giovedì, 25 Aprile 2024

Le studentesse universitarie

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Erasmus: ecco le 5 mete più incredibili scelte dagli studenti (FOTO)

credits: http://www.uninfonews.it

Sono molti gli studenti universitari che, ogni anno, scelgono di trascorrere un periodo di tempo all’estero e di partecipare al progetto Erasmus. L’unica motivazione, sebbene la principale, non è solamente la necessità di imparare o di perfezionare una lingua, ma anche la voglia di libertà, di indipendenza e di autonomia, oltre che il desiderio di confrontarsi con altre culture.

Tra le mete più ambite di sempre ci sono Londra, Cambridge, Oxford, Madrid, Barcellona, Berlino e Parigi, città attrattive e celebri in tutto il mondo. Ma non sono le uniche. Ultimamente infatti, tanti studenti cercano di scegliere luoghi non molto famosi ma non per questo meno affascinanti, in cui poter assaporare nuove culture, usi e costumi molto diversi da quelli delle loro città natali.
Packlink, il sito di ricerca e comparazione di tariffe dei corrieri, ha individuato le cinque città più incredibili dove gli studenti hanno scelto come mete per il loro periodo di studio all’estero.

Tromso – Norvegia

credits: http://notizie.delmondo.info
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Tromso è considerata la capitale della Lapponia, essendo la città più grande oltre il Circolo Polare Artico. Se siete freddolosi e amanti del sole e dell’estate, non è la meta adatta a voi, a causa dei climi estremi e dei lunghi periodi di buio. Perfetta invece per chi ha un animo romantico ed ama immergersi in un paesaggio sconfinato, lontano dalle zone turistiche.

In ogni caso, la città scandinava è caratterizzata da un’università molto moderna e all’avanguardia, dove è anche possibile fare qualche esperienza lavorativa interna come volontariato. Il corpo docente è ritenuto molto preparato e di alto livello e gli esami sono per la maggior parte scritti. Essendo una città abbastanza grande, Tromso presenta diversi luoghi adatti ai giovani, come i musei pubblici e luoghi di interesse e svago.

Funchal – Portogallo

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Funchal, capitale dell’Isola di Madeira, è considerata una delle città più belle del Portogallo. Circondata da paesaggi naturali e da uno splendido mare, la città presenta numerosissime attrazioni. Gli studenti potranno visitare il coloratissimo mercato “Lavradores”, le molte chiese storiche, con i loro magnifici dipinti, il museo dell’arte sacra, la Cattedrale ed il Giardino Botanico, con oltre 2000 specie presenti. Per i momenti liberi invece, non mancano le spiagge, i pub e i ristoranti.
Non dev’essere affatto facile però, mantenere la concentrazione sullo studio, in una città come questa.

Las Palmas, Gran Canaria – Spagna

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Soprannominata il “piccolo continente”, Gran Canaria è caratterizzata dalla presenza di climi e paesaggi molto vari e diversi tra loro. Mentre al sud troviamo temperature alte, al centro ci sono invece le montagne e il clima è decisamente più freddo. La città è dotata di numerosi negozi, bar e fast food e un centro storico, famoso per la presenza della Casa di Cristoforo Colombo.
L’università di Las Palmas inoltre, è molto moderna e ben qualificata. La frequenza dei corsi è obbligatoria e gli appelli sono solamente due in un anno.

Heidelberg – Germania

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Se amate i castelli e le atmosfere gotiche, Heidelberg è la città che fa per voi. Piccola ed affascinante, questa cittadina tedesca è considerata da sempre un importantissimo snodo universitario. La sua università infatti è la più antica della Germania. All’interno della facoltà, gli studenti possono sistemarsi in strutture e dormitori, che possono ospitare più di dieci persone. Le temperature sono miti e il costo della vita è simile a quello italiano. I ragazzi potranno visitare il famoso castello e le altre attrazioni della città ed è possibile raggiungere in qualche ora alcune delle città più grandi e accattivanti, come Stoccarda, Francoforte e Monaco.

Lovanio – Belgio

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Lovanio è una tipica cittadina universitaria e i suoi abitanti sono per la maggior parte studenti. La città dispone, infatti, di ben quattro istituzioni universitarie, circondate da grandi parchi, bar e ristoranti. L’Università Cattolica di Lovanio è la più grande e la più antica di tutto il Belgio. Famosa per la musica, il cinema sperimentale e la birra, la città offre agli studenti uno stile di vita giovanile, moderno ed economico

Come riconoscere una studentessa sotto esame

Credit photo: buulb.wordpress.com

Per tutte le studentesse universitarie arriva sempre il periodo prima dell’esame, quello in cui si fa di tutto pur di apprendere la maggior quantità di nozioni possibile per arrivare a quel tanto desiderato 18. Perché a una settimana dall’orale a cosa si può puntare se non al minimo indispensabile? Soprattutto se l’esame in questione corrisponde a ben 12 crediti dell’intero percorso all’università.

