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Maturità 2014, i rimedi per combattere lo stress

Ansia, panico, tensione e uno stato di nervosismo perenne sono sintomi normali che colpiscono in maniera più o meno intensa gli studenti che devono affrontare gli esami di maturità. Manca ormai veramente poco all’inizio delle prove e con il passare dei giorni aumenta in maniera esponenziale anche il livello dello stress. Se da una parte il panico da maturità è uno stato normale che è necessario superare, se sottovalutato questo rischia di mettere in seria difficoltà il benessere psicofisico dei ragazzi, arrivando anche a compromettere l’esito stesso delle prove.

E allora come combattere lo stress e sopravvivere al periodo del pre-esame?

1) Evitare di riempirsi di caffeina, perché nonostante questa aiuti a rimanere svegli, ha anche grandi ripercussioni sul sistema nervoso, aumentando lo stato di tensione e nervosismo. È consigliabile quindi ridurre le dosi di caffé, che può essere sostituito con mele, té verde o tisane.

2) Evitare di studiare fino a notte fonda. Riducendo le ore di sonno si arriva a stancare la mente, che rende di meno e ogni sforzo è vano. Meglio quindi dormire regolarmente e organizzare il programma di studi nell’arco di tutta la giornata quando si ha la mente fresca e riposata.

3) Staccare la spina. Anche se il tempo è poco ed è necessario sfruttarlo al meglio ottimizzandolo, rimanere chiusi dentro casa durante tutto il periodo del pre esame è controproducente. Uscire all’aria aperta per una passeggiata, un gelato, andare in palestra o fare una bella corsa nel parco vicino casa può risultare molto più utile anche per scaricare la tensione.

4) Applicarsi a una disciplina meditativa come lo yoga aiuta a sviluppare e migliorare la concentrazione. Acquisire una buona tecnica di respirazione potrebbe infatti aiutare nei momenti di panico. Anche l’ascolto di musica rilassante può alleviare gli stati d’ansia e di stress.

5) Studiare in compagnia. Se non si hanno difficoltà, allora è possibile condividere ansie e pensieri con un compagno di studi, con il quale si può anche simulare un vero e proprio colloquio orale.

6) I rimedi naturali possono essere un’ottima scelta per non arrivare al giorno degli esami stanchi e senza le giuste forze per affrontarlo. Oli essenziali di menta, zenzero, rosmarino e limone stimolano la memoria e aiutano la concentrazione, così come il polline aiuta a migliorare l’attività del cervello.

7) Seguire un’alimentazione corretta. Mangiare bene e sano è necessario per aiutare il fisico e la mente. Gli alimenti che trattengono ansia e stress, migliorando anche l’umore sono il cioccolato, l’avena, le banane, i datteri e il latte. Ottimo anche il miele, da consumare a merenda o a colazione, che rappresenta un pasto molto importante nella dieta degli studenti.

8) Pensare positivo. Cercare di non partire scoraggiati e catastrofici è la carta vincente per superare lo stato di panico. Dare segnali positivi al cervello significa allontanare la tensione, rilassare la mente e avere molte più possibilità di successo.

Gli occhi: lo specchio della salute

Specchio dell’anima? Non solo. Il colore degli occhi costituirebbe un indizio rilevante circa il nostro stato di salute: è quanto emerge dalle ricerche condotte dagli specialisti del campo per anni, ricerche in cui si mette in relazione il colore dell’iride con la sensibilità al dolore, con la possibilità di sviluppare malattie come il diabete o con la sveltezza mentale. L’ultimo studio in materia, portato avanti dagli scienziati dell’Università di Pittsburgh, ha contribuito ulteriormente a stabilire cosa rappresentano gli occhi: lo specchio della salute e, per giunta, del diverso modo di metabolizzare il dolore fisico. La professoressa di anestesiologia Inna Belfer, nel monitorare un gruppo di 58 donne incinte, ha infatti constatato che le donne dagli occhi chiari soffrono molto di meno durante il parto rispetto a quelle dagli occhi castani o neri.

Fino a tempi recenti, si credeva che esistesse un tipo di gene specifico per gli occhi chiari e un altro per gli occhi scuri: un’ipotesi completamente smentita dal Dottor Jari Louhelainen, esperto di scienze bio-molecolari presso la Liverpool John Moores University, che ha dimostrato che il colore dell’iride dipende da 12-13 varianti presenti nei geni di ciascuna persona. In base a questi marker genetici è possibile prevedere, con margine di precisione che si aggira intorno al 70-90%, di che colore saranno gli occhi di un bambino in procinto di nascere. Questi stessi geni, essendo “multi-tasking”, possono essere determinanti anche in fatto di salute: per esempio, l’NCX-4 – che è connesso agli occhi scuri – controlla svariate proteine, di cui una è stata recentemente associata al dolore.

