedi nella parte in cui il tavolo fa angolo allora non ti sposi. Senz’altro qualcuno, allo stesso modo, millenni fa deve aver messo in giro ‘sta storia che l’amore è l’altro. E così sono secoli – buttati – in cui cerchiamo disperatamente quest’altro. Quello che ci completi. Quello senza il quale la nostra vita non sarebbe più la stessa e non deve esserlo se non c’è lui. O lei. O, insomma, lo facciamo tutti: ci aggrappiamo all’altro, lo stringiamo forte tra le nostre mani e badiamo bene di non mollare la presa che se no lo perdiamo. In realtà quello che stiamo facendo è riversare nell’altro tutta la nostra forza. Che se, sfiga vuole, un giorno siamo costretti ad aprirle quelle mani, ci rendiamo conto che non stavamo stringendo proprio niente. O meglio: niente di quello che avremmo voluto. Ma eravamo troppo impegnati a non perderlo per accorgercene.

L’ostinazione non è sinonimo d’amore. Né fa rima con coraggio.
L’essere umano è una macchina perfetta. E sorprenderà sapere che, se solo potessimo, noi non faremmo nulla tutto il giorno. Niente. Niente che comprometta un dispendio di energie. L’essere umano è abitudinario per antonomasia e chiedetegli tutto ma non di cambiare il suo canale tivù preferito, nemmeno mentre non lo sta guardando: è il suo canale tivù preferito e la televisione resta accesa lì, punto. Figuratevi se siamo bravi, allora, a tirarci fuori da storie che non ci piacciono e che fino a ieri erano tutto. Impossibile. E allora è colpa sua. Non fa abbastanza. È cambiato. È colpa dell’altro. Nel gergo comune tutto questo è traducibile in un banalissimo: non lo voglio ma non lo so accettare. Non posso. Significherebbe, a quel punto, ammettere che in questo puzzle perfetto che la mia mente aveva costruito manca un pezzo. Manco io.

A te la scelta. Io la mia l’ho fatta tempo fa.

“Ognuno ha l’amore che si merita”

Così mi è stato detto quando tentavo di riversare la colpa su di lui se il mio amore mi faceva più rabbia che bene. E così dico io oggi a tutti coloro che cercano l’amore altrove, senza per questo cercarlo prima in se stessi.