Si corre subito ai ripari e si cerca di rimediare – in pochi giorni – a mesi e mesi di studio: l’unica soluzione è quella di chiudersi in casa – buttare la chiave – e concentrarsi solo ed esclusivamente sullo studio, trasformandosi in quell’essere quasi mitologico che tutti conosciamo con il nome di “studentessa sotto esame“.

Ma da cosa la riconosciamo?

Outfit

Se una studentessa indossa gli stessi vestiti da qualche giorno il motivo è sempre e solo uno: la data dell’esame è molto molto vicina. Gli unici outfit che una SSE – studentessa sotto esame – conosce sono quelli composti dal pigiamone e dalla tuta, abbinata alle calzine antiscivolo. La parola d’ordine è “comodità” quindi via tutti quei capi che non fanno stare seduti alla scrivania con le gambe incrociate. Il giorno dell’esame, però, rientrare nei jeans sarà un’impresa.

Capelli

Mollettoni, forcine, cerchietti, code, trecce e capelli fuori posto accompagneranno la studentessa per tutti i giorni che precedono l’esame perché il tempo di lavare la lunga chioma e fare una bella piega proprio non si sa dove ritagliarlo. I capelli sono così inguardabili che tutte le volte che passa davanti allo specchio si spaventa del suo aspetto: in quei momenti desidera solo che arrivi presto il giorno dell’esame.

Cibo

Una studentessa sotto esame mangia, mangia e ancora mangia. Ingurgita caramelle, torte, panini, barrette dietetiche – per stare attenta alla linea – come se non ci fosse un domani. E ha pure il coraggio di lamentarsi del fatto che in casa non ci sia niente da mangiare in grado di soddisfarla, perché quando l’ansia l’assale la può combattere facendo il pozzo senza fondo. Solo la bilancia impazzita saprà mettere un freno a questa voglia matta e disperata di mangiare.

Caffè

L’unico modo per non addormentarsi con la testa sui libri è bere caffè. La mattina appena sveglia, a metà mattina, dopo pranzo – per combattere l’abbiocco – a merenda e dopo cena per non farsi trascinare da Orfeo nel mondo dei sogni. Non chiedetevi poi il perché del nervosismo e della schizofrenia: dopo tutto la studentessa sotto esame dirà che ha bevuto solo un paio di caffè.

Ricordi

La riconosci lontano un miglio: è quella che, seduta al tavolo della sua scrivania, con libri e appunti sotto il naso, sconsolata perché continua a ripetere ma non ricorda nulla di quello che studia, accende il computer e guarda tutte le foto delle vacanze appena finite, quelle in cui era ancora abbronzata e con il sorriso sulle labbra, grazie alla spensieratezza del dolce far niente. E, inevitabilmente, la tastiera si riempie di lacrime.

Scrivania

La scrivania della SSE si trasforma in una vera e propria cartoleria: pennarelli, evidenziatori di ogni forma e colore, quaderni, fotocopie e libri invadono tutti gli spazi del tavolo, non lasciando nemmeno un minimo spazio a tutto ciò che non ha a che vedere con l’esame. Mettere a posto sarà una faticaccia.

Peluria

Non domandiamoci perché il fidanzato della studentessa sotto esame non le chieda di vedersi in periodo di esami. Il tempo per studiare stringe, figuriamoci se deve pensare anche ad essere in ordine per il proprio ragazzo. Saprà aspettare, a meno che non voglia avere a che fare con l’intricata foresta equatoriale.

Uscite

La studentessa sotto esame sembra una suora di clausura: non esce di casa nemmeno a pagarla, ogni minuto è prezioso per memorizzare qualche nuovo concetto. La voce dei suoi amici, ormai, la sente solo su Whatsapp e le uscite serali e senza pensieri sono solo un lontano ricordo. Ma, appena finito l’esame, si ricomincerà come prima, se non peggio.

Impegni

Impegni? Quali impegni? Sotto esame la studentessa rimanda ogni cosa a dopo l’esame, senza sapere bene in che guaio si sta cacciando. Se prima era stanca per lo studio dopo lo sarà ancora di più per la miriade di cose che deve fare, tutte quelle che ha rimandato – in primis le serate con gli amici ed un giretto dall’estetista.