Anche la melanina, il pigmento che rende gli occhi più scuri, risulterebbe determinante per quanto riguarda la suscettibilità rispetto all’alcol: stando a un sondaggio condotto alla Georgia State University di Atlanta su più di 12.000 tra uomini e donne, i soggetti con occhi chiari parrebbero consumare decisamente più alcol se confrontati a quelli con occhi marroni o neri. Il motivo per cui le persone con gli occhi scuri farebbero un uso di alcol più moderato risiede nel fatto che, in effetti, gliene basta di meno per raggiungere lo stato d’intossicazione. Eppure, la stessa melanina non è legata soltanto alla pigmentazione, ma fa anche da isolante nelle connessioni elettriche tra le cellule nervose del cervello: una maggiore concentrazione di melanina comporterà, così, maggiore efficienza e velocità nelle operazioni mentali nei soggetti con occhi scuri. Le persone dagli occhi azzurri, dal canto loro, possono vantare un atteggiamento più strategico, una tendenza più spiccata alla pianificazione.

Tuttavia, come ha confermato una ricerca italiana del 2011, le persone con gli occhi chiari sono più inclini a sviluppare patologie diabetiche: dei soggetti monitorati nelle regioni di Lazio e Sardegna, infatti, ben il 21% è risultato avere gli occhi azzurri. E gli occhi chiari sembrerebbero essere associati anche coi problemi di udito: i ricercatori del National Hospital di Londra sono del parere che la melanina aiuti a proteggere le cellule nervose dai danni provocati dall’inquinamento acustico.

Per quanto riguarda le influenze esercitate, invece, sulla personalità, già nel 1977, all’interno del Journal of Social Psychology, si evidenziava come le persone dagli occhi chiari fossero meno propense a fare confidenze ai propri intervistatori: un dato riconfermato nel 2006 grazie allo studio di alcuni psicologi tedeschi, che hanno riscontrato quanto i bambini dagli occhi azzurri siano più introversi e diffidenti rispetto a quelli dagli occhi scuri. Inoltre, nel 2010, dei ricercatori cechi hanno scoperto che gli uomini con gli occhi castani sono quelli più comunemente percepiti come “dominanti”: questo perché, a loro dire, gli occhi azzurri sono generalmente associati all’infanzia – un’associazione che porta a percepire le persone con gli occhi chiari in chiave decisamente più bambinesca.

Andare in vacanza: pro e contro

Non sempre rilassarsi è un’esperienza piacevole, anzi. Occorre, così, prendere in considerazione pregi e difetti dell’andare in vacanza: pro e contro, come in ogni circostanza, sono aspetti da valutare per non incappare in situazioni sgradevoli. Già viaggiare in aereo, per esempio, può provocare mal di denti inediti: a causa dei cambiamenti d’altitudine, delle sacche d’aria potrebbero restare intrappolate nelle otturazioni e nelle carie, provocando fastidi che però, in genere, passano dopo poche ore dall’atterraggio. E, se si è deboli di stomaco, i voli molto lunghi potrebbero causare un rallentamento della velocità alla quale il cibo si muove attraverso l’apparato digestivo, insieme con una certa disidratazione: tutto ciò finisce col generare costipazione.

Ancora, sebbene prima di partire si possa essere in piena salute, ci si potrebbe ritrovare raffreddati o influenzati non appena arrivati a destinazione. Uno studio olandese ha, infatti, rivelato che una persona su 30 tende ad ammalarsi – seppure presentando una sintomatologia variabile a seconda del soggetto – non appena smette di lavorare e si appresta a rilassarsi: si tratta del cosiddetto “disturbo da svago”. La spiegazione consisterebbe nel fatto che al lavoro il corpo produce incessantemente ormoni dello stress quali l’adrenalina, che aiuta a prevenire le infezioni proprio mentre ci si trova indaffarati nel disbrigo delle questioni quotidiane: così, non appena si comincia a rilassarsi, ci si ritrova più esposti ai virus. Del resto, il viaggio in sé costituisce una forma di stress. In vacanza l’accumulo di stress si traduce, allora, in un calo delle difese immunitarie che ci rende più vulnerabili: una condizione in cui è altamente sconsigliabile stare in prossimità di altre persone, così come accade in aeroplano, dove il contagio da raffreddore aumenta del 100%.

