giovedì, 17 Luglio 2025

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Influenza Australiana: rischi, sintomi e come prevenirla

Negli ultimi giorni, l’Italia ha segnalato un aumento dei casi di influenza australiana, nota come virus A-H3N2, che si distingue per la sua maggiore virulenza e capacità di eludere le difese immunitarie. Questo ceppo ha già causato una grave epidemia in Australia, con oltre 15 milioni di contagi. Gli esperti avvertono che l’influenza A-H3N2 può portare a complicazioni neurologiche, come encefaliti e confusione mentale, specialmente nei soggetti più vulnerabili, come gli anziani e le persone con patologie croniche.

Quali sono i sintomi dell’influenza australiana?

I sintomi di questa influenza sono simili a quelli di altre influenze e includono:

  • Febbre alta (tra 38 e 40 gradi)
  • Mal di testa
  • Dolori muscolari e articolari
  • Mal di gola
  • Tosse secca
  • Congestione nasale
  • Stanchezza

Nei bambini piccoli, possono verificarsi anche diarrea e pianto, mentre negli anziani la febbre può essere assente, ma possono presentarsi difficoltà respiratorie e confusione.

Una preoccupazione è che il virus A-H3N2 possa causare problemi neurologici, come vertigini e, in rari casi, encefaliti. Si sono verificati casi di persone che entravano in stato confusionale e non riconoscevano i familiari.

Recentemente, è stato segnalato a Genova un caso significativo: un uomo di 76 anni è stato ricoverato con sintomi gravi. Questo paziente non solo manifestava i sintomi tipici dell’influenza, ma ha anche mostrato difficoltà cognitive, come l’incapacità di riconoscere persone familiari. Inoltre, ha riferito di non riuscire a percepire i sapori del cibo, un segnale preoccupante.

Come difendersi dall’australiana?

Il virus A-H3N2 può eludere il sistema immunitario, rendendolo più pericoloso rispetto ad altri ceppi influenzali. È previsto che colpirà soprattutto i giovani, che hanno meno esperienza di contatto con questo virus.

Per proteggersi, è disponibile un vaccino che copre anche questo ceppo. È raccomandato, soprattutto per le persone più a rischio, come gli over 60, le donne in gravidanza e le persone con malattie croniche. La vaccinazione è gratuita per queste categorie.

Fobia delle api: cos’è, cause e terapia

La fobia delle api è anche detta melissofobia ed è la paura irrazionale delle api e di insetti simili, come vespe e calabroni. Questa fobia può manifestarsi in modo molto intenso e influenzare la vita quotidiana di chi ne soffre. Il termine “melissofobia” proviene dal greco, dove “melissa” significa “ape” e “fobia” indica “paura”. Quindi, si traduce letteralmente come “paura delle api”.

Cause e sintomi della fobia delle api

La melissofobia può avere diverse cause, tra cui esperienze traumatiche come una puntura, l’osservazione della paura degli altri, o una predisposizione genetica che rende alcune persone più inclini a sviluppare fobie.

I sintomi della melissofobia sono sia fisici che psicologici. Chi ne soffre può provare ansia intensa, panico al solo pensiero di una api, e può tendere ad evitare luoghi in cui sa che potrebbero esserci insetti. Inoltre, possono manifestarsi sintomi fisici come palpitazioni, sudore e vertigini.

Come affrontare e superare la melissofobia

Superare la melissofobia richiede un approccio graduale e strategie efficaci. Innanzitutto, informarsi sulle api e il loro comportamento può aiutare a ridurre la paura. Capire che la maggior parte delle api è pacifica e punge solo in caso di minaccia è fondamentale. La terapia cognitivo-comportamentale, attraverso la ristrutturazione dei pensieri negativi e tecniche di esposizione, può essere molto utile. È consigliato iniziare con immagini di api, passando poi a osservare insetti da lontano e, infine, a interazioni più ravvicinate.

Inoltre, praticare tecniche di rilassamento come la meditazione e gli esercizi di respirazione aiuta a mantenere la calma in situazioni di ansia. È utile anche cercare supporto professionale, partecipare a gruppi di terapia o visitare apicoltori in ambienti controllati per vivere esperienze positive. Con il giusto supporto e pazienza, è possibile ridurre notevolmente la paura delle api e vivere più serenamente.

Rimedi naturali per abbassare la pressione alta

Quali sono i rimedi naturali per abbassare la pressione alta?

La pressione alta, o ipertensione, è una condizione comune che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Comprendere le cause, i sintomi e le strategie per gestirla è fondamentale per mantenere una buona salute.

Prima di parlare di rimedi parliamo di cause.

Cosa causa la pressione alta?

Le cause dell‘ipertensione possono variare, ma spesso includono fattori genetici, stili di vita poco salutari e condizioni mediche.

La predisposizione familiare gioca un ruolo significativo. Se i genitori soffrono di ipertensione, è più probabile che anche i figli ne siano colpiti.

Il sovrappeso aumenta il carico sul cuore e può portare a un aumento della pressione sanguigna. Uno stile di vita inattivo contribuisce all’aumento di peso e all’ipertensione.

Un eccesso di sale, zuccheri e grassi saturi può influire negativamente sulla pressione sanguigna.

Situazioni di stress prolungato possono provocare picchi di pressione.

Che sintomi da l’ipertensione?

L’ipertensione è spesso definita “killer silenzioso” perché può non presentare sintomi evidenti. Possono manifestarsi:

  • Mal di testa
  • Vertigini
  • Sanguinamento dal naso
  • Visione offuscata
  • Affaticamento

Quali sono i rimedi naturali per abbassare la pressione alta?

In primis occorre curare la dieta, più frutta e verdura, pesce e grassi sani come l’olio d’oliva. In particolare banane, patate e legumi aiutano a bilanciare i livelli di sodio.

Limitare il consumo di sodio è essenziale. Si consiglia di non superare i 5-6 grammi al giorno.

Alcune tisane e rimedi erboristici possono supportare la salute cardiovascolare:

  • Tisana di Ibisco: Studi suggeriscono che può contribuire a ridurre la pressione sanguigna.
  • Tè Verde: Ricco di antiossidanti, può migliorare la salute del cuore.
  • Aglio: È noto per le sue proprietà ipotensive, può essere assunto anche in forma di integratore.

Assolutamente da evitare la liquirizia ed il caffè va assunto con moderazione.

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Il gas esilarante.

No, non avete letto male. Sì è quello che usavano i dentisti e che si usa ancora in medicina.

Il protossido di azoto non è normalmente pericoloso, fa soltanto ridere molto.

A patto di non usarne in dosi eccessive. E qui viene il bello: i calciatori hanno iniziato ad usarlo come “droga ricreativa” perché da le sensazioni di una droga ma difficilmente rilevabile nel sangue.

La moda si è diffusa fra i ragazzini, specialmente in Inghilterra che ha già dichiarato la pratica illegale.

Il gas esilarante fa ridere molto, fa sentire inizialmente bene chi lo inala, da quella sensazione di “sballo” che piace tanto ai ragazzini.

Ma….

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Purtroppo non senza conseguenze: il gas esilarante diminuisce la disponibilità di ossigeno per l’organismo determinando disturbi della parola e dell’equilibrio, insensibilità agli stimoli, annebbiamento mentale, allucinazioni uditive e visive, formicolii, asfissia, aritmia, perdita dell’uso degli arti, schizofrenia, fino alla perdita di coscienza con possibilità di infarto e coma.

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