Voglia di studiare

Quando fa fatica a studiare la studentessa dà sempre la colpa all’ansia e al ritorno dalle vacanze, quando in realtà la voglia è pari a zero. Le uniche cose che vorrebbe fare sono dormire, guardare serie tv o tornare indietro nel tempo, ad un mese prima, quando era sdraiata in spiaggia a prendere il sole e non era costretta a scrivere su tutti i social “cercasi voglia di studiare (anche usata)“.

La dura vita dello studente universitario

credits photo: catania.liveuniversity.it

Quando si inizia l’università si è sempre entusiasti, speranzosi e pieni di allegria . Ben pochi immaginano veramente a cosa vanno incontro. La verità è che, oltre ad aumentare la nostra conoscenza e a dare, si spera, possibilità per un futuro migliore, quando ci si iscrive ad un corso universitario si ottiene l’effetto domino. L’immatricolazione è solo la prima tessera che poi farà crollare, in seguito ad una serie disastrosa di eventi, il nostro stile di vita.

Esagerazioni ed ironia a parte, è proprio un’indagine svolta dai ricercatori della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità a dimostrare che gli studenti e le studentesse d’Italia hanno uno stile di vita poco salutare. La ricerca, pubblicata sugli Annali dell’Istituto Superiore di Sanità, ha visto partecipi ben 8516 studenti, tra i 18 e i 30 anni, di 10 università diverse.

Veniamo ai numeri. In primo piano appaiono le cattive abitudini alimentari: 4 su 10 mangiano frutta in modo adeguato e solo 2 su 10 seguono le raccomandazioni nazionali per il consumo di verdura. L’11,3% consuma, poi, quantità davvero eccessive di caffeina, che da alleata diventa nemica. Troppi gli studenti che fanno una vita sedentaria, 3 su 10, per la maggior parte donne, e troppi anche quelli che cedono spesso alle tentazioni del tabacco (24%) e dell’alcol (42%). Un 2% degli studenti universitari ha anche ammesso di aver fatto uso di cocaina, mentre sono il 40% quelli che hanno fumato uno spinello almeno una volta. Poca l’attenzione alla salute riproduttiva, con visite dal ginecologo ridotte al minimo, e altissimo il rischio di abuso e di dipendenza da tecnologia.

Insomma, un quadro veramente disastroso ma che serve, secondo Walter Ricciardi, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, per programmare una migliore prevenzione. Per i ricercatori basterebbe poco per migliorare la situazione: sostituire gli snack ipercalorici dei distributori automatici con porzioni di frutta e verdura, incrementare le strutture sportive nei campus, corsi di educazione all’uso delle tecnologie e sportelli di counseling dentro gli atenei.

Università italiane, quale futuro?

Nessuna delle università italiane nelle prime cento al mondo. È questo il risultato della classifica generale World University Rankings, impietoso per il nostro paese: bisogna arrivare fino alla 187esima posizione per trovare il nome del Politecnico di Milano. Ed è un sorriso fittizio, perché se da un lato festeggia la risalita (lo scorso anno era al 229esimo posto mondiale) dall’altra parte manifesta un realtà, quella del nostro paese, in declino.

Quale futuro per le università italiane? Patrimonio di bellezza, cultura, energia e sostenibilità. Così ricca di opportunità, stage, attenta ai bisogni degli studenti. Questi i dati presi in esame anche dal Sole 24 Ore. E chissà, forse, questo non è poi così vero.

Al primo posto, per la quarta volta consecutiva, troviamo il Massachusetts Institute of Technology (Mit) seguito da Harvard, come immaginato. Cambridge University e Stanford sono in terza posizione. Nella classifica delle migliori 800 scuole al mondo (e dico 800) ci sono solo 26 università italiane: tra gli atenei, oltre al Politecnico possiamo trovare per esempio l’Università di Bologna (204) e l’Università degli Studi di Roma – La Sapienza (213). Seguono poi l’Università degli Studi di Milano (306), l’Università degli Studi di Padova (309), il Politecnico di Torino (314) e l’Università degli Studi di Pisa (367).

Le università italiane sono state classificate, come sempre, dal Sole 24 Ore e il risultato non sembrerebbe portare molte sorprese. La “classifica della qualità universitaria” stilata dal quotidiano è un ottimo strumento per mettere a confronto i vari atenei italiani, fondamentale anche per l’orientamento degli studenti. La classifica si basa sulle informazioni del Miur e dall’Anvur, l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca.

Tra le università statali spicca Verona, Treno e il Politecnico di Milano.

E cosa dire delle università private? Bocconi, Luiss, San Raffaele, Cattolica i nomi più illustri.

Quale futuro per le università italiane, nel mondo?