Il caldo, poi, può creare grossi problemi ai diabetici, che corrono un rischio maggiore di cali ipoglicemici: ciò accade perché, mentre l’organismo tende al raffreddamento, i vasi sanguigni si ingrossano e la pressione sanguigna andrebbe, pertanto, tenuta sotto controllo con maggiore attenzione. Inoltre, nonostante si pensi comunemente che aiutino a combattere i mal di testa, le vacanze, in realtà, possono favorire l’insorgere di emicranie. Il problema si potrebbe far risalire all’aumento della pressione sanguigna legata all’alta temperatura, che andrebbe a creare disturbi all’ipotalamo, la parte del cervello che rappresenta il nostro termostato naturale. Anche mal d’aria, mal d’auto e mal di mare potrebbero causare emicrania: in questi casi, la soluzione sta nella prevenzione. Per cui, se c’è posto a sedere in aereo, è raccomandabile accomodarsi nel punto più stabile, cioè all’altezza dell’ala; in nave, la postazione migliore è al centro, mentre in auto la più indicata è al seggiolino della parte anteriore dell’abitacolo. Un altro suggerimento è quello di tenere gli occhi chiusi il più possibile, dato che i malesseri da viaggio sono generalmente provocati dalla discordanza tra le informazioni captate al livello visivo e quelle percepite tramite l’udito.

Un altro disturbo riscontrabile in vacanza è la sonnolenza, per via del fatto che nella maggioranza di casi ognuno di noi soffre di carenza di sonno. Così, una volta rilassati, cerchiamo di recuperare: una tendenza cui si vanno ad aggiungere anche le conseguenze legate al caldo, ai pasti più pesanti, al consumo di alcol e all’ora più tarda a cui si va a dormire – posticipata proprio in virtù del fatto che si dorme nel pomeriggio. L’intero ciclo del sonno risulta, così, alterato. In più, se la vacanza la si trascorre al mare, ci si potrebbe ritrovare a dormire ancora meglio: difatti, l’aria di mare si caratterizza per un’alta concentrazione di ioni negativi di idrogeno, delle particelle che potenziano la nostra capacità di assorbire l’ossigeno e che favoriscono la produzione di serotonina, l’ormone della felicità.

Colmo dei colmi, molti studi hanno dimostrato che non conta quanto ci siamo divertiti durante le nostre vacanze: l’effetto tenderà a scomparire in meno di una settimana. Un vacanziere su tre afferma, infatti, che soltanto il pensiero di dover tornare al lavoro lo fa cadere in uno stato di depressione, pensiero che spesso ci fa concepire persino la partenza come qualcosa di insensato. Sarebbe, pertanto, preferibile concedersi – se possibile – un giorno di “recupero”, per riprendersi dalle vacanze, durante il quale non si cominci immediatamente a rispondere a tutte le e-mail. Un metodo, questo, che potrebbe risparmiarci l’ansia cui ci condanniamo da soli. L’unica cosa davvero importante da fare è disfare immediatamente i bagagli: niente di peggio di una valigia ancora nell’angolo della stanza a ricordo costante della fine della nostra vacanza.

Non possono esserci, ovviamente, soltanto lati negativi: come suggerisce una recente ricerca condotta presso le Università del Southampton e di Edimbugo, durante la quale 24 giovani sono stati esposti per venti minuti alla luce di lampade abbronzanti, stare al sole favorisce l’abbassamento della pressione sanguigna. Nei soggetti esaminati, la pressione diastolica (il più basso dei valori sanguigni quando il cuore si rilassa) ha mostrato una notevole diminuzione, persistita per per almeno mezzora dallo spegnimento delle lampade. Si crede, infatti, che i raggi ultravioletti sollecitino al livello epiteliale la produzione di un composto detto ossido nitrico, che induce al rilassamento i vasi sanguigni e, di conseguenza, a un abbassamento della pressione.

Inoltre, se si soffre di disturbi dermatologici come, per esempio, la psoriasi – che comporta desquamazioni su gomiti, ginocchia e cuoio capelluto -, in vacanza si può notare in questo senso un netto miglioramento. Esporsi ai raggi ultravioletti, difatti, riduce significativamente le infiammazioni della pelle: bastano semplicemente cinque minuti di esposizione (senza crema protettiva) per verificarne gli effetti. Ancora, la salsedine, presentando proprietà antisettiche, potrebbe aiutare a guarire da infezioni associate all’eczema – nonostante sia importante risciacquarsi dopo aver nuotato, idratare la pelle e applicarvi la crema protettiva: un effetto benefico derivante, con tutta probabilità, dall’alta concentrazione di sale e cloruro di potassio presente nell’acqua di mare, che favorisce la formazione di una barriera al di sopra della zona epidermica interessata, velocizzandone la guarigione.

Chanel N.5, nuove norme dell’UE minacciano il celebre profumo

Problemi in vista per le amanti dei profumi cult. Tra poco Chanel n°5, Miss Dior, Guerlain Shalimar e Angel di Thierry Mugler potrebbero avere fragranze diverse dal solito. Il motivo? La valanga di norme comunitarie che impongono il divieto di alcuni ingredienti alla base delle formule, che minacciano la sopravvivenza di profumi mitici, perché a rischio di allergie e irritazioni.

La storica essenza creata da Madame Coco Chanel, che hanno amato grandi dive come Marilyn Monroe e da cui milioni di donne in tutto il mondo non si separerebbero mai, è in pericolo. Bruxelles ha intenzione di indirizzare i profumieri con divieti su alcuni componenti, per proteggere una piccola frazione di consumatori, che soffre di allergie.

chanel n5

A riportare la notizia è stato il Daily Mail, sottolineando, che nel mirino della Commissione Europea, sono finite in particolare alcune sostanze come la cumarina, estratta da numerose famiglie di vegetali, o l’eugenolo, che deriva dall’olio di garofano. Secondo il giornale, anche il citrale, sostanza presente nell’olio di limone e di mandarino e il muschio di quercia, tutte sostanze utilizzate per rendere più intensi e mantenere durature le frangranze dei profumi, potrebbero essere bandite dalle nuove norme europee.

L’UE sta inoltre progettando di vietare HICC, una molecola popolare sintetico che riproduce l’odeore del mughetto. La riduzione di tali sostanze porterebbe ad una minore incidenza di gravi irritazioni o gonfiori nei soggetti allergici, che sono presenti nella popolazione in una percentuale, che va dall’1 al 3%.

Queste regole costringeranno i profumieri a riformulare molte fragranze mito, portandoli anche a cambiare la confezione dei loro prodotti, portando ovviamente a costi supplementari. Un portavoce di Chanel ha detto: “L’adattamento è una sfida, ma è proprio il talento del nostro naso che ci serve per preservare le qualità e l’identità olfattiva dei nostri profumi, tenendo conto dei nuovi vincoli normativi“.

La nuova normativa UE, infatti, se sarà approvata prevederà che in etichetta siano indicati tutti i 100 composti “pericolosi” e non più solo i 26 attualmente obbligatori. Una decisione che da un lato rischia di rendere pubbliche formulazioni segrete da decenni e dall’altro di costringere le diverse case produttrici addirittura a modificarle, cambiando di fatto l’essenza del profumo.

Insomma, una brutta grana, perché immaginare Chanel n°5 con una fragranza diversa è a dir poco impensabile. Questo significherebbe un crollo delle vendite in un settore mai in crisi. “Siamo consapevoli che drastiche riduzioni nelle concentrazioni autorizzate di questi ingredienti avrebbero creato gravi perturbazioni per il settore“, ha detto David Hudson, portavoce per la politica dei consumatori presso la Commissione europea.

Le nuove regole, che effettivamente assumere la forma di una modifica del regolamento sui cosmetici adottato nel 2009, hanno subito 12 settimane di consultazione pubblica con operatori del settore, associazioni di consumatori e ricercatori, che si è conclusa il 14 maggio, e i cui risultati dovrebbero essere pubblicati entro l’inizio di luglio. Un progetto di proposta potrebbe essere dato agli Stati membri dell’UE entro agosto e il mese successivo la versione finale sarà inviata per l’esame da parte del Consiglio europeo e del Parlamento, che hanno tre mesi di tempo per opporsi ad esso.

Che cosa direbbe Marilyn Monroe se sapesse che Chanel n°5 fa male alla salute? Proprio lei che raccontava di vestirsi solo con alcune gocce del celebre profumo. Non ci resta che attendere.